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Festa della Toscana 2023, Sciarra: “Don Milani ci ha richiamato a responsabilità collettive”

Giovedì 30 novembre al cinema La Compagnia di Firenze la 24esima edizione con la seduta solenne del Consiglio regionale dedicata alla figura di Don Lorenzo Milani nel centenario della nascita

Giovedì 30 novembre si festeggia la Festa della Toscana un appuntamento istituzionale nato nel 2001 con l’obiettivo di ricordare che la Toscana è stata la prima nazione al mondo ad abolire la pena di morte.

Proprio il 30 novembre 1786 infatti il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena promulgò la riforma penale che definiva la pena di morte “conveniente solo ai popoli barbari”.

Quest’anno si è tenuta al cinema La Compagnia di Firenze la 24esima edizione con la seduta solenne del Consiglio regionale dedicata alla figura di Don Lorenzo Milani il parroco e maestro di Barbiana, in occasione del centenario dalla nascita, una giornata da titolo:“I CARE, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze”.

Hanno partecipato alla seduta del consiglio: Eugenio Giani presidente della Regione Toscana, Antonio Mazzeo presidente del Consiglio regionale della Toscana, l’onorevole Rosy Bindi, Silvia Sciarra presidente emerita della Corte Costituzionale, il cardinale Giuseppe Betori, il rabbino capo della comunità ebraica di Firenze Gad Piperno e l’imam di Firenze Izzedin Elzir.

Il presidente della Toscana, Eugenio Giani ha aperto con un ringraziamento al Consiglio regionale per come è stata condotta e impostata questa giornata dell’identità toscana e ha chiesto  “Un momento di memoria per le otto persone che hanno perso la vita nell’ultima alluvione”, esprimendo “solidarietà profonda e sincera verso coloro che sono stati colpiti da quegli eventi. Siamo maledetti toscani, come diceva Curzio Malaparte, con tutti i nostri difetti, ma c’è un grande pregio: la solidarietà e quando c’è un momento di bisogno ci stringiamo tutti insieme e lavoriamo con forza e con durezza per guardare con fiducia al futuro e raggiungere i nostri obiettivi”.

La Toscana ha una propria identità statuale da più di 450 anni, ha ricordato Giani. “Nella nostra identità è emersa tutta una serie di valori che sono importanti e fondamentali nello Stato italiano. La Toscana porta questi valori con orgoglio e con forza”. Ricorda che “don Milani ha vissuto 43 anni e ci ha dato tutto quello che oggi ricordiamo. Lo sentiamo con orgoglio un toscano, penso ai tre messaggi che ci ha lasciato: la scuola, tutti ci dobbiamo aiutare quando si tratta di condividere la cultura; in questo spirito – spiega Giani – abbiamo voluto gli asili nido gratis per le famiglie sotto i 35mila euro, spero che possa contagiare tutta l’Italia. Il diritto alla scelta: pensiamo alla straordinaria lettera sull’obiezione di coscienza. La tolleranza religiosa”. La Toscana – ha detto  ancora il presidente – vuole continuare ad essere “una terra di cultura, seguendo un altro concetto fondamentale di don Milani: fare squadra”. 

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Nella mattina l’intervento di Rosy Bindi, presidente del Comitato per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, che ha dichiarato: “L’aver dedicato la Festa della Toscana a don lorenzo Milani è una scelta che fa onore alla Regione, al Consiglio e alla Giunta. Don Milani in questo momento è un testimone di questa terra particolarmente attuale. Lo è come prete, come credente, come maestro, e soprattutto come critico del modello di sviluppo che negli anni ’50 e ’60 ha visto convivere un Toscana molto ricca ma anche molto povera e sfruttata. Forse dovremmo guardare al nostro tempo con gli occhi critici di don Lorenzo e vedremmo l’aumento delle disuguaglianze, i pochi investimenti nella scuola, nella sanità e nei beni comuni. E soprattutto una perdita di patriottismo costituzionale. Forse oggi don Milani ci direbbe di attuarla e non di stravolgerla”. 

Ha partecipato alla giornata anche Silvana Sciarra, presidente emerita della Corte Costituzionale la quale ha detto: “Don Milani ci ha richiamato a responsabilità collettive nell’educazione, aspetto che ho avvertito molto nella mia professione di professore universitario ma anche nell’esperienza alla Corte costituzione perché la responsabilità viene anche dall’ascolto, e questa esperienza mi ha indotto a capire meglio cosa vuol dire lavorare in un collegio e ascoltare gli altri. ‘I care’, il richiamo all’ascolto, al rispetto degli altri, alla cura delle relazioni, oltre che di noi stessi, ci porta a essere cittadini consapevoli, anche nel rispetto delle istituzioni che governano la nostra democrazia”.

“Siate orgogliosi di essere toscane e toscani”. Così il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha iniziato il suo intervento in occasione della Seduta solenne per la Festa della Toscana  “La Toscana è stata la prima regione del mondo ad abolire la pena di morte, ma è anche una terra di diritti e di libertà che non si è mai voltata dall’altra parte. E se vi posso mandare un messaggio grande è: ‘non siate mai indifferenti’. Non voltatevi mai dall’altra parte. Cercate in tutte le forme e in tutti i modi di servire la nostra comunità. Abbiamo bisogno di voi, del vostro sorriso, della vostra energia, del vostro impegno, perché la Toscana ha bisogno di guardare con speranza e ottimismo al futuro”.

“Oggi – ha poi proseguito il presidente Mazzeo – ci troviamo in un tempo che ci richiede un impegno rinnovato, in una terra, la nostra, basata su solidarietà, uguaglianza e giustizia sociale. Don Milani ha incarnato questi valori nel suo impegno instancabile per l’istruzione dei più emarginati, per combattere ogni forma di discriminazione e disuguaglianza. Don Milani è stato anzitutto un maestro. Un educatore. Una guida per i più giovani, che sono cresciuti con lui prima nella scuola popolare di Calenzano, poi a Barbiana. Per questo permettetemi un saluto particolare ai sindaci di Vicchio Filippo Carlà Campa e di Calenzano Riccardo Prestini”.

“Don Milani – ha detto Mazzeo – è stato pioniere di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione. Nella sua inimitabile azione di educatore, e lo possono testimoniare i suoi ragazzi, don Milani pensava, piuttosto, alla scuola come luogo di promozione e non di selezione sociale. E la differenza è enorme. Ci ha insegnato che l’educazione è la chiave per abbattere le barriere dell’ignoranza e della disuguaglianza. La sua opera nella scuola di Barbiana, ha segnato un momento epocale nella storia dell’istruzione, unendosi alle lotte per la dignità umana e contro le discriminazioni di ogni genere”. 

Festa della Toscana 2023

Gli altri eventi della Festa della Toscana

La Festa della Toscana proseguirà il 1° dicembre, in Consiglio regionale sarà presentato il libro di Francesco Niccolini “La scuola più bella che c’è. Don Milani, Barbiana e i suoi ragazzi”, con Luigi d’Elia e Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, allievo di don Milani a Barbiana. Verrà presentato anche, in una data ancora da fissare, il libro di Mario Lancisi, “Don Milani, vita di un profeta disobbediente”.

Mentre il 12 e 13 dicembre, al teatro Aurora di Scandicci, andrà in scena il racconto teatrale “Cammelli a Barbiana”, il 12 sera aperto al pubblico e gratuito, mentre il 13 mattina sarà riservato alle scuole.

 

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