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“I vaccini funzionano”. E la Toscana s’inserisce nella filiera della produzione

Una ricerca regionale certificherebbe l’efficacia degli anticorpi. E mentre la Toscana si accorda col volontariato per vaccinare le aree periferiche, ecco spuntare l’opportunità: fondi europei per produrre vaccini italiani

Ragazza con la mascherina - © Denis Jung / Unsplash

“Vaccini, vaccini, vaccini e ancora vaccini”. Parole ripetute in fila, tutte uguali, una dopo l’altra. Come fosse un mantra. È così che il presidente regionale Eugenio Giani ha voluto sintetizzare un concetto trasversale, attuale e di prospettiva. Sì, perché mentre prosegue la campagna vaccinale, la Regione Toscana ha presentato i primi risultati sulla creazione degli anticorpi in coloro che hanno già ricevuto la dose (“risultati importanti”, dice il governatore), ma al tempo stesso sta organizzando le fasi successive della somministrazione e getta uno sguardo all’immediato futuro. “Vorrei che la Toscana facesse parte della filiera dei vaccini italiani”, ha confessato Giani. L’idea c’è, il piano d’investimenti anche.

“Vorrei che la Toscana facesse parte della filiera dei vaccini italiani”

La durata dei vaccini? Massimo 9 mesi

“Stiamo pensando di usare i fondi europei destinati alla ricerca farmaceutica, e in particolare ai vaccini, per incentivarne la produzione. Rivolgo dunque un invito alle aziende toscane: attrezzatevi per dare seguito a questa opportunità”, fa sapere il presidente. “Le vaccinazioni andranno avanti anche nei prossimi anni, come è naturale che sia. Gli effetti di un vaccino durano dai sette ai nove mesi e le necessità di replicarli non si fermeranno a questa stagione. Considerando che in Italia ci vorranno in media ogni anno circa 120 milioni di dosi e calcolando la popolazione italiana e la necessità di fare due richiami, stiamo pensando di destinare i fondi europei del Fesr per agevolare le aziende farmaceutiche toscane che decideranno di far parte di questa filiera, dando corso a un’attività impegnativa ma indispensabile. Un’operazione in cui credo molto. Fondamentale per la salute, ma anche per la nostra economia”. Il primo vaccino italiano sarà pronto per settembre e la Toscana vuole farsi trovare pronta.

La ricerca

Il tema della produttività toscana non era al centro della conferenza organizzata dalla Regione in questo sabato che ci introduce nella seconda settimana consecutiva in zona arancione (dopo ben cinque settimane in “giallo”). Mentre lo spettro della “zona rossa” è dietro l’angolo – non è improbabile che a partire dal 26 di febbraio possa esserci per la Toscana un ulteriore upgrade delle restrizioni – si sarebbe dovuto parlare dell’efficacia dei vaccini e della loro capacità di creare anticorpi nei soggetti riceventi. E infatti così è stato, almeno inizialmente. Giani ha annunciato la ricerca come “uno studio scientifico senza precedenti” che ha permesso di analizzare un campione “su scala regionale” e che ha fatto riscontrare una “crescita d’immunità superiore a quella che ci aspettavamo”. È quanto ha confermato anche Gian Maria Rossolini, ordinario di microbiologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi. “È un lavoro interessante che conferma la grande efficacia del vaccino nella produzione di anticorpi” spiega Rossolini. “Noi rispondiamo in maniera variabile alle malattie, ed è possibile che sia variabile anche la risposta al vaccino. Ma nella quasi totalità dei casi abbiamo riscontrato risposte significative”. Al campione preso in esame (non è noto il numero totale dei casi analizzati) sono stati effettuati test dopo prima dose (e qui gli anticorpi sono presenti “solo in alcuni soggetti”), dopo la seconda dosa (“quasi in tutti c’è l’immunità”, spiega Rossolini) e infine a distanza di trenta giorni dal richiamo. “Il messaggio è chiaro”, aggiunge Giani. “I vaccini funzionano”.

“La nostra regione è tra quelle che sta ottenendo le migliori performance”

Nessuno come la Toscana

Nel ricordare i 2.162 medici registrati nella pagina a loro dedicata sul portale della Regione Toscana per la vaccinazione anti-covid degli anziani ultraottantenni (il 90% del totale), i 60 mila richiami che avverranno “nei prossimi 25, 30 giorni” e la nuova fornitura di vaccini Pfizer in arrivo martedì prossimo, l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini ha voluto ricordare i primati della Toscana. “Abbiamo già somministrato 240 mila vaccini tra prime e seconde dosi, con un tasso di vaccinazioni superiore del dieci per cento alla media nazionale” ha detto. “La nostra regione è tra quelle che sta ottenendo le migliori performance. Abbiamo ricevuto anche una risposta molto positiva da parte dei medici di base: nove su dieci si sono dichiarati disponibili alla somministrazione. Appena arriveranno le nuove dosi potremo portare avanti bene e con energia la campagna vaccinale”.

L’accordo col volontariato

A proposito di campagna vaccinale, non è finita qua. Il governatore Giani, infatti, anticipa un accordo col mondo del volontariato, che sarà sottoscritto a breve. Il presidente della Regione ha infatti incontrato i rappresentanti delle più grandi e radicate organizzazioni del volontariato sanitario. Ovvero Croce Rossa, Pubbliche assistenze e Misericordie. “A partire dal prossimo mese avremo a disposizione grandi dosi di vaccini ha concluso Giani. “Siamo pronti a implementare i canali di vaccinazione su tutti e tre i livelli. Oltre alle Asl e ai medici di base, molto utili in termini di prossimità, si aggiungeranno le organizzazioni di volontariato, che garantiranno la vaccinazione nelle aree più lontane e periferiche“.

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