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Nel parco archeologico di Baratti e Populonia straordinaria anteprima del “Mosaico dei Neri”

All’interno del parco è visitabile un’ampia area della città romana, con templi, vie basolate, terrazzamenti, una sontuosa dimora aristocratica, con bei pavimenti in mosaico e completa di ambienti termali, perfettamente conservati

Aperti per Restauro

Gli scavi di Baratti e Populonia continuano a regalare meravigliose sorprese. La mattina di sabato 8 gennaio, al parco archeologico si è svolto un nuovo appuntamento di “Aperti per Restauro”, organizzato dalla società Parchi Val di Cornia.

Una speciale visita gratuita al cantiere di restauro dell’Acropoli di Populonia inserito nel grande progetto di conservazione e valorizzazione finanziato dal Fondo Europeo POR FESR Toscana 2014-2020, per un importo complessivo di oltre 1.500.000 euro.

I partecipanti due gruppi di circa 100 persone sono stati accompagnati in questa passeggiata alla scoperta delle novità dell’Acropoli dagli archeologi e dai restauratori coinvolti nel progetto e hanno potuto approfittare dell’opportunità di ammirare in anteprima, in tutto il suo splendore, il “Mosaico dei Neri”, scoperto nel Duemila durante la campagna di scavi condotta dalle Università di Siena e di Pisa.

Il mosaico decorava una nicchia del caldarium, l’ambiente caldo del complesso termale, e ancor prima del restauro, già appariva la vivace policromia della sua composita raffigurazione.

Al centro si trova un fiore a dodici petali dentro una cornice a due fasce, con delfini guizzanti e onde correnti e, nei pressi della soglia della nicchia, sono rappresentati due busti di neri, caratterizzati in modo eccellente: grandi occhi spalancati e carnose labbra rosso corallo che contrastano sull’incarnato scuro della pelle del volto e delle spalle, sontuose tuniche di colore verde azzurro fermate sulle spalle da due fibule di diverse tonalità di giallo che restituiscono la lucentezza e il bagliore dell’oro.

Il sindaco Francesco Ferrari ha dichiarato: “Grazie al lavoro degli archeologi possiamo ammirare questo splendido mosaico, che ha richiesto tanti anni di delicati interventi di restauro prima di poter tornare a splendere. Ritrovamenti come il Mosaico dei Neri ci confermano che la città di Piombino sia seduta su un tesoro di una preziosità ineguagliabile, una ricchezza che grazie alla sinergia degli enti coinvolti sta mano a mano rivedendo la luce. L’obiettivo di questa amministrazione è infatti quello di restituire ai cittadini e ai tanti visitatori tutta la bellezza della nostra storia, motivo per cui abbiamo deciso di cofinanziare questo progetto, frutto della collaborazione e dell’intesa tra Parchi Val di Cornia, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno e Università degli Studi di Siena”.

“Aperti per Restauro dimostra, una volta di più, la tenacia e la determinazione con cui abbiamo portato avanti, in questi due difficilissimi anni, l’obiettivo di incrementare l’offerta culturale del parco, facendone un luogo delle opportunità e della partecipazione. Come Responsabile del parco, guardo alla conclusione prossima di Grandi Attrattori con fiducia ed entusiasmo. Nuove aree e percorsi di visita, monumenti straordinari finalmente restaurati e fruibili, interventi di riqualificazione paesaggistica, un nuovo ingresso al parco: il progetto che la società Parchi ha messo in campo insieme alla Soprintendenza, con il sostegno economico della Regione Toscana e del Comune di Piombino e la collaborazione dell’Università di Siena, ci farà fare un grande balzo in avanti” – ha affermato Marta Coccoluto, responsabile del Parco archeologico di Baratti e Populonia.

Gli scavi archeologici a Populonia

La ricerca archeologica sull’Acropoli della città etrusca e romana di Populonia è iniziata nel 1998 con una collaborazione fra la Soprintendenza archeologica e le università di Siena, Pisa e Roma Tre. Dal 2018 la collaborazione con la Soprintendenza è stata rinnovata con le università di Siena e di Toronto (Canada).

In più di un ventennio la ricerca universitaria, alla quale hanno partecipato centinaia di studenti di varie università in un vero e proprio laboratorio sperimentale a cielo aperto, si è costantemente confrontata anche con i temi della valorizzazione del patrimonio riportato alla luce dagli scavi.

Grazie alla stretta collaborazione istituita fra le università, la Soprintendenza, il Comune di Piombino e la Società Parchi val di Cornia si è creato un modello virtuoso, con l’obiettivo condiviso di mettere a disposizione del pubblico i risultati delle ricerche attraverso interventi di restauro e progetti di valorizzazione che hanno arricchito costantemente l’offerta del parco archeologico.

Negli anni è stata resa visitabile all’interno del parco un’ampia area della città romana, con templi, vie basolate, terrazzamenti, una sontuosa dimora aristocratica, con bei pavimenti in mosaico e completa di ambienti termali, perfettamente conservati.

L’area è dominata da un grande edificio noto come Le logge, per l’imponente parete ad arcate che caratterizza da sempre il panorama dell’acropoli. L’edificio ha restituito ambienti decorati con intonaci, stucchi e mosaici di altissima qualità e include un complesso termale databile alla fine del II secolo a.C. proprio qui si trova lo splendido mosaico dei Neri.

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