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Scuola Sant’Anna, quando il sapere è “trasversale”. Al via l’anno accademico

Nuovi spazi, nuovi centri di ricerca e approcci interdisciplinari. La Scuola Sant’Anna di Pisa presenta il nuovo anno accademico e la rettrice Sabina Nuti punta su salute e sostenibilità. Giani: “Incubatore d’eccellenza”

Scuola Sant’Anna di Pisa, inaugurazione anno accademico

Sono convinta che la sfida del futuro del sapere sia quella di una ricerca che mi piace definire trasversale. La Scuola Superiore Sant’Anna vuole accettare questa sfida e proporsi come soggetto che si impegna a fare un passo in più nello sforzo di migliorare la capacità di impatto con nuovi spazi e nuovi centri di ricerca”. È quanto ha detto la rettrice del Sant’Anna, Sabina Nuti, nel suo intervento di inaugurazione dell’anno accademico della scuola d’eccellenza pisana.

Sabina Nuti, rettrice Scuola Sant’Anna di Pisa

Sempre più discipline

“Dobbiamo avere il coraggio e la forza di affrontare problematiche centrali e determinanti per la salute e la sostenibilità del mondo in cui viviamo, e saperlo fare mettendo in campo grandi iniziative interdisciplinari” ha aggiunto Nuti. “Oltre l’80 per cento dei nostri docenti e ricercatori ha dichiarato di essere interessato a lavorare maggiormente con un approccio interdisciplinare e stanno prendendo forma tre aree trasversali, centri di ricerca interdisciplinari su salute, sostenibilità, scienza dei dati e intelligenza artificiale”.

Eccellenza toscana

Alla cerimonia inaugurale, oltre al sindaco di Pisa, Michele Conti, è intervenuto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, secondo il quale la scuola “Sant’Anna è un incubatore di idee, progetti e formazione di assoluta eccellenza. Abbiamo bisogno della sua autorevolezza scientifica in questa fase in cui dobbiamo intercettare sia i finanziamenti del Pnrr, ma anche i fondi strutturali europei per sostenere alò meglio le sfide difficili che ci mette davanti l’immediato futuro dopo gli effetti devastanti della pandemia”.

Donne protagoniste

“Quello tra donne e accademia è un rapporto ancora molto difficile” ha detto invece la rappresentante dei dottorandi nel Senato accademico della Scuola Sant’Anna di Pisa, Giuliana Freschi, intervenendo alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico. “Da donna ricercatrice, femminista e rappresentante in Senato accademico – ha aggiunto – mi piace però sottolineare che qui alla Scuola Sant’Anna siamo in un’isola felice e in un ateneo con una rettrice, una direttrice generale e tante altre donne protagoniste. Qui si portano avanti azioni concrete per rendere sempre più equilibrato questo rapporto tra le donne e il mondo accademico, non solo all’interno della nostra istituzione ma anche riverberando i suoi riflessi più in generale nel comparto scientifico e accademico italiano”.

La parità che genera benessere

Alla cerimonia di inaugurazione era presente anche l’assessora all’università e ricerca e pari opportunità Alessandra Nardini, che ha soffermato la sua attenzione sulle questioni della parità di genere nel mondo accademico e dell’uguaglianza delle donne, prendendo spunto dagli interventi dalla rappresentante dei dottorandi nel Senato Accademico della Scuola Sant’Anna di Pisa Giuliana Freschi e dalla lectio magistralis affidata all’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli, dal titolo “Le pari opportunità nella Costituzione e nella legislazione. Il ruolo delle donne nella Pubblica Amministrazione”.

“Con una rettrice, una direttrice generale e tante altre donne protagoniste – ha detto l’assessora Nardini – dal Sant’Anna ci giunge un esempio di parità di genere, attraverso una reale valorizzazione dell’uguaglianza tra uomini e donne”. “Dalla parità di genere – ha proseguito Nardini – passa anche il benessere economico e sociale, per questo senza il contributo delle donne non ci può essere una vera ripresa. Questa Scuola manda un grande messaggio di speranza alle allieve, alle future allieve e più in generale a tutte le donne: dobbiamo essere consapevoli che la realizzazione professionale non si deve conseguire dopo una serie di rinunce tra vita personale e lavoro, ma dobbiamo avere il diritto di vedere riconosciuti merito e impegno durante il nostro percorso di carriera e dobbiamo vederci garantito il diritto alla conciliazione, anzi, direi, alla condivisione”.

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