Nasce il “Distretto rurale castanicolo toscano” con un accordo sancito a Firenze, nella sede della Regione Toscana. La nuova realtà è frutto di un percorso di condivisione durato tre anni, che mira a rilanciare un settore cruciale per la produzione e l’economia rurale e punta ad esaltare l’identità e le tradizioni delle aree più fragili della Toscana. La Toscana diventa così la seconda regione, dopo la Campania, a dotarsi di uno strumento di questo tipo per valorizzare la castanicoltura.
Il Distretto castanicoltura toscano, come ha detto il presidente della Regione, rappresenta un pilastro della strategia per la Toscana diffusa. Con questo strumento si vuole tradurre in azioni concrete la volontà di sostenere le aree rurali e montane, contrastare lo spopolamento, valorizzare il paesaggio e promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile. Il distretto avrà una governance partecipata tra istituzioni, imprese e comunità locali per rafforzare le filiere produttive, recuperare castagneti abbandonati, incentivare innovazione e competitività.
La vicepresidente e assessora regionale all’agricoltura ha avuto modo di sottolineare che la nascita del Distretto rappresenti un passo fondamentale per il futuro di un comparto che, in Toscana, non ha solo un valore economico, ma anche storico, culturale, ambientale e identitario. Il Distretto nasce proprio da un percorso partecipativo promosso da Anci Toscana. Questo nuovo strumento consentirà di rafforzare le sinergie, promuovere innovazione e nuove opportunità di mercato, e valorizzare la castanicoltura toscana sotto il profilo della salute, del territorio, del paesaggio e della biodiversità.
Le funzioni del distretto
Il distretto castanicolo regionale nasce come strumento di aggregazione, per tutelare e valorizzare l’identità storica, culturale e agricola legata alla castanicoltura, per recuperare castagneti abbandonati, contribuendo a mantenere il presidio delle aree rurali, salvaguardando il territorio ed il paesaggio castanicolo che caratterizza gran parte della Toscana.
Il territorio di competenza è stato individuato sulla base dell’Inventario forestale toscano, integrato con i dati del sistema informativo Artea e ricomprende il territorio di 173 comuni distribuiti su tutta la regione. Di questi, il 98% della superficie castanicola del distretto ricade nel territorio della Toscana diffusa.
Anci Toscana è stata individuata come soggetto referente, con il supporto operativo dei Gruppi di azione locali.
I numeri del settore
La Toscana è la seconda regione italiana, dopo la Campania, per importanza dei castagneti da frutto, con il 18% delle aziende e il 20% delle superfici nazionali.
Vanta 5 denominazioni tutelate:
• Castagna del Monte Amiata IGP (fresche e secche),
• Marrone del Mugello IGP (fresche, secche, farina),
• Marrone di Caprese Michelangelo DOP (fresche e secche),
• Farina di castagne della Lunigiana DOP,
• Farina di Neccio della Garfagnana DOP.
A queste si aggiungono 17 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) a base di castagne e marroni.