Prende il via il progetto sperimentale lanciato dalla Regione Toscana all’inizio dell’anno con un doppio obiettivo: offrire maggiori servizi diagnostici sanitari nei territori dove ciascuno vive ma anche, potenziando l’offerta, contenere le liste di attesa.
I cittadini potranno così sottoporsi ad un’ecografia al torace e all’addome, al collo e ai tessuti molli, ad un elettrocardiogramma, esame Holter o ecodoppler, ad una spirometria od ad un emogas, ma anche ad infiltrazioni contro il dolore oppure a dosaggi di creatinina e glicemia glicata ed altre prestazioni diagnostiche direttamente dal medico di famiglia. In modo dunque più veloce e senza spostarsi troppo lontano da casa.
Sono 269 i medici di medicina generale di tutta la Toscana che si sono dichiarati disponibili ad attivare servizi di diagnostica leggera ed hanno risposto all’avviso pubblicato a giugno dalle Asl. Ogni medico ha potuto candidarsi in base alla propria disponibilità e competenza.
Sono previsti due livelli di presa in carico possibili, a seconda della complessità dell’esame, e attività diverse a seconda della patologia, con cinque percorsi indirizzati alla presa in carico di disfunzioni respiratorie, malattie cardiovascolari e scompenso cardiaco, diabete, visite assistite da un’ecografia e medicina del dolore.
Nel dettaglio sono 179 i medici di famiglia che hanno risposto alla chiamata nei territori dell’Asl Toscana Centro. La loro disponibilità consentirà di attivare 229 percorsi ambulatoriali sperimentali di primo livello e 45 di secondo livello.
Nell’Asl Toscana Sud Est sono 64 i medici di medicina generale che si sono fatti avanti con 51 ambulatori di primo livello e 77 di secondo.
All’avviso dell’Asl Toscana Nord Ovest hanno risposto in ventisei. Gli ambulatori di primo livello sono trentasette e quelli di secondo dodici.
La fase sperimentale durerà un anno ed è stata finanziata dalla Regione. Le aziende sanitarie metteranno a disposizione le apparecchiature necessarie, ma i medici che aderiscono al progetto potranno usare anche le proprie.
I medici di famiglia potranno prendere in carico direttamente il paziente in entrambi i percorsi oppure erogare le prestazioni di primo livello e organizzare la presa in carico di secondo attraverso un collega che aderisce al progetto e che fa parte della stessa aggregazione funzionale territoriale (in sigla Aft), ovvero quel raggruppamento di medici che insieme garantiscono nell’ambito di uno specifico territorio la copertura dell’intera giornata per cinque giorni a settimana.
Anche un medico che non aderisce al progetto potrà inviare i propri assistiti ad un collega della stessa Aft.