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Guerra in Ucraina, rincari per oltre 100 milioni nel mondo del vino toscano

In salita prezzi di bottiglie, tappi, etichette, trasporti e imballaggi. C’è chi cerca alternative al vetro, chi bussa al mercato Usa

Bottiglie di vino toscano pronte per la spedizione - © gurb101088

Un’ondata di rincari si abbatte sul mondo del vino toscano: i prezzi di bottiglie, tappi, etichette, trasporti e imballaggi sono in ascesa. Coldiretti Toscana stima in oltre 100 milioni di euro il prezzo da pagare per le cantine toscane per effetto della guerra in Ucraina. L’analisi Coldiretti su dati Crea è stata presentate in occasione dell’ultimo Vinitaly. Per le oltre 15 mila imprese del vino in media si calcola un rincaro di 6.886 euro.

Per difendere il patrimonio vitivinicolo della nostra regione è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – rilancia Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare della nostra regione non solo all’estero dove le esportazioni sono aumentate del 16,7% nel 2021 ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico e dal profondo legame con i territori e la ristorazione”.

Ondata di rincari anche per le etichette di vino

Un’ondata di rincari per il mondo del vino

Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno. Il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20%. Per le etichette e per i cartoni di imballaggio rispettivamente rincari del 35% e del 45%. “Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti Toscanaormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi”.

L’alternativa alla classica bottiglia di vino

Lamberto Frescobaldi, vicepresidente di Unione Italiana Vini (Uiv), in diretta su Rai Radio1 da Vinitaly ha invitato a mantenere la calma. “Aumentare i prezzi è dovuto e necessario, ma non facciamoci prendere dalla corsa inflattiva perché alcune materie, nonostante il protrarsi della crisi ucraina, stanno scendendo” ha spiegato.

Potranno mancare le bottiglie, mancheranno anzi le bottiglie in alcune aziende perché i fornitori potranno decidere prezzi e clienti, ma il vino italiano non viaggerà in plastica – ha detto Frescobaldi – Piuttosto in alcuni mercati si parla di alluminio e chiusure alternative.

Lo stand del Nobile di Montepulciano a Vinitaly – © ufficio stampa Nobile di Montepulciano

La botte certificata del Nobile di Montepulciano

A Vinitaly alcuni consorzi hanno giocato d’anticipo. E’ il caso del Nobile di Montepulciano che ha presentato la botte “certificata” da Pefc Italia, nuovo partner del Consorzio. L’obiettivo è sondare le possibili alternative sostenibili al materiale legnoso. Dai pali in vigna fino agli imballaggi, legno derivante da foreste certificate e lavorate in maniera sostenibile. Lo scopo principale è la certificazione Equalitas ma le ricadute in termini economici sono tutt’altro che disprezzabili.

Pesano anche trasporti e spedizioni

Nota dolente anche i rincari per il trasporto su gomma pari al 25%. “Si aggiunge – continua Coldiretti Toscanala preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa”.

Le cantine e il mercato del vino

La situazione di difficoltà si evidenzia anche dall’andamento delle vendite che – rileva Coldiretti Toscanaper il 55% delle cantine sono diminuite nel 2022. Per il 42% sono rimaste invariate e solo un 3% dichiara di averle aumentate secondo un’indagine a livello nazionale. Gli effetti delle tensioni commerciali legate al conflitto si ripercuotono anche sull’export dove oltre quattro cantine su dieci (43%) affermano di aver ridotto le spedizioni”.

Viticoltori, le prime vittime dei rincari

I primi a pagare ad oggi sono stati i viticoltori. “Sino ad oggi l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle loro spalle. Lo dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2% e dello 0,4% nei primi due mesi del 2022. E’ poi tornato a crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari” conclude Coldiretti.

La Chianti Academy in tour in Colombia e Messico

La strategia del Consorzio Vino Chianti

Il Consorzio Vino Chianti, reduce dagli oltre 5mila assaggi al Vinitaly di Verona, si sta impegnando per trovare nuovi sbocchi commerciali. Non è nuovo a trasferte in Asia e in America. Il presidente Giovanni Busi spiega che “il mercato americano è ripartito molto bene, i consumi sono in costante crescita e la ristorazione è un asset brillante. Resta, invece, ancora ferma al palo l’Asia, perché alcuni paesi strategici come il Giappone e la Cina sono ancora chiusi per il Covid”.

Tornando alla guerra in Ucraina ricorda che il Consorzio aveva in programma due eventi in Russia, uno a Mosca e uno a San Pietroburgo, ovviamente cancellati. “Il mercato russo è molto importante perché pesa il 7-8% delle esportazioni di Chianti. Vedremo nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi e valuteremo come affrontare eventuali problematiche legate al protrarsi del conflitto” puntualizza Busi. Il Consorzio ha in mente di “rivoluzionare le iniziative promozionali messe in campo. Stiamo rimodulando il nostro programma dirottando le nostre iniziative verso altri mercati: a fine maggio, per esempio, saremo in America con un tour in tre città”.

Le inquietudini del Consorzio Chianti Colli Fiorentini

Il presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini Marco Ferretti, alla vigilia di Vinitaly, aveva espresso preoccupazione per “il rincaro del prezzo dell’energia: ogni giorno dobbiamo sostenere costi più alti per l’acquisto dei vari materiali, subiamo rincari che arrivano fino al 30%. Per esempio le bottiglie di vetro. Questo comporta un aumento di prezzo (attualmente di circa il 10%) anche del nostro prodotto che non viene accettato dai compratori. C’è il rischio di un cortocircuito che potrebbe provocare gravi danni all’intera filiera”. Molte delle speranze sono riposte nell’accordo siglato con Regione e comuni per la promozione del territorio.

 

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