A volte le idee più rivoluzionarie nascono da un bisogno semplice: capire ed essere capiti. È da qui che prende vita Tradooko, l’app toscana creata da Niccolò Raffaelli per abbattere le barriere linguistiche e dare voce a chi, per ragioni diverse, non può comunicare liberamente. Dalla difficoltà di imparare una lingua straniera alle esigenze delle persone sorde, Tradooko trasforma la tecnologia della traduzione in uno strumento di inclusione.
“Il progetto è nato nel 2023 – racconta il fondatore –. Avevo lavorato in contesti internazionali e mi ero reso conto di quanto fosse difficile imparare una lingua in tempi brevi. Mancava un’app capace di tradurre in tempo reale senza dover tenere premuto ogni volta un tasto. Da lì è partita la scintilla”.
Designer industriale con un background nell’information technology, Niccolò ha unito le sue competenze alla passione per i progetti a impatto sociale. L’obiettivo iniziale era facilitare la comunicazione nei meeting aziendali multilingue, ma il progetto si è presto ampliato, incontrando nuovi mondi e nuovi bisogni.
“Durante la fase di sviluppo ho conosciuto un insegnante di lingua dei segni negli Stati Uniti – continua –. Mi ha spiegato le difficoltà delle persone sorde e il fatto che non esista una lingua dei segni universale. Così ho deciso di inserire nell’app funzioni che permettessero anche ai non udenti di leggere istantaneamente ciò che un interlocutore stava dicendo”.
Dalle università agli sportelli pubblici: la tecnologia al servizio delle persone
Tradooko oggi è una soluzione hardware e software che offre traduzione e accessibilità simultanea, grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, in contesti pubblici e privati. “Non è un semplice traduttore come quelli offerti dalla rete. Noi forniamo un sistema completo per enti pubblici, aeroporti, ospedali e aziende: tablet già configurati con l’app, che permettono la comunicazione tra persone con lingue o abilità diverse”.
La piattaforma consente infatti di tradurre in tempo reale tra lingue diverse, rendendo il dialogo possibile anche tra persone che non condividono lo stesso idioma. È una tecnologia pensata non solo per l’inclusione delle persone sorde, ma anche per superare le barriere linguistiche tra cittadini e istituzioni, turisti e operatori, studenti e docenti.
Il funzionamento è facile e rivoluzionario: la persona udente parla, il testo viene trascritto e tradotto istantaneamente sullo schermo; chi è sordo o straniero può digitare la risposta e l’app la legge ad alta voce.
“In questo modo – aggiunge il designer innovatore – una persona non udente può andare allo sportello del Comune o all’aeroporto, leggere ciò che l’operatore dice e rispondere digitando. È uno strumento che apre davvero una nuova fase per l’inclusione”.
Un progetto toscano che guarda al mondo

Oggi Tradooko è attivo nel Comune di Bagno a Ripoli e in fase di sperimentazione in altre amministrazioni, oltre ad aver stretto contatti con diversi aeroporti italiani.
L’applicazione è già in uso anche in ambito accademico: l’Istituto Europeo di Design (IED) di Firenze e Torino la utilizza per rendere le lezioni accessibili agli studenti sordi. E nel 2025 Tradooko ha vinto la Startup Competition di Accessibility For Future a Udine, riconoscimento assegnato alle idee europee che uniscono innovazione e accessibilità. In quel contesto la startup ha vinto anche il premio come Best Digital Startup.
Nonostante la giovane età del progetto, le prospettive di crescita sono concrete: “Il nostro obiettivo è crescere a livello nazionale e internazionale; diversi enti italiani ci stanno contattando – conclude Raffaelli –. Ci piacerebbe che Tradooko venisse adottato dalla Regione Toscana, che da sempre è attenta ai temi dell’inclusione e dell’innovazione. Diventerebbe la prima Regione in Italia a utilizzare in modo sistematico una tecnologia capace di abbattere le barriere linguistiche”.