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Antonio Canova e il Neoclassicismo a Lucca: in mostra anche dodici sculture inedite

Si apre l’8 dicembre alla Cavallerizza l’esposizione curata da Vittorio Sgarbi che fino al prossimo 29 settembre vede dialogare le opere di Canova con quella di artisti lucchesi, primo tra tutti Pompeo Batoni

Tutto pronto allo spazio Cavallerizza di Piazzale Verdi per la mostra “Antonio Canova e il Neoclassicismo a Lucca“, curata da Vittorio Sgarbi, che si aprirà domani e fino al 29 settembre esporrà le opere di Canova insieme a quelle degli artisti lucchesi.

“L’idea di questa mostra – spiega Vittorio Sgarbi – non è tanto l’influenza dell’arte di Canova sugli artisti lucchesi, ma una consonanza in luoghi lontani e senza condizionamenti reciproci di due artisti fondamentali: Pompeo Batoni e Antonio Canova. In entrambi agisce un profondo sentimento di nostalgia. È la memoria dell’antico che si fa mito, una forte, inarrestabile tensione, che rappresenta lo spirito stesso del gusto neoclassico. Il dialogo tra le sculture di Antonio Canova e i dipinti dei pittori lucchesi indica un sentire comune. L’esperienza romana è fondamentale per Canova e procede, con analoghe esperienze ed emozioni, in parallelo con quella del lucchese Bernardino Nocchi.”

Gli artisti lucchesi e toscani in mostra

Il percorso espositivo parte in linea temporale proprio con Pompeo Batoni del quale sono presenti alcuni capolavori tra cui Ritratto di Abbondio Rezzonico, Senatore di Roma, dalle Gallerie Nazionali d’Arte Antica e una straordinaria coppia di dipinti (Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo; Atalanta piange Meleagro morente) recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Un altro lucchese che con questa mostra si intende riportare alla lucee è Bernardino Nocchi, che si avvicina alle novità neoclassiche proprio grazie all’amicizia con Canova, del quale traduce la scultura in pittura e disegno, come si vede nel dipinto di Alexandrine de Bleschamps come Tersicore, esposto accanto all’omonima scultura di Canova. È presente anche il talentuoso allievo di Nocchi, Stefano Tofanelli, il quale si ritrae con il maestro nel notevole dipinto proveniente dal Museo di Roma: Autoritratto con il fratello Agostino, il padre e Bernardino Nocchi.

Allargando lo sguardo al territorio toscano troviamo Lorenzo Bartolini, le cui sculture sono considerate l’esempio più alto di un’armonica fusione di naturalezza e perfezione meditate sulla nobile scultura fiorentina del Quattrocento e ancora, tra gli altri, una pittrice da riscoprire: la preziosissima Matilde Malenchini, molto stimata da Canova.

La mostra “Antonio Canova e il Neoclassicismo” a Lucca

Tra le opere di Canova anche Le Grazie e 12 teste inedite

In mostra a Lucca numerose opere tra dipinti e le più significative sculture di Canova provenienti dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, dove si preserva l’importante testimonianza della produzione artistica del grande maestro. Tra queste anche una delle più iconiche sculture, Le Grazie, che è stata di recente restarata.

Si presentano a Lucca, per la prima volta, anche dodici sculture inedite, tracciate ma fino a oggi disperse, di Canova, mai viste prima, così come uscirono dallo studio romano dello scultore. Sono le teste di alcuni dei maggiori capolavori partoriti dal genio di Canova, come la Ebe, la Tersicore, la Venere italica, o la Paolina Borghese come Venere vincitrice e si tratta, nella maggior parte dei casi, di calchi ricavati dalle sculture finite, a eccezione del Paride e della Beatrice le quali sono invece i modelli per l’esecuzione delle versioni marmoree. Sono infatti le uniche con le cosiddette repère (quelle piccole borchie usate dagli sbozzatori dello studio di Canova come punti di trasporto dal gesso al blocco di marmo).

“Queste dodici teste ideali – spiega Sgarbi – sono un segmento autonomo, staccato, dell’universo della Gypsotheca di Possagno, un satellite che si ricompone quasi a coronamento delle appena concluse celebrazioni per il secondo centenario della morte di Canova. La collezione, dopo questo primo approdo a Lucca, grazie al contributo e al progetto di Banca Ifis, potrà rappresentare Canova nel mondo.”

Il percorso espositivo trova la sua conclusione con Francesco Hayez che apre il Romanticismo distaccandosi dalle rigidezze neoclassiche con la disinvoltura e il sentimento di cui è intriso il Ritratto dell’Ingegner Giuseppe Clerici qui esposto.

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