Attualità /RI-COSTRUIRE IL DOMANI

Un nuovo appeal per la montagna: smart working, sostenibilità, comunità. Piccoli comuni pronti al rilancio

Dire e Fare, due giorni di riflessione nella rassegna promossa da Anci Toscana. Partecipa anche il ministro per la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano

Che il corona virus avrebbe cambiato le nostre vite era una certezza già dall’inizio della pandemia ma il prolungato lockdown dello scorso inverno-primavera ha determinato anche nuove priorità e desideri nelle persone. La mancanza di verde accessibile nelle città, un rinnovato rapporto con la natura, l’esigenza anche di spazi all’aria aperta, respirare aria pulita e vivere in contesti nei quali lo spirito di comunità è ancora forte sono diventati aspetti determinanti nella scelta del luogo di vita o ancor meglio di vita/lavoro.

Oggi l’opportunità dello smart working consente dunque di mettere insieme queste nuove priorità di una fetta importante della popolazione, consentendo di fatto non solo un ripopolamento dei borghi, piccoli comuni e zone montane ma anche di costruire – partendo da questo fenomeno di attenzione verso la montagna – nuove opportunità per ridisegnare il volto e il ruolo che oggi queste zone possono puntare ad avere. Un rinnovato interesse che parte dal basso ma che potrebbe determinare – a catena – la necessità di riportare servizi, dunque economia diffusa.

Anci Toscana chiama a raccolta i “pensatori”

Una sfida e un cambio di prospettiva che le montagne toscane e i piccoli comuni vogliono cogliere, governando il cambiamento naturale che è – di fatto – già in atto. Una riflessione che mette insieme non solo le istituzioni nazionali e locali ma anche categorie economiche (oggi legate principalmente all’agricoltura) architetti, urbanisti, progettisti, associazioni, università.

Punti di vista che si incontreranno nell’hackaton “Presenti al futuro: le nuove sfide per la montagna”,  promosso dall’interno della rassegna di Anci Toscana “Dire e fare”.  Un incontro online che si terrà i prossimi 26 e 27 novembre alla presenza anche di esponenti del governo e del parlamento, dal ministro per la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano fino alla vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Susanna Cenni. Daranno il proprio contributo alla discussione anche il vincitore del premio Strega, lo scrittore Paolo Cognetti, l’architetto e urbanista, recentemente pluripremiato per il ‘bosco verticale’ di Milano, Stefano Boeri, il direttore dell’Istituto di architettura montana Antonio De Rossi. Per Anci  Toscana interverrà il presidente  Matteo Biffoni, per la Regione gli assessori regionali Stefania Saccardi e Stefano Baccelli.

Quattro le sessioni tematiche che alimenteranno il confronto: la prima è dedicata al rapporto tra montagna e città, a seguire i temi di “risorse e sviluppo“, ‘boschi e foreste” e “presidio del territorio”.

Il Manifesto della Montagna toscana

Alla base della due giorni ci sarà il “Manifesto della Montagna toscana” che sarà non solo il documento base per la discussione all’interno delle quattro sessioni ma anche il fil rouge di tutta l’iniziativa. Di fatto le fondamenta sulle quali costruire il futuro sono già scritte nel Manifesto prodotto dalla Consulta per la Montagna di Anci, un punto di partenza dal quale edificare il nuovo volto di questi territori che – in Toscana – sono diversi e differenti per natura, storia, cultura e tradizioni.

Ad oggi i comuni montani contano circa 600 mila residenti ripartiti su una superficie di 1 milione e 800 mila ettari. Sono 156 in tutto, luoghi che negli ultimi decenni hanno vissuto i problemi relativi a spopolamento, mancanza di servizi e forse anche la difficoltà nel trovare una chiave di lettura che potesse garantirgli un’effettiva opportunità di rinascita.

Cambiamento in atto nell’anno della rivoluzione verde

Oggi quell’opportunità arriva in una situazione difficile per il paese, in un momento in cui dall’emergenza sanitaria  emerge anche una impellente necessità di ricostruire nuovi schemi sociali, comunità dell’oggi con nuovi bisogni, ritmi di vita e di lavoro. Una società improntata su scale di valori che rimettano l’uomo al centro e insieme all’uomo anche l’ambiente. Di fatto un cambiamento quello tra individuo e natura che già aveva trovato ampi margini di sensibilizzazione con la rivoluzione verde avviata da tanti giovani in tutto il mondo e che oggi è ancora più forte, sentita da larga parte della popolazione come priorità assoluta.

Ecco che dunque c’è terreno fertile sul quale lavorare per ripensare la montagna, i borghi, le piccole comunità e farle crescere mantenendone però salde identità e valori, una sfida da cogliere e perseguire, seguendo un’onda di interesse vivace che diventa energia positiva sulla quale edificare il domani.

 

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