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Il Parco della Maremma custodisce il buio: la spiaggia di Collelungo tra i cieli più puri d’Italia

L’indagine del CNR si è concentrata sulla spiaggia di Collelungo, uno dei luoghi più isolati del Parco e particolarmente adatto all’osservazione del cielo notturno, dove in condizioni ottimali è possibile ammirare chiaramente la Via Lattea

Cielo - © Stefano Picciau

Il cielo del Parco regionale della Maremma è uno dei più bui e incontaminati d’Italia, tanto da poter essere definito una vera e propria “riserva di buio”.

Questo è quanto emerge dal Monitoraggio della qualità del cielo condotto dall’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-IBE), a cura di Luciano Massetti, tra il 2022 e il 2025.

L’indagine si è concentrata sulla spiaggia di Collelungo, uno dei luoghi più isolati del Parco e particolarmente adatto all’osservazione del cielo notturno, dove in condizioni ottimali è possibile ammirare chiaramente la Via Lattea.

Il monitoraggio rientra nel progetto di “Analisi della vegetazione dei sistemi dunali costieri presenti nel Parco della Maremma in relazione alle caratteristiche ambientali e alle condizioni climatiche”, coordinato dall’Università degli Studi di Pisa.

“Il cielo notturno – spiega Simone Rusci, presidente del Parco regionale della Maremma – viene considerato non solo come elemento scientifico e ambientale, ma anche come risorsa culturale, paesaggistica e turistica, in linea con i criteri promossi da Dark Sky International che definiscono, appunto le ‘riserve di buio’. Lo studio si è concentrato nell’area retrodunale della spiaggia di Collelungo, in una zona relativa schermata dai monti dell’Uccellina, che risente, in misura variabile dell’illuminazione proveniente da Alberese, Grosseto, Marina di Grosseto, Principina a Mare e Porto Santo Stefano”.

Lo studio si inserisce in contesto di monitoraggio dell’inquinamento luminoso, che è l’alterazione della luce naturale dovuta a sorgenti antropiche. Un elemento che, in Italia, impedisce all’80% della popolazione di vede la Via Lattea.

Con l’indagine condotta sulla spiaggia di Collelungo si è misurata la brillanza del fondo del cielo visto dall’arenile, tenendo conto anche di come il livello di buio cambia in relazione alle stagioni, ai cicli lunari e alle condizioni meteorologiche.

“Il monitoraggio – prosegue Rusci – fornisce anche dati utili per pianificare l’illuminazione e la valorizzazione del Parco come attrattiva per l’astroturismo, identificando alcune aree della zona tutelata, come punti ideali per l’osservazione del cielo”.

Il sito di Collelungo, in condizioni ottimali, ovvero in assenza di luna e con il cielo sereno, raggiunge una brillanza di 21.2 mpsas (magnitudo per arcosecondo quadrato) e in questo contesto è facile poter godere della vista della Via Lattea.

L’estate è la stagione più buia, mentre l’inverno è più luminoso del 90% a causa dell’instabilità atmosferica e della nuvolosità che riflette le luci artificiali. Circa il 48% delle ore notturne annuali presenta condizioni di cielo sereno, ideali per l’osservazione astronomica.

Tra quelle analizzate la zona della Torre di Collelungo è la più buia, mentre l’inquinamento luminoso aumenta progressivamente verso la foce dell’Ombrone e il centro abitato di Alberese.

“Il Parco della Maremma, quindi – conclude Rusci -, si qualifica come un’importante isola di conservazione del buio e questo elemento rafforza la necessità di gestire alcune aree del territorio come zone protette, preservando le caratteristiche naturali. La ricerca proseguirà anche nei prossimi mesi, quando, attraverso l’impiego di nuovi prototipo si cercherà di misurare anche la nuvolosità notturna e l’estensione del monitoraggio alla parte meridionale del Parco”.

Foto di Stefano Picciau

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