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Andar per funghi in Toscana: regole, permessi e luoghi ideali

Dalla Garfagnana all’Amiata, la regione offre scenari unici per i cercatori di funghi. Ma per vivere questa esperienza occorre rispettare precise norme e fare attenzione ai rischi nei boschi

L’autunno in Toscana ha il profumo dei boschi e il fascino della ricerca dei funghi, una passione che ogni anno richiama migliaia di appassionati, dai cercatori esperti ai semplici curiosi. Ma per vivere questa esperienza in sicurezza e nel rispetto delle regole, è fondamentale conoscere la normativa regionale che disciplina la raccolta e i luoghi più suggestivi dove immergersi nella natura.

Le regole da seguire

In Toscana la raccolta dei funghi epigei è regolata dalla legge regionale 16/1999. L’autorizzazione non è più rilasciata dai Comuni ma direttamente dalla Regione Toscana ed è valida su tutto il territorio regionale. Sono esonerati solo i residenti che raccolgono nel proprio Comune di residenza.

Gli importi per il permesso variano da 13 euro (semestrale) a 25 euro (annuale), con riduzioni per chi vive in zone montane e per i ragazzi dai 14 ai 18 anni in possesso dell’attestato previsto dalla legge. I non residenti possono invece richiedere un’autorizzazione turistica: 15 euro per un giorno, 40 euro per una settimana, 100 euro per l’intero anno. In ogni caso, la ricevuta del pagamento deve essere sempre portata con sé insieme a un documento d’identità.

Il limite massimo consentito è di 3 chili al giorno a persona, con l’eccezione dei residenti delle aree montane che possono raccogliere fino a 10 chili nel proprio Comune. È inoltre vietata la raccolta di esemplari troppo giovani: i porcini, ad esempio, devono avere un cappello di almeno 4 centimetri.

Altre regole fondamentali: i funghi devono essere riposti in contenitori rigidi e areati (vietati i sacchetti di plastica), non possono essere utilizzati rastrelli o strumenti che danneggiano il terreno, e la raccolta è consentita solo dall’alba al tramonto. Nei parchi e nelle aree protette, inoltre, possono valere disposizioni specifiche.

Dove andare in Toscana

Le aree boschive della regione sono vaste e ricche di biodiversità. Le zone più rinomate per la raccolta dei funghi sono la Garfagnana, la Lunigiana,  ma anche l’Amiata e la Montagna Pistoiese. In questi territori si trovano i boschi più generosi, noti per porcini, ovuli e altre specie pregiate.

Gli appassionati sanno bene che i luoghi migliori non si svelano facilmente: il rispetto della tradizione e una certa “gelosia” verso i posti segreti fanno parte del fascino della ricerca. Ma ovunque si scelga di andare, è importante informarsi prima sulle eventuali limitazioni stabilite dai Comuni o dai gestori delle aree protette.

 © Chiara Bianchini

Sicurezza nei boschi

La passione per i funghi non deve mai far dimenticare la prudenza. In questi giorni si stanno verificando diversi incidenti nei boschi della Toscana: smarrimenti, cadute e malori che spesso richiedono l’intervento dei Vigili del Fuoco.

Prima di partire è bene pianificare l’uscita, evitare di avventurarsi da soli, indossare abbigliamento adatto e scarpe da trekking, portare con sé un cellulare carico e segnalare sempre a qualcuno il percorso scelto. In caso di dubbio sull’identificazione delle specie raccolte, è fondamentale rivolgersi agli Ispettorati micologici delle Aziende sanitarie, evitando rischi per la salute.

 

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