La Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze ospita “Il Tempo Fluido”, prima tappa del progetto triennale ideato da Valentina Gensini e Xiuzhong Zhang, dedicato alla videoarte cinese contemporanea.
La mostra aperta fino al 17 dicembre presenta quattro opere multicanale di Che Jianquan, artista cinese di fama internazionale già protagonista al Padiglione Cina della 60ª Biennale di Venezia 2024.
Le opere di Jianquan combinano pittura, video, scrittura e installazioni interattive, esplorando il rapporto tra uomo, natura, memoria e tempo.
“Arriva nel cuore di Palazzo Vecchio, in sala d’Arme, questa mostra che arricchisce la nostra città di una visione contemporanea che dialoga col passato – ha commentato l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Giovanni Bettarini – Una visione interessante perché è come un distillato della cultura cinese, del modo in cui vedono il contemporaneo attraverso installazioni video. Che Jianquan è un artista speciale che oggi, grazie alla curatela di Valentina Gensini, abbiamo accolto a Firenze con questa mostra, un primo evento in un ciclo triennale di mostre che ripercorrono questa cultura”.
Che Jianquan, professore e supervisore di dottorato in prestigiose accademie cinesi, unisce filosofia tradizionale e ricerca contemporanea per esplorare l’interazione tra uomo, cultura e natura, con esposizioni internazionali che spaziano dalla Biennale di Venezia alla Triennale di Guangzhou.
L’esposizione offre un’esperienza immersiva e contemplativa, invitando il pubblico a riflettere sul tempo, sulla memoria e sulle tensioni tra passato e modernità.
È realizzata da MAD Murate Art District – Fondazione MUS.E e Zhong Art International, con il sostegno di Regione Toscana nell’ambito del programma Toscanaincontemporanea2025 e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Le videoproiezioni
Pavilion (2003–2022) meditazione visiva sulla trasformazione e la ciclicità della natura attraverso riprese ripetute di un padiglione.
Meditation of Uncertainty (2021) riflessione sulla fragilità umana e l’incertezza esistenziale, ambientata nei casinò di Macao.
Water Scroll (2024) esplorazione dei paesaggi storici di Kinmen, Taiwan, intrecciando memoria, conflitto e resilienza del territorio.
Smoke (2022–2023) dialogo tra memoria storica e trasformazioni contemporanee nei Mausolei della Dinastia Song.
“La mostra seleziona quattro installazioni video tratte da oltre vent’anni di produzione artistica di Che Jianquan: Pavilion (2003–2022), Meditation of Uncertainty (2021), Water Scroll (2024), e Smoke (2022–2023) – spiega Gianni Zhang, presidente di Zhong Art International – Queste quattro opere sono state realizzate in luoghi e momenti completamente differenti. La narrazione si sviluppa a partire da questi luoghi specifici. Attraverso un metodo di indagine sul campo, le opere attraversano i confini dello spazio e del tempo, mettendo in rilievo il legame e il confronto tra tradizione e contemporaneità, l’intreccio e il dialogo tra il presente e il passato. Assumendo il paesaggio naturale e sociale come soggetto, esse intrecciano sguardo, meditazione e paesaggio, costruendo una forma di narrazione visiva che esplora la tensione tra modernità e tradizione, tra sacro e quotidiano. Nella compresenza della saggezza antica e delle contraddizioni del nostro tempo, il pubblico è invitato a riascoltare la complessità del reale e l’esperienza concreta del tempo, per ritrovare un modo di abitare nuovamente dentro il tempo stesso”.
