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Covid-19: un farmaco antiartrite può ridurre la mortalità negli anziani

Il Baricitinib sperimentato dal gruppo clinico dell’Università di Pisa entra a far parte di una ricerca internazionale

Covid-19 - © 3rdtimeluckystudio

Il baricitinib un farmaco antinfiammatorio approvato per il trattamento dell’artrite reumatoide è efficace nel ridurre la mortalità e il rischio di intubazione in pazienti anziani con grave polmonite da SARS-Cov2.

È questo il risultato di uno studio internazionale, che ha visto il gruppo clinico dell’Università di Pisa operante nell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana collaborare alla ricerca insieme a Imperial College di Londra, Karolinska Institut di Stoccolma, Università di Oxford, Cambridge, Toronto, Vancouver, Albacete. Lo studio è stato pubblicato su Science Advances.

La terapia con baricitinib, spiega l’Aoup, è risultata associata a una riduzione del rischio di morte pari al 70% in un gruppo di pazienti con età mediana di 81 anni e polmonite grave da Sars-Cov2. Inoltre lo studio ha anche dimostrato come il rischio di morte o di intubazione orotracheale è stato pari al 17% dei pazienti trattati rispetto al 35% dei pazienti non trattati.

Analizzata anche l’attività del farmaco nei pazienti con Covid19 ricreando una miniatura degli organi umani in laboratorio, i cosiddetti organoidi. Tale modello sperimentale ha permesso di identificare due meccanismi di azione del farmaco: un primo meccanismo antinfiammatorio che riduce il rilascio di sostanze infiammatorie, chiamate citochine, che sono associate al danno polmonare acuto e alla sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS), e un secondo meccanismo di inibizione dell’endocitosi virale.

“Abbiamo urgentemente bisogno di terapie efficaci in attesa del vaccino che sarà disponibile su larga scala solo in primavera – spiega Marco Falcone, infettivologo che, insieme a Francesco Menichetti, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Pisa, ha coordinato la ricerca con i colleghi inglesi e svedesi – e noi a Pisa stiamo profondendo ogni sforzo per identificare nuovi trattamenti realmente efficaci, tra cui appunto il baricitinib. È stato un algoritmo di intelligenza artificiale, che ha passato al setaccio migliaia di molecole – prosegue Falcone – a identificare per la prima volta il baricitinib come possibile opzione utile a interferire la risposta infiammatoria e la endocitosi virale (ingresso del virus nelle cellule umane) durante la malattia Covid-19. I colleghi dell’Imperial College, venuti a conoscenza della nostra esperienza clinica preliminare, ci hanno proposto uno studio collaborativo atto a verificare il meccanismo di azione del farmaco contro Covid-19 nei nostri pazienti”.

“Si tratta di risultati preliminari – conclude Falcone – che andranno confermati da studi randomizzati in corso. Ad esempio lo studio randomizzato Adaptive Covid Treatment Trial-2 avrebbe documentato un beneficio di baricitinib in pazienti con Covid19 ed è concluso, ma non è stato ancora pubblicato. Solo gli studi randomizzati permetteranno di avere certezze sulle terapie anti-Covid19. Siamo fortemente impegnati su varie sperimentazioni e coordinatori della sperimentazione nazionale Tsunami sul plasma iperimmune. Speriamo di potere avere a breve certezze su quali farmaci sono in grado di migliorare la prognosi di questa malattia”.

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