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Fondazione Michelucci, in calo la popolazione carceraria nei 16 penitenziari toscani

Il garante Fanfani ha richiamato l’attenzione sul tema degli spazi per l’affettività dietro le sbarre e sulla condizione delle donne detenute

Ex Carcere di San Gimignano

Le persone detenute in Toscana al 31 gennaio 2021 sono 3.159 (3.071 uomini e 88 donne), un dato diminuito rispetto ai 4.242 detenuti presenti a fine 2011. E’ la fotografia delle carceri in Toscana che emerge da una ricerca della Fondazione Michelucci, presentata a Firenze nel corso del convegno organizzato dal Garante per i diritti dei detenuti della Toscana, Giuseppe Fanfani. L’analisi rileva che il sistema penitenziario toscano presenta una situazione piuttosto articolata: conta oggi 16 istituti penitenziari per adulti.

Le persone detenute di origine straniera risultano pari al 49,8% dell’intera popolazione detenuta in regione. Le persone detenute tossicodipendenti, al 31 dicembre 2020, erano 911, pari al 28,4% del totale e, di queste, 435 (il 47,7%) erano di origine straniera. Alla stessa data le persone detenute per reati legati agli stupefacenti erano 1.092 (il 34,1%), delle quali 663 erano di origine straniera (il 60,7%). Dalla ricerca emerge inoltre che le presenze negli istituti penitenziari minorili in Toscana a fine 2020 erano complessivamente 278.

I problemi delle donne detenute

Molto contenuta, in Toscana, la presenza di donne detenute, ferma al 3% sul totale della popolazione carcerata, a fronte di una media nazionale pari al 4,2%. Alla fine del dicembre 2020 le donne detenute erano in tutto 97, tutte all’interno dell’istituto di Firenze Sollicciano.

La riflessione sulla condizione delle donne detenute, inserite in un’istituzione pensata per gli uomini e assoluta minoranza nel mondo carcerario, ha messo in luce i pregiudizi sul genere – ha detto Fanfaniche nel carcere hanno una maggiore persistenza rispetto al mondo esterno. Si sono discusse proposte di approcci differenti alla detenzione femminile, che restano aperte come possibili alternative. La ricerca è un passo avanti, uno strumento che può servire a progredire verso un cambiamento reale“.

Spazi per l’affettività in carcere

Quello dell’affettività delle persone detenuteè un tema discusso oramai da anni, su cui numerose sono state le proposte di legge presentate in Parlamento, tra le quali l’ultima inviata proprio dal Consiglio regionale della Toscana nel febbraio del 2020, su sollecitazione dell’ex garante Franco Corleone, e attualmente assegnata alla commissione giustizia del Senato” ha ricordato Fanfani. Nella proposta di legge, ha poi spiegato Fanfani, “si prevede la realizzazione di spazi interni agli istituti penitenziari in cui le persone detenute possano incontrare i propri partner e possano avere con loro anche rapporti sessuali: si tratta di spazi che, oltre al requisito della riservatezza, devono avere delle caratteristiche di accoglienza e di dignità che siano adeguate all’espressione della relazionalità di coppia in un modo il più possibile simile a una condizione di libertà“.

Sono orgoglioso di come la Toscana, da sempre terra dei diritti, sia presente su questi temi – ha detto Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale -. Una delle prime cose che ho fatto appena eletto è stata la visita ad un carcere. Ritengo infatti che il Consiglio regionale debba soprattutto dare voce a chi ne ha meno. Non è possibile che la nostra proposta di legge sia ferma da così tanto tempo. Scriverò al presidente della commissione Giustizia del Senato“. Per l’assessore al welfare della Regione Toscana Serena Spinellil’ambizione della politica dovrebbe essere quella di avere il coraggio di mettere al centro della propria azione i diritti, che sono diritti per tutti. In questo paese si fa fatica a parlare di sessualità, anche nel caso dei disabili. Parlarne oggi in questa sede significa affermare con forza che di questi temi dobbiamo occuparci, anche se questo ci porterà meno consensi“.

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