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© Costanza Baldini

Cultura /

Oro, colore e spiritualità: l’arte senza tempo di Beato Angelico che ha trasformato la pittura in preghiera

Dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026 una grande mostra tra Palazzo Strozzi e il Museo San Marco a Firenze racconta l’arte di uno dei maestri dell’arte italiana che seppe coniugare la spiritualità del Medioevo e l’innovazione del Rinascimento

Una grande mostra a Firenze rende omaggio a Beato Angelico, considerato il pittore della luce, simbolo dell’arte italiana del Quattrocento, maestro della prospettiva e del colore, capace di coniugare la spiritualità del Medioevo e le innovazioni del Rinascimento.

Oltre 140 opere tra dipinti, sculture, minature, tavole, disegni e sculture, riunite grazie a più di 70 diversi prestatori da tutto il mondo tra cui il Louvre di Parigi, la National gallery di Washington, il Moma di New York e i Musei Vaticani.

Sono questi i numeri di una mostra straordinaria e irripetibile aperta dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026 in due sedi: Palazzo Strozzi e il Museo San Marco a Firenze.

“Palazzo Strozzi torna a celebrare il Rinascimento fiorentino con la prima grande mostra dedicata a Beato Angelico a Firenze in oltre settant’anni: un’impresa straordinaria, resa possibile grazie alla collaborazione con il Museo di San Marco e al contributo delle più importanti istituzioni museali nazionali e internazionali” – dichiara Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi – Frutto di oltre quattro anni di ricerca e progettazione, sotto la guida sapiente di Carl Brandon Strehlke con Stefano Casciu e Angelo Tartuferi, questo progetto riafferma la centralità di Beato Angelico nella storia dell’arte e offre nuove scoperte sulla sua storia e la sua fortuna, in dialogo con i protagonisti della cultura figurativa del suo tempo. Con questa mostra, la Fondazione Palazzo Strozzi conferma il proprio ruolo di promotrice di ricerca e di conoscenza. La nostra istituzione trova così la metafora perfetta del dialogo tra tradizione e innovazione che la anima da sempre in Angelico, un artista che seppe guardare al passato e al proprio presente, proiettando un linguaggio nuovo verso il futuro”.

Annunciazione, Beato Angelico, Museo di San Marco, Firenze

La vita di Fra Giovanni: dal Mugello a San Marco

Guido di Pietro, questo il suo vero nome nasce a Vicchio nel Mugello nel 1395, fin da giovanissimo mostra un talento particolare nella pittura e nella miniatura, lavorando su codici liturgici e tavole devozionali.

Galansino: un artista che seppe guardare al passato e al proprio presente, proiettando un linguaggio nuovo verso il futuro

La sua educazione artistica si svolge a Firenze nelle botteghe di Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina.

Nel 1429 entra nel convento di San Domenico a Fiesole assumendo il nome di Fra Giovanni, poi nel 1436 si sposta nel Convento di San Marco a Firenze ed è Cosimo il Vecchio ad affidargli nel 1440 la direzione della decorazione pittorica.

A San Marco tra il 1440 e il 1445 Beato Angelico realizza uno dei cicli più importanti di tutta la sua carriera: dipingendo nelle 44 celle scene evangeliche di grande intensità meditativa, che dovevano servire ai frati come strumento di contemplazione e preghiera.

A Palazzo Strozzi tavole riunite per la prima volta in 200 anni

La mostra a Palazzo Strozzi è riuscita a riunire alcune delle tavole più importanti del pittore, tra cui alcune riunite per la prima volta in 200 anni, mettendole a confronto con pittori dell’epoca come come Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, ma anche scultori quali: Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia.

Rosso, azzurro, rosa, verde, e oro, oro, oro sono i colori accesi e modernissimi a colpire immediatamente chi guarda le sue tavole, oltre all’uso di una luce fortissima, capace di annullare le ombre.

Beato Angelico fu capace di coniugare le innovazioni prospettiche e luministiche introdotte da artisti come Masaccio con una straordinaria sensibilità mistica. Le sue opere trasmettono pace, purezza e intensità spirituale: i volti dei santi e degli angeli sembrano illuminati da una luce interiore.

Chiamato anche a Roma, Beato Angelico lavorò per Papa Eugenio IV e per Papa Niccolò V, affrescando la Cappella Niccolina in Vaticano (1447-1451), una delle testimonianze più alte della pittura religiosa quattrocentesca.

Morì a Roma nel 1455 e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva. La sua fama di uomo santo e umile lo accompagnò ben oltre la vita terrena. Nel 1982 papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato, riconoscendo la sua arte come espressione autentica di fede e preghiera.

Beato Angelico rappresenta un caso unico nella storia dell’arte: un artista capace di esprimere il senso del divino attraverso la pittura, anticipando per sensibilità e armonia i grandi maestri del Rinascimento.

Nei volti dei suoi santi e delle sue Madonne, lo sguardo ritrova oggi la stessa luce che Beato Angelico accese sei secoli fa: una luce che non smette di commuovere ed emozionare.

Christ Crowned with Thorns, c.1430s (tempera on wood)

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