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Da Firenze via all’iter per il riconoscimento Unesco dei mercati storici

Nasce un’associazione internazionale. San Lorenzo guarda al modello di Barcellona per una diversa gestione della piazza e una riqualificazione di tutto il quartiere

Il mercato di San Lorenzo a Firenze

Parte da Firenze “un percorso per la costituzione di un’associazione internazionale dei mercati storici con lo scopo di essere riconosciuti dall’Unesco. Questo vuol dire fare squadra ed avere un potere maggiore di visibilità e di supporto economico“. Massimo Manetti, presidente del consorzio degli operatori del Mercato Centrale a Firenze, ha riunito in città i rappresentanti di 13 mercati storici per avviare questo percorso sperando nel riconoscimento da parte dell’Unesco.

L’occasione per un confronto è arrivata dal convegno ‘Uno sguardo dal mondo: i mercati storici alimentari nelle esperienze di Paesi con tradizioni e culture diverse’. La giornata è stata organizzata in occasione dei 150 anni dello Storico Mercato Centrale.

I 13 mercati storici presenti

Dieci mercati da tutto il mondo e tre toscani uniti in un’associazione per difendere l’identità commerciale delle grandi città che rappresentano. In sala Luca Giordano, a Palazzo Medici Riccardi, si sono ritrovati i vertici dei mercati coperti di tutto il mondo: dalla Boqueria di Barcellona al Torvehallerne KBH di Copenaghen, dal Nishiki Market di Kyoto all’Oslo Mathallen norvegese, dal Malmø Saluhall svedese all’English Market dell’irlandese Cork. E ancora, Berlino con Markthalle Neun, Gerusalemme con Mahane Yehuda Market, Riga Central Market e Santander con il Mercado de la Esperanza oltre che il MEQ di Follonica e il Mercato delle Vettovaglie di Livorno.

I mercati storici internazionali a Firenze

La costituzione di un’associazione

È stato presentato e consegnato il protocollo che porterà alla costituzione di un’associazione e alla richiesta del riconoscimento Unesco per salvaguardare l’identità locale a fronte della tendenza di spersonalizzazione degli spazi.

Nel corso del convegno i vari mercati hanno esposto le proprie storie con un raffronto ieri e oggi e uno sguardo al futuro. Nonostante le differenze geografiche e culturali, la sfida è la stessa: difendere storia e tradizione che si tramandano di generazione in generazione.

Eugenio Giani e Massimo Manetti

L’iter per la nascita dell’associazione

A spiegare l’iter che porterà alla costituzione dell’associazione Massimo Manetti: “Con la presentazione del protocollo parte ufficialmente il percorso per costituire un’associazione dei mercati storici, con l’intento di arrivare al riconoscimento Unesco. Oggi abbiamo presentato il memorandum all’interno del quale sono elencati i requisiti necessari, regole e obiettivi. Tra un mese, il tempo necessario per prendere visione del documento, faremo una video conferenza e inizieremo con la raccolta delle adesioni“.

Una volta costituita l’associazione si procederà con la realizzazione di un marchio unico internazionale e poi con l’iter per la richiesta del riconoscimento Unesco.

I bandi europei per i mercati storici

Sempre nel corso del convegno è stato presentato e sottoscritto un secondo protocollo a cura dell’Euro Sportello per identificare una rete di mercati che possano partecipare ai bandi europei con progetti di valorizzazione condivisi.

Con questo lavoro si aprono scenari nuovi di lavoro sia sul fronte nazionale che internazionale e il nostro mercato si propone come capofila si una rete di mercati di tutto il mondo che possano operare insieme sia per la promozione di reti di scambio e progetti di valorizzazione europei e sia per arrivare appunto, come detto, a un riconoscimento Unesco” assicura Manetti.

L’attenzione della commissione europea

Tra i partecipanti al convegno a Firenze anche l’esponente della commissione europea Joanna Zawistowska. Proprio la sua presenza, secondo Manetti, “è segno che c’è la volontà di vedere i mercati come un bene immateriale e non solo materiale. Vogliamo mantenere la nostra identità, la nostra tradizione e la nostra storia“.

Il modello del mercato di Barcellona

Tra le esperienze da prendere ad esempio quella “di Barcellona. Dietro il loro mercato hanno una piazza similare alla nostra. Noi in quella piazza abbiamo grande confusione con mezzi che scaricano, mentre loro hanno interrato tutti i servizi ampliando anche il parcheggio ed inserendo dentro compattatori, scarico merci, la nettezza, liberando il piano di sopra dando un overtour. Facendo ciò non ci sarebbe una riqualificazione solo della piazza o del mercato, ma dell’intero quartiere di San Lorenzo” ha concluso Manetti.

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