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Rocca delle Macìe e i 50 anni di Lo chiamavano Trinità: “Il nostro omaggio a papà Italo”

La famiglia Zingarelli propone una Magnum limited edition per ricordare il fondatore e produttore dei film di Bud Spencer e Terence Hill e presentare il restauro della pellicola e la galleria Trinità realizzata in azienda nel Chianti Classico

C’è un sottile filo rosso come il Chianti Classico che unisce Lo chiamavano Trinità, film cult del cinema italiano all’azienda vinicola Rocca delle Macìe. Due mondi distanti eppure vicini grazie alla carismatica figura di Italo Zingarelli. Fu produttore, regista, sceneggiatore e pose il suo marchio ai due film degli anni Settanta che lanciarono la coppia Bud Spencer e Terence Hill. Con i soldi guadagnati con il cinema Zingarelli coronò il sogno di acquistare un’azienda vinicola. La trovò a Castellina in Chianti: mezzo ettaro di vigne intervallate da ulivi e fu amore a prima vista. Cominciò così a dedicarsi oltre ai film, alle bottiglie. Dopo la scomparsa di Italo nel 2000, sono stati i figli Fabio, Sandra e Sergio a portare avanti Rocca delle Macìe, divenuta una delle aziende di maggior successo del Chianti Classico. In ricordo del genitore hanno scelto di celebrare i 50 anni di Lo chiamavano Trinità con una serie di iniziative, slittate al 2021 causa Covid.

Terence Hill e Italo Zingarelli

Dopo una grande festa la scorsa estate nella tenuta di famiglia, durante la quale è stata aperta in azienda la Galleria Trinità con una ricca collezione di foto e cimeli legati alla pellicola i fratelli Zingarelli hanno dedicato al padre una Magnum di Chianti Classico Gran Selezione che porta il nome del film. Un’edizione limitata in 1970 bottiglie dato che la pellicola uscì sul grande schermo quell’anno. E’ stato poi organizzato un mini-tour tra Roma, Milano e Firenze per proiettare alla stampa la copia restaurata dalla cineteca di Bologna de Lo chiamavano Trinità. A Firenze l’evento si è tenuto nella sala Paradiso del 25 Hours Hotel. “Nostro padre – ricorda Sandra Zingarelli, che in famiglia si occupa da sempre del ramo cinematografico – fu capace di leggere in quelle sceneggiature il desiderio di un’Italia che voleva riemergere e ripartire, con forza & leggerezza”.

Fabio, Sandra e Sergio Zingarelli di Rocca delle Macìe – foto Paolo Matteoni

La stessa forza e la stessa leggerezza con cui ora il gruppo affronta la ripartenza dopo la fase pandemica. “Il 2020 è stato un anno molto duro per un’azienda come la nostra orientata verso l’horeca – puntualizza Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe- ma abbiamo resistito abbastanza bene. L’unico mercato estero dove non abbiamo accusato un calo di fatturato è stato il Canada, cosa che non è avvenuta con Italia e Stati Uniti. Nel 2021 stiamo assistendo a una grandissima ripresa dei mercati e guardiamo con ottimismo al futuro“. Nell’immediato si annunciano grandi festeggiamenti per il completamento del restauro di … Continuavano a chiamarlo Trinità, sempre a cura della Cineteca di Bologna, e nel 2023 per i 50 anni di Rocca delle Macìe.

Una veduta dall’alto di Rocca delle Macìe

Nel cuore del Chianti Classico

Fondata nel 1973 da Italo Zingarelli, l’azienda Rocca delle Macìe può vantare circa 500 ettari di cui oltre 200 coltivati a vigneto e 25 ad oliveto. Sei le tenute di proprietà: Le Macìe, Sant’Alfonso, la Riserva di Fizzano e le Tavolelle nel Chianti Classico, Campomaccione e Casa Maria in Maremma nella zona del Morellino di Scansano. L’azienda produce in media 2.7 milioni di bottiglie all’anno per un giro d’affari di circa 20 milioni di euro; oltre il 70% del mercato è all’estero. Non solo vino ma anche un occhio di riguardo all’ospitalità da parte della Famiglia Zingarelli. I borghi medioevali di proprietà: Le Macìe, Riserva di Fizzano e il Torrione sono stati restaurati dall’architetto Fabio Zingarelli e la moglie Lucia. E’ quindi possibile visitare l’azienda, assaggiare i prodotti, fermarsi a mangiare nel ristorante gourmet Passo dopo Passo e soggiornare in completo relax nel cuore del Chianti Classico, in un contesto ambientale unico.

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