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Progetto Pianosa: più terreni per la formazione dei detenuti-agricoltori

Un protocollo di intesa tra il Comune e il Dipartimento di Amministrazione penitenziaria per potenziare l’attività dell’azienda agricola della colonia penale sull’isola

Pianosa

Più terreni e annessi agricoli a Pianosa per il progetto di formazione dei detenuti-agricoltori. Oggi è stato firmato un protocollo di intesa tra il Comune di Campo nell’Elba, proprietario dei terreni agricoli, e il Dipartimento di Amministrazione penitenziaria, a cui sono stati affidati in comodato d’uso.

L’atto è stato sancito oggi con una videoconferenza e la firma di un protocollo d’intesa, a cui ha partecipato anche il presidente della Toscana Eugenio Giani. Sullo schermo, collegati da Roma e dall’arcipelago, c’erano tra gli altri il sottosegretario alla giustizia Andrea Giorgis e il sindaco Davide Montaiuti.

Potenziare l’azienda agricola della colonia penale

Con la concessione delle proprietà ora potrà partire il progetto sull’isola e la colonia penale, quello che punta a potenziare l’attività di formazione dei detenuti e a gestire l’azienda agricola della colonia penale dell’isola con un approccio ancora più manageriale, compresa la commercializzazione futura dei prodotti. Così si darebbe peraltro piena attuazione al dettato costituzionale, finalizzando la pena al reinserimento del detenuto nella società per ridurre i casi di recidiva e dunque accrescere la sicurezza di tutti.

“Un modello sperimentale e replicabile anche in altre realtà” ha sottolineato il sottosegretario.
Un progetto – commenta Giani – che ha la piena condivisione da parte della Regione Toscana ed offre sbocco concreto a tanti ragionamenti pure sulla valorizzazione dell’arcipelago, in parallelo alla rieducazione dei detenuti. Un’attività sicuramente compatibile con il futuro dell’isola”. “Grande – aggiunge – sarà l’impegno della Regione in questa legislatura appena avviata nella valorizzazione dell’Arcipelago”.

Pianosa e il carcere

Pianosa è stata a lungo l’isola proibita, quella del carcere duro del 41 bis: un vago triangolo a sud dell’isola d’Elba, praticamente piatta, dieci chilometri quadrati o poco più. Lì, dopo il 1977 e per venti anni, furono rinchiusi brigatisi prima e boss mafiosi e camorristi poi, in stanze di cinque metri per quattro con tre brande fissate al pavimento.

Il carcere di massima sicurezza rendeva praticamente inaccessibile l’isola e questo ha permesso di preservarne le incredibili bellezze naturali, anche dopo il 1997 quando Pianosa è tornata ad essere una colonia penale con una decina o poco più di detenuti, che vi lavoravano all’aperto.

Terreni ed edifici che il Comune affida in comodato d’uso al Dipartimento di amministrazione penitenziaria saranno utilizzati per le attività di rieducazione e di reinserimento sociale dei carcerati. La formazione sarà svolta sia in aula che sul campo.

 

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