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Dalla quantistica allo Spazio: i cinque giovani ricercatori toscani premiati dall’Ue con lo Starting Grant

Hanno vinto il finanziamento di 1,5 milioni di euro del Consiglio Europeo della Ricerca i progetti innovativi dell’Università di Firenze, della Sant’Anna, del CNR, della Normale e della Fondazione Biotecnopolo di Siena

Ricercatori

Il Consiglio Europeo della Ricerca ha assegnato 761 milioni di euro a 478 giovani ricercatori in tutta Europa tramite gli Starting Grant, che assegnano a ogni ricercatore e ricercatrice un milione e mezzo di euro per 5 anni e sono dedicati a quei giovani scienziati che sono all’inizio della loro carriera, ma già protagonisti a livello internazionale di indagini innovative. L’Italia è settima in classifica con 30 progetti finanziati, cinque dei quali sono portati avanti in Toscana.

Phoenix: dalla Sant’Anna il futuro dell’esplorazione nello Spazio

Il Consiglio Europeo per la Ricerca ha finanziato con uno Starting Grant il progetto Phoenix, coordinato da Vittorio Giannetti dell’Istituto di Intelligenza Meccanica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che punta a sviluppare nuovi propulsori elettrici capaci di superare i limiti degli attuali sistemi e di rendere i veicoli spaziali più flessibili e affidabili.

“Con il progetto Phoenix avremo l’opportunità di esplorare a fondo un concetto di propulsore al plasma completamente nuovo. Se i risultati saranno positivi, potremo aprire la strada a una nuova generazione di sistemi spaziali, più manovrabili e affidabili, capaci di aumentare in modo significativo il ritorno scientifico e commerciale di ogni missione e di rendere possibile lo sviluppo sostenibile di una grande infrastruttura spaziale” spiega Giannetti.

Negli ultimi decenni, la propulsione elettrica ha trasformato la mobilità spaziale, rendendo possibili missioni sempre più ambiziose. Tuttavia, le tecnologie attuali, come i propulsori Hall, necessitano di un dispositivo che emetta elettroni per bilanciare la carica degli ioni accelerati. Il progetto Phoenix propone una svolta: lo sviluppo di un nuovo concetto di propulsore capace di estrarre simultaneamente ioni ed elettroni senza ricorrere a un neutralizzatore esterno, garantendo alte prestazioni in termini di rendimento energetico e velocità di scarica. Questo approccio rende possibili sistemi più affidabili e flessibili, favorendo l’utilizzo delle risorse spaziali in situ e offrendo nuove opportunità per le missioni di esplorazione nello spazio profondo.

Tecnologie quantistiche per la vita quotidiana all’Università di Firenze

Tra i vincitori dello Starting Grant c’è anche Alberto Privitera, ricercatore dell’Università di Firenze in Fondamenti chimici delle tecnologie presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale, che si è assicurato 1 milione e mezzo di euro dall’Ue per il suo progetto Light-driven molecular spin qubits (Light-Qis), di durata quinquennale, che esplora le nuove frontiere dell’universo quantistico, verso tecnologie che permetteranno la realizzazione di computer più potenti, comunicazioni più sicure e misurazioni precise al picometro.

Lo studio, che verrà condotto nel Laboratorio di Magnetismo Molecolare dell’Ateneo fiorentino, intende configurarsi come un passo in avanti nella comprensione e nel controllo delle proprietà quantistiche della materia, con l’obiettivo di rendere le tecnologie legate a questo mondo più accessibili e integrate nella vita quotidiana.

“Il funzionamento di dispositivi come computer quantistici e sensori capaci di misurare grandezze fisiche con precisione e sensibilità a livello atomico si basa sul concetto di qubit (quantum bit), l’analogo quantistico del bit classico, che rappresenta l’unità fondamentale di informazione – spiega Privitera – nonostante i grandi progressi, però, le tecnologie quantistiche attuali sono ancora lontane dall’essere utilizzabili nella vita di tutti i giorni. I qubit oggi disponibili richiedono processi di fabbricazione estremamente complessi, con un controllo a livello atomico, e funzionano a temperature vicine allo z0ero assoluto, in costosi sistemi criogenici”.

LIGHT-QIS propone un approccio diverso: utilizzare molecole a base di porfirine – le stesse coinvolte nella fotosintesi delle piante e nel trasporto dell’ossigeno nel sangue – per sviluppare qubit capaci di operare a temperature molto più elevate.

Dall’Ue 1,5 milioni per scovare i danni nascosti negli affreschi

Rivoluzionare lo studio e la conservazione degli affreschi, individuando i danni non visibili ma presenti sotto la superficie dipinta, è l’obiettivo del progetto coordinato da Antonina Chaban, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze, che si è aggiudicato uno Starting Grant.

Il progetto, chiamato HeRiDe, mira a sviluppare una metodologia innovativa che, grazie a tecniche avanzate non invasive e all’integrazione di competenze multidisciplinari, permette di indagare le pitture murarie in profondità. Oltre all’avanzamento scientifico, dunque, fornirà strumenti immediatamente applicabili, come la visualizzazione 3D e l’analisi del complesso sistema costituito dell’affresco e dal sottostante supporto murario. Lo studio consentirà un’indagine precisa delle aree non visibili al di sotto dello strato pittorico, e permetterà interventi di conservazione mirati ed efficaci.

Hanno vinto lo Starting Grant anche Francesca di Turo della Scuola Normale di Pisa e Emanuele Andreano, ricercatore della Fondazione Biotecnopolo di Siena e responsabile del laboratorio di serologia e immunologia della Fondazione. Il finanziamento, spiega l’ente senese, permetterà ad Andreano di avviare un gruppo di ricerca indipendente, di formare nuove competenze e di sviluppare attività di alto impatto.

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