Se potessi trasferirti ovunque nel mondo, dove andresti? Se lo è chiesto Lauren Markham, giornalista californiana del The Guardian, e tra le risposte possibili ha scelto un piccolo borgo toscano delle Colline Metallifere: Montieri, in provincia di Grosseto. Qui, dove l’ultima miniera ha chiuso negli anni ’90 e il rischio spopolamento è diventato una realtà concreta, è nata nel 2016 un’idea che ha fatto il giro del mondo: le case a 1 euro.
“Montieri è stata una città mineraria fin dalla sua fondazione, intorno all’anno Mille. Ma quando l’ultima miniera chiuse, la città fu catapultata in un ciclo di abbandono“, scrive Markham nel suo reportage pubblicato lo scorso luglio sul quotidiano britannico. Oggi, invece, il borgo è uno dei simboli più riusciti di rigenerazione grazie a un’idea che, come spiega il sindaco Nicola Verruzzi, ha saputo mescolare provocazione, intuizione e concretezza.
“La rigenerazione urbana nasce nel 2015, da una mancanza: non c’erano normative che sostenessero gli enti di fronte al depauperamento del patrimonio immobiliare privato. Si potevano fare ordinanze, ma non molto di più. Da lì l’idea: le case a 1 euro“, racconta il sindaco.
Una scommessa che oggi appare vinta, anche a giudicare dai numeri: oltre 70 immobili venduti, molte delle quali trasformate in case vacanze o nuove residenze, spesso da acquirenti stranieri. Ma il successo – spiega Verruzzi – non è stato solo immobiliare.
“È partita come un’iniziativa di marketing, ma poi si è tradotta in un’iniziativa di microeconomia territoriale. Abbiamo rivitalizzato il mercato, livellato i prezzi, creato un contesto favorevole anche per chi voleva restare o tornare a vivere qui. Giovani del territorio compresi“.
La giornalista californiana, nel suo viaggio tra i borghi italiani che vendono case a prezzi simbolici, è rimasta colpita da Montieri: dalla posizione geografica – a mezz’ora dal mare, nel cuore della Toscana – alla qualità della vita, fino al tessuto sociale e culturale in fermento. Un fermento che, come sottolinea il sindaco, va coltivato con costanza e politiche di lungo termine.
“I recuperi edilizi da soli non bastano. La sfida è creare comunità vive, attive, capaci di generare nuove energie. Abbiamo usato risorse comunali e bandi per incentivare ristrutturazioni, facciate, efficientamento energetico, ma occorre garantire anche servizi, nuovi spazi che rendano il territorio attraente e occasioni per restare“.
E così, accanto alle ristrutturazioni e ai trasferimenti, sono nate nuove attività commerciali, sono arrivati investitori americani, è cresciuta l’attenzione internazionale – persino una delegazione del Parlamento della Corea del Sud è venuta a studiare il caso Montieri – e si sono moltiplicati gli eventi culturali.
“Gli eventi sono un corollario importante. A breve parte la quindicesima edizione del Festival delle Viole, che porta sul nostro territorio alcuni dei migliori interpreti mondiali di musica barocca. È un festival riconosciuto anche dal Ministero della Cultura. Ma il cuore resta la vitalità del territorio. Senza una comunità viva, tutto il resto resta incompiuto“.