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Stop ai voli da Peretola, lo scalo chiude per l’emergenza Covid19

L’aeroporto di Firenze chiude ai passeggeri, attivo solo per merci e presidi sanitari. Resta operativo quello di Pisa

Dopo il drastico calo dei passeggeri e il taglio dei voli di tante compagnie aeree a seguito dei provvedimenti del Governo per contenere l’emergenza coronavirus, la ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli ha disposto la chiusura di alcuni scali italiani, tra cui l’aeroporto di Firenze. Resterà invece in funzione l’aeroporto Galileo Galilei di Pisa, che è anche scalo militare, dove nel giro di 48 ore saranno dirottati tutti i voli ancora attivi di Peretola.  Lo scalo fiorentino resterà operativo solo per le merci e le emergenze sanitarie o di altra natura.

Le disposizioni del decreto sono in vigore fino al 25 marzo 2020 e mirano a razionalizzare il servizio del trasporto aereo lasciando operativo un solo aeroporto per regione. Tra gli aeroporti chiusi, insieme a Firenze, ci sono quelli di Milano Linate, Bergamo Orio al Serio, Verona, Reggio Calabria e Brindisi.

Toscana Aeroporti, società che gestisce entrambe gli scali toscani, proprio nel tardo pomeriggio di ieri aveva comunicato il drastico calo di passeggeri per i primi 11 giorni di marzo: -55,2% Firenze passeggeri persi) e -52% Pisa.

“L’imposizione di blocchi – ha dichiarato Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti – o di un periodo di quarantena da parte di un crescente numero di Paesi, sta comportando la cancellazione, per il mese di marzo e per alcune settimane del mese di aprile, di voli su tutti gli scali italiani tra cui, naturalmente, anche quelli toscani. Alla data dell’11 marzo 2020 la perdita stimata per il solo mese di marzo, tra voli cancellati e riduzione del fattore di riempimento (Load Factor) sui voli effettivamente operati, è di circa 428.000 passeggeri, di cui 170.000 sull’aeroporto di Firenze e di circa 258.000 su quello di Pisa. Per contrastare questa difficile situazione, il Gruppo Toscana Aeroporti ha tempestivamente predisposto una serie di contromisure mirate all’adeguamento dei costi alla ridotta domanda di traffico, come le ferie obbligatorie per i lavoratori che non debbano garantire un presidio e, ove possibile, il telelavoro. La società attiverà inoltre le procedure per ricorrere all’istituto della Cassa Integrazione.”

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