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Alberi da tutelare come monumenti: in Toscana sono 78 gli esemplari da proteggere

Pubblicato il censimento del ministero delle Politiche agricole e forestali. Tra le piante monumentali anche il cedro, la quercia, il gelso, l’abete e l’olivo

Alberi monumentali - © ON-Photography Germany

Maestosi come monumenti, da proteggere, da ammirare. I giganti dei boschi sono alberi che colpiscono non solo per la loro grandezza, ma soprattutto per quella bellezza che sa custodire il passato e le promesse del futuro. In Toscana sono ben 78, come si legge nel censimento effettuato dal ministero delle Politiche agricole e forestali, e sono sparsi in tutta la regione.

I giganti in Toscana

L’esemplare più alto, con i suoi 54 metri ed una circonferenza del fusto di 840 centimetri è una sequoia sempreverde che si trova al Castello di Sammezzano nel comune di Reggello mentre l’esemplare che si trova più in alto sul livello del mare, a 1.280 metri, è un abete bianco nel comune dell’Abetone. Sono alcune delle perle che individua la Coldiretti Toscana.

A Prato spetta il primato toscano per la presenza di alberi monumentali, ben 21 censiti, segue a ruota Firenze con 19. Seguono a distanza Arezzo e Siena con 8 alberi vincolati, poi Pistoia e Pisa con 7, Lucca ne conta 5 e Grosseto 3. Tra le specie tutelate c’è il cipresso comune, la quercia, il gelso nero e bianco, il leccio ma anche l’olivo, il tasso, il faggio, l’ippocastano, il castagno, il platano, il pino domestico, il tiglio selvatico e la tuia occidentale. E ancora l’acero, il cedro azzurro dell’Atlante e la sughera.

Gli esemplari vincolati in Italia sono 4.006

Sono 401 i nuovi alberi vincolati, per un totale di 4.006 aesemplari censiti per il particolare pregio naturale e culturale. Nell’elenco sono inclusi esemplari che presentano particolari caratteristiche come l’elevato valore biologico ed ecologico per età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali. Rilevano anche l’importanza storica, culturale o religiosa rivestita sul territorio e la capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.

Tra le nuove iscrizioni spiccano per numerosità i cedri, le querce, i platani e i faggi, mentre fanno la loro prima comparsa nell’elenco del ministero alcune specie come l’acero palmato rosso, la camelia e l’anagiride.

Per maestosità si contraddistinguono il cedro del Libano nel Parco di Villa Mirabello a Varese, con un fusto di oltre 11 metri di circonferenza e un’ampia chioma che si estende in modo simmetrico e regolare con un diametro di 36 metri, la farnia di Barano d’Ischia in provincia di Napoli, con una circonferenza di 8,6 metri e un’età stimata di circa 350 anni, e il castagno di Sorbo San Basile in provincia di Catanzaro, con un tronco di 8,4 metri di circonferenza e risalente al 1700.

 

 

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