Enogastronomia/

Guida Michelin 2022, brilla la Stella di Octavin ad Arezzo

Durante la diretta social lo chef-patron Luca Fracassi ha ricevuto tra le lacrime la giacca da cuoco con il macaron, simbolo del premio

Luca Fracassi

La Michelin 2022 incorona la tavola contemporanea di Octavin ad Arezzo. Lo chef-patron del ristorante toscano Luca Fracassi ha ricevuto tra le lacrime la prima stella nel corso della diretta social dedicata alla 67a edizione della guida. Una cerimonia che ha visto l’assegnazione di 36 nuove stelle a 35 ristoranti, con l’entusiasmante exploit del Tre Olivi di Paestum, passato da zero a due stelle Michelin. La stella verde, per i progetti legati alla sostenibilità, è invece volata pure a Cerreto Guidi da PS ristorante dello chef Stefano Pinciaroli.

Per la Toscana si è trattata di un’edizione tra luci e ombre. Entusiasmo alle stelle per gli exploit di Octavin ad Arezzo e di PS ristorante a Cerreto Guidi, amarezza per la stella tolta al ristorante Ora d’aria dello chef Marco Stabile. Un giudizio che a molti è apparso troppo severo per un’attività che ha avuto il coraggio di reinventarsi durante il periodo del Covid e che solo da pochi mesi era ripartita. Tutte confermate le altre stelle: dai tre macaron di Enoteca Pinchiorri, ai due del Santa Elisabetta dello chef Rocco De Santis, di Caino a Montemerano della shef Valeria Piccini, di Bracali dei fratelli Francesco e Luca Bracali a Massa Marittima, del Piccolo Principe di Viareggio dello chef Giuseppe Mancino e di Arnolfo dello chef Gabriele Trovato a Colle di Val d’Elsa.

Tutte le stelle Michelin in Toscana

Ben salde anche tutte le altre stelle: oltre a Octavin ad Arezzo Castelnuovo Berardenga (SI) – L’Asinello, Castelnuovo Berardenga (SI) – La Bottega del 30, Castelnuovo Berardenga (SI) – Poggio Rosso, Castiglione d’Orcia / Rocca d’Orcia (SI) – Osteria Perillà, Castiglione della Pescaia / Badiola (GR) – La Trattoria Enrico Bartolini, Chiusdino (SI) – Meo Modo, Cortona / San Martino (AR) – Il Falconiere, Firenze (FI) – Borgo San Jacopo, Firenze (FI) – Gucci Osteria da Massimo Bottura, Firenze (FI) – La Leggenda dei Frati, Firenze (FI) – Il Palagio, Forte dei Marmi (LU) – Bistrot
Forte dei Marmi (LU) – Lorenzo, Forte dei Marmi (LU) – Lux Lucis, Forte dei Marmi (LU) – La Magnolia, Forte dei Marmi (LU) – Il Parco di Villa Grey, Gaiole in Chianti (SI) – Il Pievano, Lamporecchio (PT) – Atman a Villa Rospigliosi, Lucca (LU) – Giglio, Lucca / Marlia (LU) – Butterfly, Marina di Bibbona (LI) – La Pineta, Marina di Grosseto (GR) – Gabbiano 3.0, Marina di Pietrasanta (LU) – Franco Mare, Montalcino / Poggio alle Mura (SI) – Sala dei Grappoli, Porto Ercole (GR) – Il Pellicano, San Casciano dei Bagni / Fighine (SI) – Ristorante Castello di Fighine, San Gimignano (SI) – Linfa, Scarperia / Lucigliano (FI) – Virtuoso Gourmet – Tenuta Le Tre Virtù, Seggiano (GR) – Silene, Tavarnelle Val di Pesa (FI) – La Torre, Tavarnelle Val di Pesa / Badia a Passignano (FI) – Osteria di Passignano, Viareggio (LU) – Lunasia e Viareggio (LU) – Romano

Per Octavin di Luca Fracassi si è trattato di un vero successo. La sua tavola contemporanea è approdata lo scorso luglio, per la prima volta, nella Michelin, in particolare nella sezione dedicata ai ristoranti insigniti del piatto. A distanza di quasi cinque mesi la stella. Ecco la motivazione che è valsa al locale di Fracassi l’agognato maracon. “Nelle due salette collegate da un arco, ricavate al piano terra di un antico palazzo, l’atmosfera è minimalista sin dall’utilizzo dei materiali che intercalano la pietra, il legno e il ferro dei tavoli, il vetro degli specchi e delle bottiglie esposte, la carta dei libri nelle piccole nicchie, come un salotto di casa” si legge sul sito della Michelin. “Una ventina di posti a sedere per un’atmosfera calda e intima, senza fronzoli, nonché un bancone separato da un arco all’ingresso a fare da preludio alla cucina, appena ristrutturata” prosegue la descrizione. “La capacità di osservare il proprio territorio ha permesso allo chef-patron, Luca Fracassi, di capire che la geografia variegata della sua provincia è una risorsa e fonte inesauribile d’ispirazione. Ha ingaggiato, quindi, una ricerca appassionata di prodotti quali migliore espressione di questa terra, per poterli poi lavorare e combinare in una chiave che è in primis rispetto dei sapori, ma anche recupero di tecniche e gesti mutuati ora dal ricordo delle usanze locali, ora da echi orientaleggianti: attuali senza essere modaioli, sempre rispondenti a principi di integrità degli aromi e scarto zero” si legge ancora sul sito. “La cucina diventa così il luogo in cui converge la foresta, intesa come natura selvaggia, centro di riabilitazione di sapori dimenticati o desueti. Il recupero della tradizione riscopre lumache e cacciagione (ingredienti – ormai – in città dimenticati!), in un regresso consapevole e attualizzato da tecniche contemporanee” conclude la guida.

I più popolari su intoscana