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Mille scienziati contro le frane a Firenze: in 50 anni 2.500 vittime in Italia

Si è aperto al Palazzo dei Congressi il Forum Mondiale sulle Frane, con 1100 partecipanti da 69 paesi. Il videomessaggio del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin: “Baste edificare in zone a rischio”

Forum Mondiale sulle Frane (6° World Landslide Forum – WLF6)

Si è aperto oggi a Palazzo dei Congressi di Firenze il Forum Mondiale sulle Frane (6° World Landslide Forum – WLF6), l’evento che vede a confronto oltre 1100 scienziati da 69 paesi, con un programma di lavoro molto intenso focalizzato su come ridurre il rischio di frana a livello globale attraverso il monitoraggio e l’allerta rapida, la modellizzazione, la valutazione del rischio e le tecniche di mitigazione, lo studio della relazione con i cambiamenti climatici.

Il Forum è organizzato congiuntamente dalla Cattedra UNESCO sulla Prevenzione e gestione sostenibile dei rischi idrogeologici dell’Università di Firenze e dal Consorzio Internazionale sulle Frane nell’ambito del Programma Internazionale sulle Frane, con il supporto di cinque organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO, WMO, FAO, UNDRR, UNU) e di quattro organizzazioni scientifiche sovranazionali (ISC, WFEO, IUGS e IUGG).

Il ministro Musumeci: servono più risorse Ue contro le frane

Al convegno è intervenuto con un videomessaggio anche il ministro per la Protezione civile  Nello Musumeci, portando l’attenzione sui dati italiani relativi alle frane: tra morti, feriti e dispersi le vittime sono state 2.500 negli ultimi 50 anni.

Siamo un Paese altamente esposto al rischio, con il 94% dei comuni che in maniera diversa sono interessati dal fenomeno del dissesto – ha detto Musumeci – la scienza e la tecnica hanno fatto passi da gigante, ma non sempre gli studi sono stati tradotti in azioni concrete. Servirebbe una corretta pianificazione urbanistica, molto spesso la speculazione edilizia e il governo non appropriato del territorio hanno determinato eventi franosi”.

“Serve un maggior coinvolgimento dell’Unione europea che è molto attenta al meccanismo della protezione civile e molto attenta all’efficientamento energetico, ma abbiamo bisogno di richiamare l’attenzione di Bruxelles anche in termini finanziari e normativi sul contrasto alle frane e al dissesto idrogeologico – ha aggiunto il ministro – per questo alla fine di novembre avremo a Roma il commissario europeo Janez Lenarčič delegato ad affari umanitari con cui affronteremo il tema”.

Il ministro Pichetto Fratin: 630mila frane dal 2016 al 2023

Al forum ha partecipato in videomessaggio anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha dato qualche numero in più sulle frane in Italia: quelle censite dall’Ispra sono più di 620mila dal 016 al 2023. “Sull’impatto di questi devastanti fenomeni pesa anche la presenza, in alcune casi, di edifici in zone a rischi, ma anche tanta montagna e tanta collina – ha detto Pichetto Fratin – lo sviluppo urbano e territoriale va ripensato in un’ottica di prevenzione e di gestione del suolo, evitando costruzioni in zone a rischio ricostruendo gli alvei naturali dei corsi d’acqua naturalmente con la cultura dell’equilibrio tra uomo e natura. in questo percorso bisogna investire sulla prevenzione e su procedure più veloci che consentono un’apertura più veloce di cantieri e messa in funzione di opere pubbliche già progettate anni fa”.

“Stiamo per concludere l’iter del piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico – ha concluso il minsitro – che indica un quadro d’azione volto a ridurre al minimo i rischi derivanti dagli eventi meteo avversi e punta a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici collegati anche ripristinando quei servizi ecosistemici che proteggevano da tempo le nostre terre”.

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