Il governo ha deciso in Consiglio dei ministri di impugnare la legge sul fine vita della Regione Toscana che era stata la prima in Italia a disciplinare la materia lo scorso marzo. Il testo della Regione Toscana, a sei anni dalla sentenza della Corte Costituzionale, cercava di regolamentare i nodi organizzativi ed economici sul suicidio assistito e la non punibilità del medico.
Immediata la replica del presidente della Regione Eugenio Giani: “Esprimo profonda delusione per la decisione del Governo di impugnare la nostra legge sul fine vita. Questa legge rappresenta un atto di responsabilità istituzionale e di rispetto verso le persone che affrontano sofferenze insopportabili”.
“La nostra normativa è stata elaborata in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, che ha indicato la necessità di colmare un vuoto legislativo in materia di suicidio medicalmente assistito. In assenza di una legge nazionale, la Toscana ha scelto di dare risposte concrete ai cittadini, nel pieno rispetto dei principi costituzionali –aggiunge ancora Giani-. È paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il Governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte. Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone”.
“Il Governo vuole bloccare la Toscana che riforma” è la presa di posizione del presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo in merito alla decisione del Governo di impugnare la legge approvata dalla Regione sul fine vita.
Una decisione per Mazzeo “semplicemente assurda: un’offesa per i malati che chiedono aiuto e soffrono e allo stesso tempo una mannaia nei confronti di una Regione che legifera bene, nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione, apripista in tutta Italia, ma che viene bloccata a livello nazionale”. “È accaduto con la norma sugli affitti brevi e sul turismo, con quella sui balneari e adesso accade con la legge sul fine-vita – aggiunge Mazzeo ricordando le altre impugnazioni -. L’aspetto grottesco (che però pagano i cittadini) è che il governo non solo ferma una Regione che riforma, ma non fa nulla per colmare vuoti normativi che attendono da anni. Mi chiedo davvero perché non ci lascino lavorare in pace su temi vicini alla gente e su cui, da anni, sono attese risposte da parte della politica”.