Enogastronomia/

Politiche urbane del cibo, un progetto dal km 0 al no spreco

Iniziativa promossa dal Comune di Prato con Polo Universitario e laboratorio Arco per valorizzare l’eccellenza dei prodotti agricoli locali

mercato filiera corta

Al via a Prato il progetto ‘Verso le politiche urbane del cibo‘, promosso dal Comune col Polo Universitario di Prato e il Laboratorio Arco per valorizzare l’eccellenza dei prodotti agricoli locali, considerata la consolidata tradizione di prodotti a km 0 esistente nell’area.

L’iniziativa, spiega una nota, vuol promuovere “uno stile di vita sano attraverso una maggiore consapevolezza dei consumi, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi alimentari”. Durerà tre anni. Coinvolti produttori agricoli, artigiani alimentari, mense, mercati, negozi, supermercati e categorie.

La presentazione del piano c’è stata nell’aula magna ‘Maurizio Fioravanti’ a Prato dell’Università di Firenze. A una tavola rotonda hanno partecipato numerosi produttori agricoli locali.

Prato e il suo territorio vantano una tradizione robusta di artigianato sulla filiera del cibo a km 0 e la sua trasformazione – ha spiegato Daniela Toccafondi, presidente del Pin – Il Polo vanta una schiera numerosa e competente di docenti e ricercatori sui prodotti del territorio, sull’economia circolare, sull’efficienza delle filiere produttive e sulla valorizzazione dei saperi e dei prodotti. Mettere insieme queste peculiarità è un obbligo morale oltre che un gran piacere”.

“Le politiche urbane del cibo rappresentano una leva strategica per costruire città più sostenibili, eque e resilienti – ha affermato l’assessore all’Economia Circolare Benedetta SquittieriPromuovere la filiera corta, sostenere l’agricoltura locale e garantire l’accesso al cibo sano e di qualità sono obiettivi fondamentali per uno sviluppo economico circolare e inclusivo”.

La sindaca Ilaria Bugetti ha ribadito “l’impegno dell’Amministrazione comunale nel promuovere un’identità cittadina che valorizzi il legame tra territorio e cultura alimentare”. “È fondamentale – ha detto – trasmettere l’idea che il sapore di un prodotto locale non è solo una questione di gusto, ma un racconto autentico dell’identità di una città, della sua storia e delle sue tradizioni. Come Amministrazione vogliamo gettare le basi affinché le nuove generazioni possano immaginare e costruire un futuro che unisca in modo virtuoso il cibo al territorio”.

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