Cultura/

Da Ismene ai Depeche Mode, la fine dell’Occidente secondo Cauteruccio

Alla sorella muta di Antigone il compito di raccontare dal mito greco alle viscere della contemporaneità: prima nazionale lunedì 31 luglio a Scandicci

Flavia Pezzo in Family affairs

La decadenza dell’Occidente secondo Ismene: già dal dramma familiare per eccellenza della tragedia classica, Edipo, parte una lunga riflessione sulla contemporaneità. Con un sottofondo sonoro di sintetizzatori e chitarre rock e la musica di Depeche Mode e Giovanni Lindo Ferretti.

La compagnia Fulvio e Flavia Cauteruccio lunedì 31 luglio 2023 alle 21 porta in prima nazionale “Family affairs” al Pomario del Castello dell’Acciaiolo di Scandicci (via Pantin, 63) nell’ambito del programma “Open City Scandicci Estate 2023“. Lo spettacolo viene replicato al Mad/ Murate Art District di Firenze nelle date 1, 2 e 3 agosto alle ore 21, nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2023 del Comune di Firenze.

Ismene, sorella muta di Antigone

Flavia Pezzo è Ismene nel monologo “Family affairs“, scritto a quattro mani con Fulvio Cauteruccio. Singolare la scelta del regista di affidare proprio alla giovane che nel testo di Sofocle appare come personaggio muto il compito di raccontare il tracollo di un mondo.

Il testo parte dal mito greco e arriva alle viscere della contemporaneità, laddove la paura è padrona delle anime, la guerra divora le vite, la civiltà decade, l’Occidente implode su sé stesso e l’individuo, su cui sembra incombere un ineluttabile destino, resta silente, privato lentamente della sua libertà, della sua volontà -sottolineano gli attori- Qual è il miglior territorio in cui sviscerare questi temi? La famiglia di Edipo e Giocasta descritta da Sofocle, che somiglia ineluttabilmente alle nostre famiglie, per dirla con la protagonista ‘la mia famiglia sterminata’”.

Fulvio Cauteruccio

La rilettura di Fulvio Cauteruccio

La regia di Fulvio Cauteruccio colloca Ismene in un paesaggio di rovine, metafora della nostra condizione odierna. La figlia di Edipo e Giocasta viene trasfigurata in un personaggio definito iconoclasta. A lei è affidato il compito di racconta la sua storia familiare per arrivare fino alla decadenza di una intera epoca.

La sorella dell’eroina Antigone e dimenticata figlia del celebre Edipo, rimasta ai margini della notorietà della famiglia, oscurata dai fratelli, qui denuncia uno ad uno i familiari ed il contesto in cui si è determinato il disastro in cui ella stessa si ritrova, rivendicando la personale libertà di decidere del proprio destino -puntualizza Cauteruccio-. L’incomunicabilità che cresce e finisce per divorare come un cancro, l’illusione del potere, il timore di se stessi, dei propri limiti, delle proprie emozioni, la paura, il rancore, l’amore rinnegato o respinto, il rimpianto, la tentazione della rinuncia, della resa, la scelta di andare avanti mettendosi al primo posto, questi sono gli elementi presenti nella drammaturgia originale su cui si fonda lo spettacolo”.

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