Innovazione/

Disegnare la Toscana del 2050, al lavoro per una regione più moderna e sostenibile

Primo evento a Firenze sull’iniziativa promossa dal Consiglio regionale. Le previsioni demografiche e gli scenari futuri in un anno di lavoro del Comitato tecnico scientifico

Toscana 2050 – il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo

Immaginare la Toscana del 2050, ma soprattutto costruirla oggi. È con questo obiettivo che è nato il progetto Toscana 2050 voluto dal Consiglio regionale della Toscana e che ora, dopo un anno di lavoro del suo Comitato tecnico scientifico creato ad hoc, presenta i primi risultati.

“La politica deve avere la capacità di anticipare il progresso e governarlo, oppure resta indietro. Oggi restituiamo parte del lavoro che con l’Ufficio di presidenza e con il Comitato scientifico abbiamo svolto finora. Il lavoro continuerà nei prossimi mesi, a fine legislatura offriremo alle cittadine e ai cittadini della nostra regione un indirizzo verso la strada da perseguire”. Così, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, apre l’evento pubblico all’Innovation center della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Una serata dedicata al confronto e al dibattito, che ha visto la partecipazione del presidente della Toscana, Eugenio Giani, del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso (con un video messaggio) e del direttore scientifico dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini.

“Nel 2050 ci sarà la colonia spaziale sulla luna e su Marte – dice il presidente della Regione, Eugenio Giani – ma la Toscana mi auguro sarà sempre bella e attrattiva. Sono convinto che la Toscana da qui al 2050 potrà costruire quel livello di modernizzazione infrastrutturale, di accoglienza e sistemazione del rapporto tra tecnologie e qualità della vita che sicuramente renderà ancora questa regione un punto di riferimento nel mondo”.

Toscana 2050, i saluti del presidente Eugenio Giani – © Marta Mancini

Il progetto Toscana 2050

Toscana 2050 è un progetto che si sviluppa con l’aiuto di un comitato tecnico scientifico. Si lavora sul concetto del benessere attraverso alcune tematiche principali: il cambiamento climatico, l’acqua, la salute, il lavoro, la cultura, cercando di individuare il miglior sviluppo possibile delle città e del territorio, per capire e proiettare in avanti i problemi e i cambiamenti di oggi e farsi trovare pronti domani.

Un’idea di futuro che qui viene declinata da tre prospettive diverse: il 2050 visto con gli occhi di chi oggi è bambino e nel 2050 sarà adulto – un video realizzato da InToscana ci mostra come i ragazzi della 2A e 2C dell’Istituto comprensivo Tozzi di Siena immaginano una Toscana inclusiva, con solo auto elettriche, con tecnologie che tolgono plastica e rifiuti dal mare e liberano l’ambiente, con l’uso di soli materiali recuperabili –; il 2050 immaginato dall’intelligenza artificiale; il 2050 visto da chi vive da protagonista il mondo di oggi e studia il futuro.

“Uno sguardo per anticipare il futuro è sicuramente necessario, tanto più che il futuro è già in noi –  ha detto il ministro Adolfo Urso, nel video messaggio – Siamo al centro di questa incredibile, accelerata transizione tecnologica e industriale, che ha forte impatto sociale, anche per quanto riguarda il nostro sistema produttivo, il mondo del lavoro, le professioni. È importante che questo vostro “think tank” composto da così significative personalità aiuti le istituzioni, la Regione, ad accompagnare questo percorso, salvaguardando i valori della persona al centro del nostro modello, della nostra nazione, delle nostre straordinarie comunità locali”.

La Toscana tra 27 anni: si vivrà più a lungo, prosegue il calo demografico

E la Toscana che verrà avrà una fisionomia che comincia a definirsi sotto la lente demografica, come spiega l’economista Stefano Casini Benvenuti, che fa parte del comitato scientifico.

“Nel 2050 avremo più o meno 200mila abitanti in meno, la speranza di vita si avvicinerà ai novant’anni. Basti pensare che nel 1951 era di 65 anni. Si vivrà più a lungo e meglio, ci saranno molti anziani rispetto ai giovani. Se nel dopoguerra il rapporto era di dieci giovani ogni quattro-cinque anziani, un secolo dopo sarà di dieci giovani ogni 31 anziani”. Un cambiamento “interessante e che può essere positivo, con la struttura dei bisogni che cambia. Già oggi si dice che un anziano di 75 anni abbia le capacita intellettive, cognitive e fisiche di un cinquantacinquenne del 1980”.

Una diversa struttura della società che “stimolerà il sistema produttivo per trovare risposte alle nuove domande e potrà dare lavoro ai giovani, con un ruolo sempre più importante della formazione e del continuo aggiornamento”. Ai giovani il compito di “assicurare la capacità innovativa e creativa”.

I più popolari su intoscana