Attualità /La campagna vaccinale

Il generale Figliuolo in Toscana: “Avanti con le vaccinazioni agli over 60 o non ne usciamo”

Visita del commissario straordinario per l’emergenza Covid a Firenze e Siena. Il presidente Giani: “Grazie per il lavoro, ma dateci più dosi”

“Vaccinare gli over 60 oppure non ne usciamo”, parte dal Mandela Forum di Firenze il monito alle Regioni del commissario straordinario all’emergenza Covid, il  generale Francesco Paolo Figliuolo. Un appello ai presidenti a perseguire uniti l’obiettivo: “Immunità di gregge entro  settembre. Dobbiamo tenere per altre 2-3 settimane la barra diritta”.

Oggi è stato il giorno dell’attesa visita di Figliuolo in Toscana insieme al capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Prima la riunione operativa a Palazzo Strozzi Sacrati per fare il punto sulla campagna vaccinale con il presidente della Regione Eugenio Giani, gli assessori regionali  Simone Bezzini e Monia Monni, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, le direzioni generali delle Asl, i sindaci e i prefetti della Toscana. Poi la visita all’hub vaccinale del Mandela Forum, per vedere da vicino la macchina organizzativa più grande della Toscana,  la locomotiva che traina le circa 30mila vaccinazioni al giorno fatte in tutti gli 81 centri vaccinali regionali, ma che, come ha precisato Giani,  “possono arrivare a 50mila somministrazioni” quando si potrà vaccinare  in azienda (per adesso si contano 80 punti) in farmacia o attraverso i medici di base.

Siamo quasi a 28 milioni di somministrazioni in Italia. La Toscana sta facendo la sua parte. Era partita male, inutile negarlo, ma con un dialogo costante con il presidente Giani e il lavoro sinergico oggi è tra i primi posti sui target importanti – ha precisato Figliuolo –   Invito le Regioni a fare come sta facendo la Toscana e seguire in maniera armonica e ordinata il piano vaccinale. Facile farsi prendere dalla propaganda, ma se noi non mettiamo in sicurezza gli over-60 che hanno il 95% di probabilità di finire in ospedale o morire non ne usciamo”.

Dopo aver messo in sicurezza le categorie più esposte, a giugno, con un maggiore afflusso di vaccini, potremo pensare a una somministrazione massiccia per le categorie produttive”. E quindi avanti “con gli alberghieri e il settore della grande distribuzione, come i cassieri che hanno lavorato dall’inizio della pandemia e che per me sono eroici come i medici. Tutti sono essenziali, ma adesso dobbiamo continuare a mettere in sicurezza le persone più vulnerabili”.

Dal canto suo la Regione Toscana ha va avanti per fasce di età: “Ora ci concentriamo sugli over 60, over 50, siamo impegnati sugli over 40 ed oggi parte uno spazio di portale della prenotazione per i fragili. Siamo rigorosissimi nel superare le polemiche dell’inizio – ha detto il presidente Giani –  Ringrazio il generale Figliuolo per l’ordine, il metodo e la razionalità con cui sta operando. Se poi a fine settimana ci date 50 mila dosi di AstraZeneca in più saremmo molto contenti”. La richiesta di più dosi è rimbalzata per tutto il giorno e Figliuolo si è detto disponibile a bilanciare la distribuzione delle forniture, come fatto in altre regioni, se ci saranno dosi a sufficienza.

La giornata toscana è poi proseguita a Siena. Oltre al centro vaccinale del Palasport, la visita è stata alla  sede della Toscana Life Science dove Rino Rappuoli guida la ricerca sugli anticorpi monoclonali ormai arrivati quasi alla fase conclusiva di sperimentazione. “I più efficaci del mondo”, ha detto il presidente Giani. Il generale Figliuolo conosce bene la realtà senese, che ha già  incontrato a Roma solo una settimana fa: “Si tratta di un monoclonale cha ha più facilità di somministrazione perché si può fare intramuscolo. Anche i costi che come Italia avremo sono molto più bassi rispetto a dover andare a comprare questi farmaci sul mercato internazionale dalle big pharma. Oggi  siamo a circa 2000 monoclonali al mese anche per le difficoltà di somministrazioni e perché bisogna intercettare i pazienti con determinate comorbidità nei primi 3-5 giorni della malattia”. La speranza, ormai sempre più concreta,  è che tra qualche settimana gli anticorpi monoclonali siano lo strumento in grado di dare una svolta decisiva alla cura della malattia.

 

 

I più popolari su intoscana