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Contenti dei genitori e della scuola, ma leggono poco e usano molto lo smartphone: il ritratto dei giovani toscani

Luci e ombre della ricerca della Regione sugli stili di vita di 15mila ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni: a scuola si fanno amicizie ma si è esposti alla violenza psicologica, per il futuro preoccupa la crisi economica

Studenti

Usano moltissimo lo smartphone, leggono pochi libri e sono soddisfatti del loro rapporto con i genitori e anche della scuola che frequentano. È questo in sintesi il ritratto dei giovani toscani emerso dalla terza ricerca sugli stili di vita delle ragazze e dei ragazzi in Toscana, promossa dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e il Centro di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza presso l’Istituto degli Innocenti.

La ricerca, che è stata presentata oggi, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha coinvolto 15mila studenti tra gli 11 e i 17 anni.

“La presentazione di questa ricerca proprio oggi – evidenzia l’assessora regionale alle politiche sociali, Serena Spinelli ha un forte valore non solo simbolico: conoscere più da vicino, anche sotto il profilo statistico, che percezione hanno i ragazzi e e le ragazze toscane della loro vita, delle loro relazioni, delle loro aspettative ci aiuta a indirizzare meglio le azioni verso di loro, per la tutela e la promozione dei loro diritti. Ma in questa giornata il nostro pensiero va soprattutto a tutti quei bambini e adolescenti che vivono questa fase così importante della loro vita in una condizione di criticità e fragilità: in Toscana sono poco meno di 25mila gli under 18 in carico ai servizi sociali, a causa di ostacoli e difficoltà nel loro percorso di crescita. Così come deve imporre di interrogarsi a tutta la società il dato sulla presenza in Italia di 1 milione e 270mila minori in condizione di povertà assoluta, che per questo rischiano di vedere il loro futuro gravemente compromesso”.

Promossa la scuola, ma può essere il contesto della violenza verbale

Su una scala da 1 a 10, il grado di soddisfacimento sul rapporto con i genitori si attesta in media a 8 (8,3 per i maschi e 7,6 per le femmine). Dal capitolo della ricerca dedicato alla scuola emerge anche che le ragazze sono quelle a cui piace di più il proprio istituto: il 76% indica ‘mi piace molto’ o ‘mi piace abbastanza’, contro il 72% dei coetanei maschi.

Il 67% degli studenti individua la scuola come il contesto primario in cui creare nuove amicizie, ma si configura anche come il contesto in cui si è maggiormente esposti a violenza verbale e psicologica (56%). Quello dei maltrattamenti o delle offese online è un fenomeno che interessa poco più del 20% dei giovani e interessa soprattutto l’aspetto fisico (il 52% delle ragazze e il 38% dei ragazzi).

Poco sport, molto smartphone

Sul fronte del tempo libero emerge che tra i ragazzi toscani c’è una scarsa frequentazione di gruppi e associazioni (22%) e il 25% non pratica nessuno sport. La maggior parte dei ragazzi non ha letto alcun libro non scolastico nell’ultimo anno e tra chi ha dedicato il proprio tempo libero alla lettura, il numero di libri letti difficilmente supera la soglia di due.

Il cellulare è lo strumento più utilizzato: il 38% lo utilizza più di quattro ore al giorno, percentuale che sale al 68% per chi lo utilizza giornalmente per più di tre ore. Tra i giovani due su tre dichiarano di avere molte amicizie e la frequentazione tra i ragazzi “di persona” è piuttosto assidua (soprattutto nella fascia 11-13 anni), anche se un ruolo importante viene giocato però anche dai canali social (WhatsApp, Telegram, Instagram), soprattutto tra i più grandi. In generale, la soddisfazione complessiva rispetto ai rapporti amicali è confortante, e su una scala che va da 1 a 10, la valutazione media è di 8,1 per i maschi e a 7,8 per le femmine.
Rispetto al futuro, al primo posto tra le preoccupazioni dei giovani si colloca “la crisi economica e la mancanza di lavoro” (44%), mentre sul fronte del benessere psicofisico, emerge che poco meno di un terzo dei giovani si è rivolto a psicologi.

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