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Il telescopio spaziale IXPE stupisce gli astronomi: l’Università di Pisa coinvolta nelle scoperte sui blazar

IXPE, nato da una collaborazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana, ha acquisito nuovi dati sui blazar, grazie anche al contributo dei ricercatori pisani

La struttura di un getto di buco nero dedotta dalle osservazioni del blazar Markarian 421 con il telescopio IXPE - © NASA/Pablo Garcia

C’è anche un po’ di Toscana nelle nuove scoperte sui blazar realizzate grazie ai dati del telescopio spaziale IXPE, nato da una collaborazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana, a cui hanno partecipato anche i ricercatori dell’Università di Pisa.

Le scoperte sul blazar Markarian 421

Un team internazionale di astrofisici infatti, utilizzando i dati del telescopio spaziale X-ray Polarimetry Explorer (IXPE), ha pubblicato nuove scoperte sul blazar denominato Markarian 421, un nucleo galattico attivo e una potente sorgente di raggi gamma che si trova nella costellazione dell’Orsa Maggiore, all’incirca a una distanza di 400 milioni di anni luce dalla Terra.

Lo studio, che dettaglia le scoperte del team IXPE su Markarian 421, è uscito sull’ultimo numero di Nature Astronomy, fra gli autori anche il professore Luca Baldini dell’Università di Pisa.

“Nonostante decenni di studio, gli scienziati non hanno ancora compreso appieno i processi fisici che determinano la dinamica e l’emissione dei getti relativistici espulsi dai blazar – spiega Luca Baldini – ma la rivoluzionaria capacità di IXPE di misurare la polarizzazione dei raggi X, ovvero la direzione di oscillazione del loro campo elettrico, offre agli astronomi una visione senza precedenti di questi oggetti, della loro geometria e dell’origine delle loro emissioni.”

Il contributo dei ricercatori pisani

Frutto di una collaborazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana con partner e collaboratori scientifici in 12 paesi fra cui anche l’Università di Pisa in sinergia con la Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il satellite IXPE su cui si trovano tre telescopi spaziali è in orbita dal 2021.

A bordo ci sono tre detector unit progettate, integrate e qualificate a Pisa da un gruppo di lavoro guidato dal professore Luca Baldini, che ha coinvolto studenti del Dipartimento di Fisica e della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa.

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