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Nasce il primo liquido riprogrammabile in tre dimensioni, la ricerca dell’Università di Pisa

Lo studio, in collaborazione con Jozef Stefan Institute di Lubiana, è durato anni. Il nuovo materiale può essere rimodellato per ottenere oggetti con forme sempre diverse e con la tecnologia delle stampanti 3D può avere applicazioni infinite

Ricercatore

È nato il primo elastomero liquido cristallino shape memory – cioè a memoria di forma – riprogrammabile nelle tre dimensioni. La ricerca dell’Università di Pisa in collaborazione con il Jozef Stefan Institute di Lubiana è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications e apre la strada a tantissimi sviluppi futuri legati alla possibilità di associare questo materiale alla stampa in 3D e realizzare oggetti di qualsiasi forma in modo del tutto versatile.

Cosa cambia

Fino ad ora gli elastomeri liquido cristallini – quindi materiali capaci di modificare la propria forma in modo reversibile se sottoposti a stimoli esterni, come temperatura, campi elettrici o luce –  venivano preparati essenzialmente in forma di film e potevano accorciarsi o allungarsi in un solo verso. Potevano raggiungere variazioni anche del 400% della forma iniziale, ma restava invariata la geometria tipica dei film che ne limitava le possibili applicazioni, oggi sono soprattutto legate al campo dell’ottica, della micro e soft robotica e della sensoristica in generale.

Con la nuova invenzione le potenzialità si sono moltiplicate: “Il nuovo materiale che abbiamo creato ci ha permesso di ottenere geometrie e forme molto varie, passando di fatto da un mondo a due a tre dimensioni. – spiega Valentina Domenici del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa – La novità inoltre è che può essere rimodellato e riprogrammato ogni volta per ottenere oggetti con geometrie e forme sempre diverse. In futuro, potrà essere utilizzato con la tecnologia delle stampanti 3D oppure sfruttando le potenzialità della microfluidica, per applicazioni virtualmente infinite”.

I nuovi materiali sono stati creati grazie a una ricerca durata anni e portata a compimento dal gruppo di ricerca della professoressa Domenici e quello sloveno guidato del professor Boštjan Zalar e dal ricercatore Andraž Rešetič. Il suo nome esatto è “PDLCE” da “polymer-dispersed liquid crystalline elastomers”.

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