L’agricoltura toscana si distingue a livello nazionale per l’alta qualità, certo, ma anche per la sostenibilità della sua produzione e l’innovazione che caratterizza alcuni anelli della filiera. Al festival dell’identità toscana si fa il punto sul settore, ponendo l’accento su alcuni casi eccellenti.
“Siamo primi nel bio, col 37,5% della superficie coltivabile bio. Dal punto di vista della valorizzazione dei prodotti siamo la regione che ha più di 90 fra Igp e Dop, peculiarità che ci rende famosi in tutto il mondo. Contemporanemante possiamo ancora vantare la superficie boscata più imponente d’Italia”, tira le somme il presidente della Regione Eugenio Giani. “Sapienza antica e innovazione, ricerca e rispetto per l’ambiente: questo è l’agricoltura nella nostra regione che è non solo un settore produttivo ma cultura, paesaggio, comunità”.
Sottolinea l’importanza dell’innovazione e della ricerca la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi: “La tradizione non è nemica dell’innovazione ma la nostra storia e i nostri valori devono essere coniugati sempre di più con un mondo che muta, con un’agricoltura che si modifica, con i cambiamenti climatici che richiedono sempre altre applicazioni”.
Il caso Biocastanea
Nel corso del festival, nella sala Pegaso di palazzo Sacrati Strozzi a Firenze, sono stati presentati esperienze di agricoltura sociale e di realtà imprenditoriali sostenibili e ad alto tasso di innovazione. Un esempio è lo spin off dell’Ateneo senese, SienabioACTIVE, che ha trovato un metodo per realizzare creme e cosmetici dai ricci di castagna del Monte Amiata. Un progetto finanziato con fondi del Programma Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022.
Sono scarti alimentari, ricchi di antiossidanti e proprietà antinfiammatorie e antimicrobiche che la professoressa Annalisa Santucci del dipartimento di Biotecnologia, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena ha deciso di sfruttare al massimo attraverso un processo di estrazione green e innovativo dando vita a una linea viso e corpo Biocastanea, prodotta interamente in Toscana, biosostenibile nel metodo di produzione e nella confezione.
Biocastanea è stata segnalata fra le 25 tecnologie che nel 2025 avranno maggiori probabilità di avere impatto su ricerca e sviluppo. Il riconoscimento arriva dall’importante piattaforma internazionale Inpart, punto di riferimento per i partenariati scientifici e per ottimizzare le interazioni nei settori biofarmaceutico, scientifico e accademico. A portare l’invenzione all’attenzione della rete internazione è stato l’Ufficio Regionale di Trasferimento Tecnologico della Regione Toscana.
Biocastanea alla conferenza annuale Eriaff
Della linea cosmeticata toscana al 100% se ne è parlato anche nel corso del’undicesima conferenza annuale a Vic, Catalonia, dell’Eriaff, la Rete delle Regioni europee per l’innovazione in agricoltura, alimentare e foreste, fondata e coordinata dalla Regione Toscana, quest’anno dedicata alla bioeconomia.
Biocastanea è un raro caso di bioeconomia che su scala pilota ha raggiunto la circolarità poiché gli scarti dell’estrazione sono a loro volta utilizzati per la produzione di carta e bioplastiche. La presentazione alla conferenza Eriaff è stata l’occasione per far conoscere il progetto toscano a una platea internazionale e di anticipare, grazie al nuovo gruppo di lavoro Eriaff su Salute, Nutrizione e Innovazione sul Cibo, un altro progetto condotto nell’ambito del Bando Nutraceutica della Regione Toscana, Beerbone: la produzione di una birra toscana pro-funzionale per le articolazioni arricchita in silicio.