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Palio di Siena, presentazione tra gli applausi per il Drappellone di Riccardo Manganelli

Il lavoro dell’artista senese rende omaggio all’Accademia degli Intronati: sarà conteso dalle 10 contrade in gara il 2 luglio

La presentazione del Drappellone di Manganelli

Accolto tra gli applausi il Palio realizzato dall’artista senese Riccardo Manganelli con una particolare menzione al quinto centenario dell’Accademia degli Intronati. È il drappellone che sarà conteso tra le 10 contrade della Carriera in programma per il 2 luglio, dedicata alla Madonna di Provenzano.

Per un senese che ha sempre vissuto la contrada da generazioni – ha sottolineato il pittore Manganellirealizzare il Palio è qualcosa che va al di là dell’emozione e del naturale orgoglio; emergono delle sensazioni difficilmente esprimibili a parole, che ho provato a rendere con il pennello”.

L’artista ha raccontato la genesi del lavoro: “parte da nonno Adige e mamma Giuliana che, da pittori quali erano, mi hanno insegnato prima a usare il pennello per dipingere che a leggere e scrivere, e continua attraverso mio babbo, Giuliano, da cui ho appreso i rudimenti dell’architettura e la profondità degli spazi prospettici. E nello stesso tempo, oltre ad acquisire la tecnica, da loro imparavo anche i valori e il rispetto che permeano le Contrade e il Palio“.

La presentazione del drappellone del 2 luglio 2025

L’omaggio alla Madonna di Provenzano

Un’eredità artistica che Manganelli ha riversato “nella seta, con i colori della nostra terra, dalle terre di Siena, dall’ocra alla terra d’ombra, perché sono i colori che porto dentro da sempre e con cui sono stato cresciuto. La Madonna di Provenzano, poi, ha per me un valore particolare e fortissimo: è la Madonna che non solo ferma le pallottole, ma punisce chi spara contro figure inermi. E per me questa icona ha un significato taumaturgico commovente e bellissimo. Il mito fondante, in questo caso, prende il sopravvento al fatto realmente accaduto e diventa una testimonianza di pace che dissolve ogni mostruosità”.

La presentazione Drappellone 2 luglio 2025

Come si presenta il Drappellone

L’opera presenta tre piani visivi. In primo piano, in basso, il cavallo visto di tre quarti circondato da mani: è rilassato, è nel momento in cui viene accarezzato e coccolato in Contrada. Nel piano intermedio è inserita la Madonna di Provenzano come la regina velata e vestita d’oro e di bianco, incoronata da due amorini alati e i rituali stemmi, con sotto altri due amorini alati che portano in alto una pietra serena vissuta.

Il simbolo dell’Accademia degli Intronati, a simboleggiare il peso della cultura sopra la città di Siena appare nel terzo piano, quello più in lontananza, con una vista particolare quella dell’uscita da piazza. Il fondale è velato, con una terra di Siena particolare, detta “satinobro”, proveniente dalla zona dell’Amiata, che ha una tonalità leggermente più gialla della terra di Siena naturale ed è un colore che richiama il tufo dove tutto si svolge, dalla quello della piazza a quello del cielo. Gli stemmi delle Contrade che partecipano sono in alto, ai lati della Madonna; sono gli stemmi classici, ma tutto il bestiario è stato ristudiato dall’artista per l’occasione.

Un Cencio che parla di valori e di libertà

Un Palio senese nella forma, nei colori, nel senso più profondo – ha commentato Nicoletta Fabio, Sindaco di Siena – Un Cencio che parla di valori e di libertà, la libertà di conoscere e di crescere, rappresentata dalla pietra sorretta dai due amorini, quella pietra dove campeggia l’impresa dell’Accademia degli Intronati, protagonista all’epoca di un vivace clima intellettuale e ancora oggi sinonimo di sapere, patrimonio di conoscenze ed esperienze, cultura, teatro, letteratura, storia e civiltà senese, Accademia che quest’anno celebra il suo cinquecentenario”.

La scelta di dedicare il Drappellone a questa ricorrenza “non è soltanto un riconoscimento dell’indubbio prestigio di una plurisecolare e fulgida istituzione, ma una sottolineatura dell’attitudine senese a perpetuare la tradizione, intesa come il racconto di un’identità comunitaria attraverso i tempi, l’esigenza di coltivare il locale oltre il globale, di tutelare le identità e le differenze a fianco del cosmopolitismo, di amare le radici per amare l’umanità” ha concluso il sindaco.

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