Accolto tra gli applausi il Palio realizzato dall’artista senese Riccardo Manganelli con una particolare menzione al quinto centenario dell’Accademia degli Intronati. È il drappellone che sarà conteso tra le 10 contrade della Carriera in programma per il 2 luglio, dedicata alla Madonna di Provenzano.
“Per un senese che ha sempre vissuto la contrada da generazioni – ha sottolineato il pittore Manganelli – realizzare il Palio è qualcosa che va al di là dell’emozione e del naturale orgoglio; emergono delle sensazioni difficilmente esprimibili a parole, che ho provato a rendere con il pennello”.
L’artista ha raccontato la genesi del lavoro: “parte da nonno Adige e mamma Giuliana che, da pittori quali erano, mi hanno insegnato prima a usare il pennello per dipingere che a leggere e scrivere, e continua attraverso mio babbo, Giuliano, da cui ho appreso i rudimenti dell’architettura e la profondità degli spazi prospettici. E nello stesso tempo, oltre ad acquisire la tecnica, da loro imparavo anche i valori e il rispetto che permeano le Contrade e il Palio“.

L’omaggio alla Madonna di Provenzano
Un’eredità artistica che Manganelli ha riversato “nella seta, con i colori della nostra terra, dalle terre di Siena, dall’ocra alla terra d’ombra, perché sono i colori che porto dentro da sempre e con cui sono stato cresciuto. La Madonna di Provenzano, poi, ha per me un valore particolare e fortissimo: è la Madonna che non solo ferma le pallottole, ma punisce chi spara contro figure inermi. E per me questa icona ha un significato taumaturgico commovente e bellissimo. Il mito fondante, in questo caso, prende il sopravvento al fatto realmente accaduto e diventa una testimonianza di pace che dissolve ogni mostruosità”.

Come si presenta il Drappellone
L’opera presenta tre piani visivi. In primo piano, in basso, il cavallo visto di tre quarti circondato da mani: è rilassato, è nel momento in cui viene accarezzato e coccolato in Contrada. Nel piano intermedio è inserita la Madonna di Provenzano come la regina velata e vestita d’oro e di bianco, incoronata da due amorini alati e i rituali stemmi, con sotto altri due amorini alati che portano in alto una pietra serena vissuta.
Il simbolo dell’Accademia degli Intronati, a simboleggiare il peso della cultura sopra la città di Siena appare nel terzo piano, quello più in lontananza, con una vista particolare quella dell’uscita da piazza. Il fondale è velato, con una terra di Siena particolare, detta “satinobro”, proveniente dalla zona dell’Amiata, che ha una tonalità leggermente più gialla della terra di Siena naturale ed è un colore che richiama il tufo dove tutto si svolge, dalla quello della piazza a quello del cielo. Gli stemmi delle Contrade che partecipano sono in alto, ai lati della Madonna; sono gli stemmi classici, ma tutto il bestiario è stato ristudiato dall’artista per l’occasione.
Un Cencio che parla di valori e di libertà
“Un Palio senese nella forma, nei colori, nel senso più profondo – ha commentato Nicoletta Fabio, Sindaco di Siena – Un Cencio che parla di valori e di libertà, la libertà di conoscere e di crescere, rappresentata dalla pietra sorretta dai due amorini, quella pietra dove campeggia l’impresa dell’Accademia degli Intronati, protagonista all’epoca di un vivace clima intellettuale e ancora oggi sinonimo di sapere, patrimonio di conoscenze ed esperienze, cultura, teatro, letteratura, storia e civiltà senese, Accademia che quest’anno celebra il suo cinquecentenario”.
La scelta di dedicare il Drappellone a questa ricorrenza “non è soltanto un riconoscimento dell’indubbio prestigio di una plurisecolare e fulgida istituzione, ma una sottolineatura dell’attitudine senese a perpetuare la tradizione, intesa come il racconto di un’identità comunitaria attraverso i tempi, l’esigenza di coltivare il locale oltre il globale, di tutelare le identità e le differenze a fianco del cosmopolitismo, di amare le radici per amare l’umanità” ha concluso il sindaco.