Enogastronomia/

PrimAnteprima, viaggio nella “Pitti del vino”. Saccardi: “È il racconto di ciò che siamo, cultura e territorio”

La vicepresidente e assessora all’Agrolimentare all’inaugurazione della settimana delle anteprime:  “I nostri prodotti raccontano ciò che siamo. Ora promuoverli guardando oltre, alla salute e alla sostenibilità”

Stefania Saccardi - © Antonio Viscido

Ci sono le emozioni, le visioni, i paesaggi. C’è la storia. E poi  l’arte, la cultura, la bellezza e la bontà. Tutto questo brilla in quei mille calici che girano tra i sorrisi, si riflette sulle cento bottiglie ordinate sui tavoli, quelle che ti invitano alla gioia della ripartenza. Il vino è tutto: è un modo di vivere, cercare dentro quella vita la parola magica: qualità. Questa è la nostra Toscana, signore e signori. Orgoglio senza pregiudizio, coraggio e creatività. Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione e assessora all’Agricoltura, sorride davanti all’idea di questa rinascita. Lo fa nel giorno della PrimAnteprima alla Fortezza da Basso. I consorzi top e quelli che sgomitano per crescere. Sono tutti qui. Vino e turismo, vino e immagine. Insomma, il vino siamo noi.

È un po’ come essere a Pitti. Il vino  è decisamente fashion. Niente è più evocativo, no?

Sì, è un po’ così. I nostri prodotti raccontano al meglio ciò che noi siamo e ciò che noi vogliamo comunicare. Il vino è cultura, territorio. È il riassunto liquido di ciò che siamo: siamo bellezza.

E poi vino e turismo convivono insieme da un pezzo. Qui siamo avanti, eppure il covid ha aperto tante piccole ferite. C’è da lavorare.

Le aziende più forti hanno saputo frenare il disagio economico, altre hanno sofferto di più. Lo stop del mondo della ristorazione ha creato problemi seri. Noi stiamo rispondendo con investimenti. Quattromilacinquecento strutture hanno risposto al bando per gli agriturismi. Cento milioni sono stati stanziati per la ricerca del biologico, perché tante aziende giovani hanno investito su questo. Non è possibile immaginare il futuro senza tenere conto dell’impatto ambientale. Noi vogliamo sempre essere avanti, perché questo dovrà essere il futuro.

Il vino è cultura, territorio. È il riassunto liquido di ciò che siamo: siamo bellezza

A proposito: la vocazione all’enoturismo della nostra regione ha anche  aperto, prima del Covid, tanti quesiti sull’impatto che l’invasione mordi e fuggi può avere sul territorio. Turismo è una bella parola, soprattutto dopo mesi di clausura, ma anche poterlo sostenere è importante.

Sì, è così. Noi dobbiamo puntare sulla qualità. È questa la parola magica. Qualità offriamo e quel tipo di turista dobbiamo attirare con le nostre scelte e le nostre strategie. Moltissime aziende hanno approfittato della pandemia per rinnovarsi, aggiornare le loro strutture ricettive, vivere questo momento difficile per fare dei passi avanti.

Lo sforzo di tutti è gigantesco. Secondo lei qual è la cosa più urgente da fare adesso che la macchina sta per ripartire?

Le cose da fare sono tante. Alcune le ho già accennate. Ma se devo scegliere una parola scelgo promozione. Perché tutto quello che noi siamo, tutta la nostra varietà di eccellenze, il cibo, il vino, i prodotti della terra, insieme all’arte, la cultura, ai paesaggi unici e così diversi tra loro, vanno sempre più promossi guardando oltre: c’è gusto,  ma c’è anche sostenibilità, rispetto per l’ambiente, salute. Una qualità a tutto tondo che rende felici gli occhi, il corpo, lo spirito, la mente.

E il palato.

Già, è per questo che siamo qui.   

I più popolari su intoscana