Enogastronomia/

Il territorio va in etichetta, nel Chianti decolla il progetto Uga

Introdotte undici Unità Geografiche Aggiuntive per suddividere il territorio di produzione in aree più ristrette e valorizzarne le caratteristiche

Il territorio da sempre esprime al meglio l’anima di un vino: ecco perché il Consorzio Vino Chianti ha scelto di metterlo in etichetta indicando nome del borgo o del villaggio. Merito del progetto UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) che punta alla suddivisione del territorio di produzione in aree più ristrette e comunque espressione di una maggiore omogeneità.

Ad oggi sono undici le Uga individuate in base a criteri specifici quali la riconoscibilità enologica, la storicità e la notorietà: San Casciano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina e San Donato in Poggio. Greve in Chianti, dove il territorio ha una maggiore eterogeneità, è stato diviso in quattro: Greve in Chianti, Panzano, Lamole e Montefioralle.

Il progetto è stato presentato da Giovanni Manetti, presidente del Consorzio, nell’ottica di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio e di aumentare la qualità in termini di identità e territorialità. Per questo progetto si è tenuto conto del terroir e della nascita nel corso degli anni di associazioni che riuniscono i produttori delle sottozone.

L’introduzione del nome del villaggio in etichetta vuole consentire al consumatore di conoscere da dove provengono le uve e stimolare quindi i consumatori a prestare maggiore attenzione nella scelta. Inoltre si pensa di approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.

In una prima fase, le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per il Chianti Classico e la Riserva nel giro di pochi anni. Insomma, dopo un’attesa durata quasi 40 anni ora sembra che il progetto abbia ricevuto la giusta accelerazione.

E’ il territorio che fa la differenza è da sempre uno dei nostri motti preferiti – spiega Manettiquello del Chianti Classico è un territorio davvero unico, coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 50% segue i dettami dell’agricoltura biologica (52,5% della superficie vitata rivendicata). Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero”.

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