Cultura/

Archeologia, il ritorno a Giannutri del Mosaico del Labirinto

Dopo trent’anni dal distacco dell’opera e terminato il restauro, oggi è esposto all’interno della Villa romana dei Domizi Enobarbi

Il mosaico del labirinto di Giannutri – © Archivio Cassio

Il Mosaico del Labirinto è tornato a casa all’isola di Giannutri. Trent’anni fa era stato distaccato dalla sala dove era stato ritrovato nel sito archeologico della Villa romana dei Domizi Enobarbi. Dopo “un’opera di recupero importante e delicata durata” molti anni, si spiega dall’ente Parco dell’Arcipelago, le tessere bianche e nere “hanno ritrovato” il loro antico splendore.

Il Mosaico del Labirinto era il reperto più prezioso delle stanze decorate da mosaici geometrici all’interno della Villa Romana. La dimora fu quartier generale per i velieri in transito nei mari e per l’otium dei nobili romani del I secolo dopo Cristo. Ospitò gli antenati di Nerone. Dal 2015 è stata riaperta al pubblica con visite guidate, grazie a un accordo tra Parco e Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo.

Significativo il coinvolgimento del Rotary Club sia a livello distrettuale (Distretto 2071- Toscana) che locale (Club di Grosseto e di Monte Argentario) per il ritorno del mosaico sull’isola.

Il restauro del mosaico del labirinto di Giannutri – © Archivio Cassio

Oggi campeggia al centro del labirinto il mito greco di Teseo che uccide il Minotauro e di lato quello di Arianna che attende il suo eroe impugnando il famoso gomitolo di filo” si spiega dall’ente Parco. Il mosaico, viene ricordato, al momento del ritrovamento si presentava “in condizioni di gravissimo degrado”.

Da qui il distacco per esigenze di tutela nel 1991. In questi 30 anni è stato custodito al Museo archeologico di Firenze. Si è proceduto al restauro in laboratorio, alla pulizia, sanando e integrando le parti mancanti con tessere ottenute con materiale originale recuperato sull’isola.

La Villa Romana di Giannutri

Per la parte inferiore, perduta, è stata realizzata “una semplice incisione su una campitura neutra” a suggerire lo schema originale. Ora finalmente il ritorno sull’isola nella Villa Romana che ospita un centro di documentazione.

La posizione attuale non è quella del primo rinvenimento, davanti all’ingresso della villa: per “ragioni di conservazione” è stato posto al chiuso, nel cosiddetto ‘criptoportico‘. “Ringrazio la Soprintendenza per questo lavoro incredibile, e tutti coloro che hanno collaborato e contribuito a dare nuova vita a questo gioiello” le parole di Giampiero Sammuri, presidente dell’Ente parco.

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