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Un vino bianco per le aree interne della Toscana: al via il confronto

Coinvolti nel progetto Enoteca Italiana Siena, Accademia Italiana della Vite e del Vino, Donne del Vino della Toscana e AIS Toscana con il contributo del Consorzio Vino Toscana

Al centro della foto da sx Donatella Cinelli Colombini, Rosario Di Lorenzo e Elena D’Aquanno insieme alle produttrici Donne del VIno e agli Accademici

L’identikit è già pronto basta solo individuare il vino bianco che meglio rappresenta le aree interne della Toscana. Secondo i desiderata deve essere autoctono, resistente ai cambiamenti climatici, complesso ma facile da bere e soprattutto capace di raccontare il territorio di produzione.

Sono queste le peculiarità richieste per individuare un vino bianco per la Toscana interna. Il primo incontro c’è stato a Siena nella sede dell’Enoteca Italiana Siena guidata da Elena D’Aquanno. Un confronto tra mondo scientifico e produttivo. Si è andati alla formazione di un tavolo di lavoro. Coinvolti nel progetto: l’Enoteca Italiana Siena, l’Accademia Italiana della Vite e del Vino, l’associazione Donne del Vino della Toscana, i sommelier di AIS Toscana con il contributo del Consorzio Vino Toscana.

La logica dietro l’idea di un vino bianco delle aree interne

La scelta di individuare un vino bianco delle aree interne da destinare all’export nasce da una parte dagli effetti dei dazi di Trump su una regione come la Toscana che esporta negli USA il 37% per un valore di 400 milioni di euro nel 2024 e dall’altra dalla volontà di orientarsi verso un mercato ad oggi ancora poco presidiato dai produttori del Granducato.

“E’ il bianco la risposta al futuro e in una terra di grandi rossi come la Toscana interna possiamo giocarci la partita producendo un grande vino di riferimento per i consumatori internazionali” ha introdotto Donatella Cinelli Colombini, delegata delle Donne del Vino della Toscana.

Se al Nord è stata fisiologica una crescita delle coltivazioni dei bianchi, al centro si è assistito a una contrazione, ma l’unico vitigno tra i bianchi autoctoni a resistere è stato il Trebbiano che è sì il quinto vitigno più coltivato in Italia, ma in Toscana ha delle varianti autoctone che potrebbero essere prese in considerazione” ha concluso Donatella Cinelli Colombini ricordando le varianti di Brucanico nel senese, Bobiano a Lucca, Albano ad Arezzo, Biancone a Cortona.

Il tavolo di confronto all’Enoteca Italiana Siena sul vino bianco delle aree interne

Obiettivo: intercettare i nuovi stili di consumo

I nuovi stili di consumo, soprattutto da parte della Generazione Z, possono quindi essere un’opportunità se si sposano ad azioni a lungo termine per valorizzare il patrimonio di vitigni bianchi. “Gli studiosi di viticoltura e gli agronomi come me – ha affermato Gennaro Giliberti dirigente direzione Agricoltura e sviluppo rurale della Regione Toscana intervenuto sul tema “La Toscana viticola che non ti aspetti” – “sanno bene che i grandi territori del vini rossi, come la Toscana centrale, generalmente producono anche grandi vini bianchi, mentre non sempre è vero il contrario. In una regione che declina le proprie eccellenze vitivinicole (e non solo) al plurale, potremmo dire che la Toscana non si è mai fermata al rosso e che investire le proprie energie (non solo economiche, ma anche tecniche ed organizzative) per esplorare aree meno consuete, rende più resiliente l’intera filiera e capace di guardare al futuro con fiducia”.

Giliberti ha ricordato come le sfide legate al cambiamento climatico ed al cambiamento dei consumi, specie nei giovani, stanno spingendo l’interesse delle imprese toscane sulle aree appenniniche interne: dalla Lunigiana alla Garfagnana, fino all’Amiata, passando dal Mugello e dal Casentino.

“Per assecondare questa nuova fase del “Vigneto Toscana” – ha concluso Giliberti – la Regione interviene su tutti gli anelli della filiera, dalla gestione del potenziale vitivinicolo (resa attraverso l’unico schedario grafico presente oggi in Italia), agli investimenti in vigna, in cantina e nella promozione UE ed extra-UE”.

Il tavolo di confronto all’Enoteca Italiana Siena sul vino bianco delle aree interne

I vitigni autoctoni rari vanto della Toscana

Abbiamo assaggiato vitigni autoctoni rari come Orpicchio, Grechetto, Procanico, Canaiolo Bianco e non solo Trebbiano e Malvasia. Costituiscono una risorsa ancora da approfondire. Interessante anche la sperimentazione di tecniche produttive alternative e talvolta originali” ha detto il presidente AIS Toscana Cristiano Cini dopo aver guidato la degustazione di 11 vini bianchi della Toscana Centrale. “Tutti prodotti dalle Donne del Vino – ha ribadito orgogliosamente la delegata regionale Donatella Cinelli Colombinia dimostrazione del contributo femminile al rinnovamento del vigneto toscano”.

Uno sforzo di creatività, coraggio “e scommessa sul potenziale ancora inespresso del territorio insieme a una forte determinazione a trovare soluzioni alla crisi del mercato” ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Siena Massimo Guasconi.

L’incontro di oggi ha rappresentato un passo fondamentale verso una nuova stagione per la viticoltura toscana – ha concluso la presidente di Enoteca Italiana Siena Elena D’Aquanno -. Aver ospitato questo primo tavolo di lavoro presso i locali di Enoteca Italiana Siena, nel cuore simbolico della storia del vino italiano, è per noi motivo di grande orgoglio. Abbiamo voluto fortemente favorire questo confronto tra ricerca scientifica, mondo produttivo e istituzioni, perché crediamo che la costruzione di un grande vino bianco autoctono per la Toscana interna possa essere una leva strategica per la valorizzazione del territorio, l’innovazione sostenibile e l’identità culturale. Il nostro impegno sarà quello di continuare a supportare questo percorso con visione, rete e competenze”.

Alla ricerca degli autoctoni a bacca bianca

Il fermento nella ricerca degli autoctoni a bacca bianca è stato confermato dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino che proprio a Siena è sorta 76 anni fa. “Ci sono già degli studi compiuti sui vitigni bianchi autoctoni di queste terre – ha sottolineato il presidente dell’Accademia, Rosario Di Lorenzo – che non solo confermano una naturale predisposizione a diventare grandi vini, ma dal punto di vista agronomico sono più resistenti ad attacchi fungini, quindi al cambiamento climatico, di quanto non lo siano i vitigni rossi”.

Le caratteristiche fenologiche e tecnologiche possono dunque trasformarsi in un’opportunità per valorizzare i vitigni autoctoni ad uva bianca, adando incontro alle nuove esigenze della viticoltura della Toscana interna.

Per il sistema vino toscano è un’opportunità importante che va sviluppata in sinergia tra istituzioni, università, CREA e produttori – ha assicurato Cesare Cecchi, presidente del Consorzio Vino Toscana.  Le conclusioni sono state affidate a Roberto Scalacci, direttore del settore Agricoltura della Regione Toscana: “L’idea di puntare sulla ricerca di un vino bianco, cosa che il mercato richiede sempre di più, è una strategia intelligente per affrontare il futuro in maniera sempre più competitiva”.

Questi i vini bianchi delle Donne del Vino della Toscana: Caporali Miriam Tenuta Valdipiatta Comune Di Montepulciano Nibbiano 2024 Uvaggio Sangiovese 80% – Trebbiano, Grechetto, Malvasia 20%; Contini Buonacossi Beatrice, Tenuta Di Capezzana Srl, Comune Di Carmignano, Trebbiano Di Capezzana 2024, Uvaggio 100% Trebbiano, Dei Caterina, Cantine Dei, Comune Di Montepulciano, Martiena 2023, Uvaggio 60% Malvasia Bianca Lunga 30% Chardonnay 5% Grechetto 5% Sauvignon Blanc, Grati Cristiana, Azienda Agricola Borgo Prunatelli, Comune Di Pontassieve, Canaiolo Bianco – Borgo Prunatelli 2018, Uvaggio Canaiolo Bianco 100% , Manuli Antonella, Fattoria La Maliosa, Comune Di Manciano e Pitigliano, La Maliosa Uni 2023, Uvaggio Procanico 100%, Monaci Clara, Corte Dei Venti, Comune Di Montalcino, Coccole 2024, Uvaggio Sangiovese 100%, Mori Lucia Podere Casaccia Di Moretti E Mori Lucia S.S. Comune Di Scandicci – Sine Felle Bianco 2023 Uvaggio Malvasia Bianca 40% – Vermentino 40% – Trebbiano 20% , Pascale Annabella, Tenuta Di Artimino, Comune Di Carmignano, Artumes 2024, Uvaggio 70% Trebbiano Toscano, 30% Petit Manseng, Passerin D’Entrèves Veronica, Dianella Comune Di Vinci – Orpicchio 2021, Uvaggio 100% Orpicchio, Samouti Mina, Fattoria Sardi, Comune Di Lucca, Vallebuia Bianco 2023, Uvaggio Trebbiano 100%,  Visentin Aurora, Cantina Del Testimone, Comune Di Montepulciano, Fortunato 2024, Uvaggio 33% Malvasia, 33% Trebbiano, 33% Grechetto.

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