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Tartufo patrimonio dell’umanità, Toscana in festa per l’ok dell’Unesco

L’entusiasmo di Montalcino e di San Miniato, a Montopoli in Val d’Arno organizzata una caccia straordinaria con ospiti vip

La 50esima edizione della mostra mercato del tartufo bianco a San Miniato - © Raffaella Galamini

Toscana in festa: la tradizionale pratica della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia‘ entra nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Dal Comitato dell’Organizzazione mondiale per l’educazione, la scienza e la cultura, a Parigi, il sì ufficiale al riconoscimento della candidatura che valorizza una pratica rurale nei numerosi territori tartufigeni italiani. Entusiasmo alle stelle in Toscana a cominciare da Montalcino a San Miniato mentre a Montopoli in Val d’Arno per festeggiare il traguardo è scattata una caccia al tartufo con ospiti illustri.

Un iter avviato dall’istanza delle associazioni dei tartufai ai ministeri della Cultura e dell’Agricoltura otto anni fa, fino alla presentazione a marzo 2020 dalla Farnesina della candidatura illustrata dalla sottosegretaria alla Cultura Borgonzoni. L’ok dell’Unesco era stato auspicato ad ogni livello già nel corso dell’inaugurazione della 50esima edizione della mostra mercato del tartufo di San Miniato. che a San Giovanni d’Asso, paese che oltre ad ospitare un’altra delle manifestazioni leader è pure la sede dell’associazione nazionale città di tartufo.

L’arte della ricerca del tartufo coinvolge in Italia una rete nazionale composta da circa 73.600 detentori e praticanti, chiamati tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani (FNATI), da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di circa 44.600 unità e da altre 12 Associazioni di tartufai che insieme all’Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT) coinvolgono circa 20.000 liberi cercatori e cavatori.

Oggi è un giorno storico per i tartufai toscani e per le comunità di San Miniato e di San Giovanni d’Asso – la reazione del presidente del Consiglio regionale Antonio MazzeoÈ un riconoscimento di cui andare orgogliosi, perché il tartufo bianco rappresenta un’eccellenza toscana, e al tempo stesso è un riconoscimento alla coppia cavatore-cane, custode del territorio e simbolo della perfetta simbiosi tra uomo e natura”.

L’impegno della Regione Toscana

Un’altra perla, che onora e rafforza l’immagine internazionale della Toscana. Il tartufo e il suo mondo sono una grande eccellenza del nostro territorio, raccontano una storia, sempre rinnovata, di saperi, di qualità, di tradizioni e di gusto – così la vicepresidente e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi, che è stata di recente nominata ambasciatrice del tartufo a San Miniato – ma anche le più grandi tradizioni hanno bisogno di sostegno e di politiche che ne assicurino la continuità. Non a caso quest’anno abbiamo aumentato di 120mila euro le risorse destinate al bando rivolto ai Comuni per le attività di promozione e valorizzazione del tartufo e alle associazioni dei tartufai per attività di miglioramento delle tartufaie, portando l’ammontare complessivo a 210mila euro. Il tartufo è già ora un grande attrattore di turismo enogastronomico di alto livello, e quindi creatore di lavoro e di ricchezza, e questo riconoscimento, oltre a renderci orgogliosi, non fa che confermare e rafforzare anche questa vocazione toscana”.

Il maxi tartufo trovato da Cristiano Savini a Palaia – © Niccolò Leone

Un riconoscimento ai territori

Doppietta: è la parola giusta per esprimere la soddisfazione dell’amministrazione comunale di Montalcino che vede la Val d’Orcia nuovamente premiata dall’Unesco. “Un primo traguardo che vuole rappresentare un punto di partenza, nella valorizzazione di questo pregiato prodotto della natura – il commento del sindaco Silvio FranceschelliUn obiettivo raggiunto grazie al percorso sinergico intavolato dall’Associazione nazionale città di tartufo e che vede salire a due i riconoscimenti dopo quello ottenuto nel 2004 dal territorio. Pur essendo un prodotto della terra spontaneo, l’iscrizione vuole rappresentare la valorizzazione della tradizione culturale che si tramanda di generazione in generazione”.

Il tartufo come espressione non solo di un territorio ma soprattutto di una certa cultura contadina da preservare. “Più che il prodotto tartufo, oggi l’Unesco – conclude il vice sindaco e assessore alle attività produttive di Montalcino Angelo Braconiriconosce e tutela le tradizioni, le memorie e le pratiche che coinvolgono le persone, dall’addestramento dei cani, alle tecniche di ricerca, dalla conservazione all’utilizzo in cucina. Al presidente dell’associazione Michele Boscagli i più vivi complimenti per il risultato ottenuto”.

Grande l’entusiasmo anche a San Miniato che ha festeggiato quest’anno la 50esima edizione della mostra mercato. “Sono felice per questo riconoscimento e faccio i complimenti a tutto il gruppo che da anni lavora affinché la cerca e la cavatura del tartufo in Italia diventi patrimonio immateriale dell’umanità. Per San Miniato è una bella giornata” assicura Marzio Gabbanini, presidente di Fondazione San Miniato Promozione. “Dopo essere riusciti a organizzare con successo la 50/a edizione della nostra Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Colline Sanminiatesi – ha aggiunto Gabbanini – questo è sicuramente un bellissimo regalo di Natale”.

Per festeggiare il riconoscimento Unesco in Toscana, nei boschi di Montopoli in Val d’Arno (Pisa), nella Tenuta Varramista, si sono dati appuntamento personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo insieme ai tartufai dell’associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi, alla giunta comunale di Montopoli e ai sindaci e amministratori della zona. Alla ricerca del tartufo hanno partecipato, tra gli altri, anche Renzo Uliveri, presidente dell’associazione nazionale degli allenatori di calcio, Alessio Battini, campione mondiale di beach soccer, Carlo Sestini e una delegazione dei campioni del mondo di Tiro a Volo.

 

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