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Vincenzo Salemme da record in “Napoletano? E famme ‘na pizza!” arriva a Firenze

Dal 1 al 4 dicembre il Teatro Verdi ospita lo spettacolo che ha già registrato 18mila spettatori in 21 repliche

Vincenzo Salemme in “Napoletano? E famme ‘na pizza!” - © Federico Riva

Lo spettacolo da record di Vincenzo SalemmeNapoletano? E Famme ‘Na Pizza!” arriva a Firenze, dopo un debutto che ha segnato un successo di pubblico senza precedenti, con 18mila spettatori per 21 repliche. Sale piene di spettatori di tutte le età impazziti per Salemme per la seconda parte del tour, che è partito dal Teatro Diana di Napoli il 14 ottobre e ora prosegue quindi a Firenze, al Teatro Verdi, dal 1 al 4 dicembre .

Una confessione sui cliché della napoletanità

Al centro di “Napoletano? E famme ‘na pizza” c’è una confessione sincera sui cliché della napoletanità. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, saper cantare, essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, amare il ragù… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendere la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente.

“Io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo” racconta Salemme.

Vincenzo Salemme in “Napoletano? E famme ‘na pizza!” – © Federico Riva

““Napoletano? ‘E famme ‘na pizza”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro” ha concluso Salemme.

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