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Giovani e salute mentale, lo studio degli Psicologi Toscani: hanno paura del futuro

Dall’indagine emerge un peggioramento delle patologie dopo la pandemia: in aumento anche l’abuso digitale e i disturbi del sonno

Colloquio dallo psicologo - © SHVETS production

Hanno paura soprattutto del futuro e chiedono sempre più spesso aiuto, anche per l’abuso digitale e i disturbi del sonno. È la fotografia della salute mentale dei giovani toscani scattata dallo studio che l’Ordine degli Psicologi della Toscana ha condotto tra i suoi iscritti, in collaborazione con il Laboratorio di Psicometria dell’Università di Firenze, che è stato presentato oggi in Consiglio regionale.

Dopo la pandemia e la guerra aumentano le richieste d’aiuto

Il periodo preso in esame dall’indagine va da marzo 2022 a marzo 2023, caratterizzato da una serie di fattori esterni che hanno pesato sulle sintomatologie già esistenti, oppure hanno contribuito a innescarne di nuove. Fattori come la lenta fuoriuscita dalla pandemia, lo spettro della crisi energetica e la guerra in Ucraina, i cataclismi climatici hanno alimentato disturbi come l’ansia e la depressione, le fobie sociali e scolari, i disturbi del comportamento alimentare.

Dopo la paura del futuro, nella fascia di pazienti compresa tra i 20 e i 30 anni dominano poi il timore dell’abbandono e della solitudine (48%) e quello per le malattie o la morte (45%). La fascia d’età dove viene rilevata una maggiore paura della guerra è invece quella dei bambini.

In generale, tra le psicologhe e gli psicologi che hanno compilato il questionario dell’Ordine, il 73% ha registrato un incremento delle richieste di prestazione psicologica. Tra le problematiche più frequenti emergono la sintomalogia ansiosa (50%), seguita da problemi relazionali (20%) e la sintomatologia depressiva (11%)

“Un quadro – commenta la presidente dell’Ordine, Maria Antonietta Gulino– che manifesta come una serie di fattori esterni, vecchi e nuovi, abbia impattato pesantemente sullo stato di salute psicologica dei toscani. L’uscita dalla pandemia ha lasciato strascichi importanti. L’affacciarsi della crisi energetica e l’impennata dei costi delle materie prime, la difficoltà a trovare alloggi fuori dalla famiglia, hanno minato la sicurezza economica acquisita o da acquisire. La guerra a due passi da casa e i disastri ambientali hanno plasmato paure inedite. Tutto questo ha trasversalmente amplificato una serie di problematiche che richiedono di essere gestite adeguatamente.

I giovani adulti più in difficoltà, ma anche i bambini

La fascia di età in cui è stato rilevato un maggiore incremento di richieste è quella dei giovani adulti, cioè i ragazzi e le ragazze che hanno tra i venti e i trent’anni (44%), seguita da preadolescenti e adolescenti (31%). È tra i giovani, in particolare, che viene segnalata una maggiore richiesta di aiuto per la presenza di abuso digitale e dei social (75%), di dipendenze patologiche (53%), di disturbi del sonno (56%) e disturbi ossessivo – compulsivi (53%)

Il 44% dei partecipanti all’indagine sono professionisti che seguono bambini ed evidenziano (60%) un aumento delle richieste da parte di pazienti in questa fascia di età, in particolare per sintomatologia ansiosa (49%) e problemi relazionali( 23%).
Anche i professionisti che hanno come pazienti adolescenti (81% dei partecipanti alla rilevazione) segnalano un incremento delle richieste (76%). La sintomatologia prevalente che emerge risulta essere quella ansiosa (33%), seguita da problemi relazionali (17%) e isolamento sociale (13%).

“I dati presentati dall’Ordine degli Psicologi ci dicono due cose – sottolinea il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeola salute mentale è fondamentale quanto quella fisica e che la scelta del Consiglio Regionale di approvare la figura dello psicologo di base è stata d’avanguardia. Perché la salute mentale deve essere un diritto accessibile a tutti. In tante altre Regioni ci hanno chiesto informazioni per istituire una legge simile, siamo stati apripista. Continuare a finanziare ancora di più lo psicologo di base non solo è una questione di civiltà ma un investimento sulla fiducia del futuro dei giovani toscani.”

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