© Cooperativa In Quiete

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Turismo sostenibile e acquacoltura: la rinascita del Casentino

Tre giovani guide escursionistiche hanno dato vita alla Cooperativa In Quiete con un duplice scopo: far conoscere il territorio tramite escursioni in canoa, trekking e ciaspolate sulla neve e portare avanti un progetto per la tutela della biodiversità acquatica

Nel 2019 sono stati selezionati a livello europeo per la notevole attenzione alla sostenibilità ambientale. Nel 2020 il Ministero delle politiche agricole li ha selezionati tra i dieci migliori progetti finalizzati alla conservazione della biodiversità in Italia. Stiamo parlando di Sara Baldini, Alessandro Volpone e Andrea Gambassini che, insieme, costituiscono la Cooperativa In Quiete con sede in Casentino. Scopo di questa realtà, oltre a quello di promuovere il turismo sostenibile nel territorio delle Foreste Casentinesi, è portare avanti il progetto dell’Antica Acquacoltura Molin di Bucchio.

I tre soci, che sono anche guide ambientali escursionistiche, hanno recuperato un impianto abbandonato del più antico mulino lungo il fiume Arno e hanno avviato un progetto volto alla conservazione di specie ittiche locali a rischio estinzione, valorizzando così il prezioso patrimonio naturale.

Di cosa si occupa la Cooperativa In Quiete

Gli obiettivi di business della Cooperativa In Quiete sono due, diversi ma pur sempre legati all’aspetto naturalistico del territorio. Il primo è l’ecoturismo. “Promuoviamo il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi durante tutto l’anno – ci racconta Andrea Gambassini -. Organizziamo itinerari per ammirare il fall foliage, ciaspolate sulla neve, acquatrekking d’estate: ogni stagione ha i suoi colori e permette di scoprire il bosco in maniera inedita“.

Quando ti innamori del fiume è così: non lo lasci più, si instaura una connessione particolare

Non solo turismo responsabile. La cooperativa si dedica anche all’acquacoltura. “Lavoriamo per la conservazione della biodiversità in collaborazione con Regione Toscana e Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi – continua il socio –. Ad esempio alleviamo la trota appenninica, il barbo tiberino, il ghiozzo di ruscello, il gambero d’acqua dolce. Produciamo anche la trota iridea di alta qualità, destinata alla filiera alimentare.

La passione per la natura

Fare questo lavoro è frutto di una passione profonda, partita dall’infanzia e nutrita nel corso degli anni. “Fin da ragazzi, io e il mio socio e collega Alessandro Volpone trascorrevamo le giornate nei torrenti. Col passare del tempo, questo desiderio di libertà e di contatto con la natura non se ne andava. Quando ti innamori del fiume è così: non lo lasci più, si instaura una connessione particolare. In effetti tutta la nostra attività nasce proprio dal desiderio che abbiamo maturato da bambini di lavorare con il torrente, con i pesci, con la biodiversità del fiume“.

Il riconoscimento dall’Unione Europea

Il progetto Antica Acquacoltura Molin di Bucchio – © Cooperativa In Quiete

Questo progetto di acquacoltura a impatto zero, in cui viene data priorità al benessere animale, si è aggiudicato il titolo di best practice 2019 da parte della Commissione Europea. È la prima volta nella storia dei finanziamenti europei che, nell’ambito dei bandi della pesca, viene selezionata un’azienda italiana come best practice.

Ne siamo molto molto contenti – prosegue Andrea Gambassini –, anche se le difficoltà non mancano. Oltre al Covid-19 che ci ha complicato le cose – a risentirne è stata la nostra campagna di Crowdfunding – dobbiamo anche superare gli ostacoli che caratterizzano la montagna, intesa come luogo marginale e di abbandono. Non possiamo essere equiparati a ogni altra località “turistica”: noi ci dobbiamo in qualche modo inventare l’attrattiva per far venire i visitatori. Siamo una meta alternativa, per questo anche esclusiva, ma ci dobbiamo impegnare duramente per promuoverla”.

Tra i migliori progetti finalizzati alla conservazione della biodiversità in Italia

Nel 2020 il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha selezionato lo stesso progetto tra i migliori nazionali per la conservazione della biodiversità. “Siamo riusciti a riprodurre due specie a rischio estinzione (il ghiozzo di ruscello e il barbo tiberino) che nessun privato era mai riuscito a riprodurre. Ogni specie ha le sue peculiarità e si riproduce in maniera diversa. Ad esempio, il ghiozzo si riproduce in maniera autonoma nelle vasche, l’importante è che abbia dei “rifugi” con delle forme ad hoc per lasciare le uova. Ci siamo arrivati dopo anni di sperimentazioni e ricerche sul campo, anche perché non esistono manuali di riferimento: stiamo facendo qualcosa di completamente nuovo“.

Gli obiettivi per il futuro

Antica Acquacoltura Molin di Bucchio – © Cooperativa In Quiete

Per il futuro non mancano le idee. Il prossimo step consiste nel completare i lavori di recupero dell’impianto, costituito da un mulino del 1200 e da sette vasche già in uso, più altre 3 vasche in pietra ancora da riassestare.

I nostri obiettivi – conclude Andrea Gambassini – sono quelli di aumentare i ristoranti con cui lavoriamo che sono di livello e sanno valorizzare il nostro prodotto. Abbiamo un prodotto limitato, è vero, ma di alta qualità che ci consente di operare in un mercato di nicchia. Infine puntiamo a migliorare i servizi per le scuole e portare i bambini a Molin di Bucchio per far rivivere il passato della Toscana in chiave più moderna e sostenibile”.

 

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