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Ucraina, le diocesi toscane inviano aiuti e accolgono profughi: 35 in arrivo

Mentre alcuni profughi in arrivo a Fiumicino saranno ospitati nell’ex-seminario di Colle di Val D’Elsa, da Grosseto è partito un tir carico di aiuti. Un evento da cui è nato un’inedito ponte di pace (e solidarietà) tra i due paesi

Camion carico di aiuti - © Diocesi di Siena

In arrivo a Fiumicino (Roma) un gruppo di 35 profughi di guerra dell’Ucraina che verranno ospitati nell’ex-seminario di Colle di Val D’Elsa (Siena). Ad accoglierli a Roma ci sarà don Giovanni Tondo, direttore della Caritas diocesana di Siena con alcuni volontari e un interprete.

L’arrivo di questo gruppo fa parte dell’iniziativa della Caritas nazionale che ha previsto l’ingresso in Italia di 600 persone che verranno ospitate in 40 diocesi, tra cui anche quella di Siena-Colle di Val D’Elsa.

“In linea con le indicazioni del nostro arcivescovo, il cardinale Lojudice, abbiamo subito messo a disposizione i locali dell’ex seminario di Colle e ci stiamo occupando di ogni aspetto logistico” spiega Anna Ferretti (Caritas). “Prosegue il nostro impegno per l’Ucraina non solo con interventi sul posto, in collaborazione con i missionari di don Orione a Leopoli, ma anche con l’ampliamento dell’ospitalità dei profughi nelle nostre comunità”.

Tir da Grosseto

Aiuti spediti con un Tir da Grosseto all’Ucraina, tra cui medicinali e presidi sanitari, hanno invece raggiunto i luoghi dove vengono curati soldati ucraini feriti. Lo comunica la diocesi di Grosseto riferendo di “una storia particolare che si lega a questo Tir”, il terzo dal capoluogo maremmano, che è partito il 15 marzo e che domenica, cinque giorni dopo, è arrivato a Khmelnytsky dove i volontari, guidati dal vescovo greco-cattolico Ivan Kulyk, hanno scaricato gli aiuti inviati, cibo, medicinali, prodotti per l’infanzia.

I volontari della comunità hanno scaricato il tir e stoccato le scatole in un magazzino, da dove successivamente sono state caricate su piccoli mezzi per essere trasferiti nelle zone dove è più difficile far giungere gli aiuti.

Sempre più vicini

La storia invece è quella di una mamma con tre bambini di 10, 8 e 5 anni, già a Grosseto da diversi giorni e alloggiata in un appartamento. Quando ha saputo che il Tir era diretto a Khmelnitsky, città vicina a quella nella quale vive la sua famiglia, è riuscita a mettersi in contatto con il marito in Ucraina, che dalla sua città, assieme ad altri volontari, è partito e ha aiutato a scaricare il mezzo, quindi ha trasportato alcuni degli aiuti ricevuti nella zona di Slavuta, dove ci sono soldati feriti bisognosi di medicinali.

“È una piccola storia che ci fa capire quanto siamo vicini grazie al bene che si può fare in un momento tragico come questo” commenta don Vitaliy Perih, sacerdote ucraino che a Grosseto cura la comunità greco cattolica e che è stato compagno di studi del vescovo Ivan Kulyk.

Inoltre la diocesi, tramite Caritas, continua a individuare famiglie grossetane disposte ad aprire le porte di casa e così sabato scorso sono stati sistemati sei adulti e quattro bambini (di cui una piccola di 5 mesi), mentre ieri domenica una mamma con un bambino di 3 anni e una donna di 63 anni con una figlia di 30.

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