Cultura /

Museo Ginori, Franceschini: “Nuovi fondi per concludere il restauro”

Il ministro della Cultura rassicura: “Proporrò al governo di stanziare entro la fine del mandato i 5,5 milioni di euro che servono per arrivare alla chiusura dei lavori”. Intanto il Museo riapre almeno virtualmente con un nuovo sito web

Il Museo Ginori di Sesto Fiorentino è ancora chiuso, “ma ha già tante storie da raccontare” questo lo slogan del nuovo sito web (www.museoginori.org) che è stato presentato oggi dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dal presidente della Fondazione Richard Ginori Tommaso Montanari, dal Ministro Dario Franceschini e dal Sindaco del Comune di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi.

Il Museo di Doccia è chiuso al pubblico dal maggio 2014, a seguito del fallimento nel 2012 della precedente proprietà della Richard-Ginori 1735 s.p.a, che deteneva il 100% dell’edificio e della collezione museale.

Nel 2017 l’edificio e le collezioni del Museo di Doccia sono stati ufficialmente acquistati dallo Stato e il CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) ha stanziato 1,9 milioni per gli interventi più urgenti di ristrutturazione.

Il 19 dicembre 2019 su iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (ora Ministero della cultura), insieme alla Regione Toscana e al Comune di Sesto Fiorentino, è stata costituita la Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia con l’obiettivo di conservare, catalogare, studiare, comunicare ed esporre il suo straordinario patrimonio artistico, storico, sociale ed economico. 

Il restauro del Museo Ginori

Per i lavori di restauro del museo di Sesto che è stato definito un “semi-rudere” con importanti infiltrazioni di acqua piovana dal Soprintendente Andrea Pessina sono già arrivati dallo Stato 1 milione e 900 mila euro che basteranno per il pian terreno di cui è in atto la progettazione esecutiva.

Serviranno però altri 3 milioni e mezzo per il secondo piano e l’allestimento. Per il progetto che dovrebbe concludersi tra tre anni, saranno dunque necessari in tutto 5 milioni e mezzo.

Nel frattempo, per mettere in sicurezza e anche per rendere più veloci i lavori, assicura la fondazione, le 8 mila preziose porcellane verranno trasferite in un luogo sicuro.

“Proporrò al governo di stanziare entro la fine del mandato i 5,5 milioni di euro che servono per arrivare alla conclusione dei lavori e all’apertura del Museo Ginori” ha assicurato il ministro della cultura Dario Franceschini.

Oggi intanto sono stati presentati il logo e il sito internet, già attivo, che racconterà con una serie di podcast e nuovi contenuti la storia di una manifattura che ha un forte radicamento storico e sociale in Toscana.

Tommaso Montanari presidente a titolo gratuito della Fondazione Museo Ginori ha dichiarato: Vogliamo restituire un museo ma anche un laboratorio di futuro per una comunità. Abbiamo aggiornato l’inventario che contiene gli 8 mila pezzi della collezione, oggi presentiamo l’immagine virtuale del museo in rete ma la settimana prossima riapre il parco, il giardino del museo che sarà pubblico. Speriamo di espandere il museo con uffici, archivi, biblioteca e laboratori di restauro. Il museo sarà una piccola cittadella della cultura nel cuore di sesto fiorentino, questo è il futuro.”

Il logo

Il nuovo logo del Museo Ginori, disegnato da Collettivo Muttnik schematizza la sagoma dell’edificio razionalista che lo ospita e quella della cisterna dell’acqua del retrostante stabilimento produttivo Ginori, sottolineando il legame inscindibile tra il museo e la fabbrica.

La stella stilizzata che lo sormonta è tratta da quelle presenti nello stemma della famiglia Ginori, ampiamente utilizzate anche come marca della manifattura e i caratteri tipografici stencil richiamano la decorazione “a stampino”, caratteristica della prima fase di attività della Manifattura di Doccia. L’impiego di maschere pre-sagomate consentiva anche alle maestranze meno esperte di decorare le preziose porcellane.

Il Museo Richard-Ginori: la storia

Il Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità storica del suo patrimonio, che racconta i segreti della più antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia.

Nel 1754 il fondatore della fabbrica Carlo Ginori crea una galleria appositamente affrescata all’interno della manifattura con lo scopo di esporre i modelli scultorei e i migliori saggi della produzione. Nel 1864 la raccolta storica – ormai estesa a numerose sale – viene aperta al pubblico.

Negli anni cinquanta del Novecento la proprietà decide di trasferire la produzione e il Museo dalla località di Doccia alla vicina piana di Sesto Fiorentino.

Il nuovo complesso museale, progettato da Pier Niccolò Berardi e Fabio Rossi ed inaugurato nel 1965, rappresenta una rara testimonianza del razionalismo architettonico in Toscana.

La collezione del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia è notificata come complesso di eccezionale interesse storico artistico dal 1962.

Comprende circa 8000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, un’importante raccolta di modelli scultorei in cera, terracotta, gesso e piombo dal XVIII al XX secolo, lastre in metallo incise e pietre litografiche per la stampa dei decori, un archivio di documenti cartacei e disegni (300 dei quali appartenenti al fondo Gio Ponti), una biblioteca storica, una biblioteca moderna specialistica e una fototeca.

Tra i capolavori del percorso espositivo: una rarissima raccolta di sculture in cera, calchi di opere dei maggiori maestri fiorentini del Settecento; la Venere de’ Medici, l’Arrotino e l’Amore e Psiche in porcellana bianca, repliche in scala al vero dei celebri marmi degli Uffizi; le eclettiche maioliche per le Esposizioni Universali; le ceramiche Art Déco di Gio Ponti, direttore artistico di Richard-Ginori dal 1923 al 1930, maestro nel valorizzare le più raffinate tecniche tradizionali in uso a Doccia con forme e decori autenticamente moderni.

Museo Richard Ginori
I più popolari su intoscana