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In una giungla di note e colori: l’avventura tra arte e musica di Simone Brillarelli

Dalla musica elettronica all’arte, da Firenze a Milano la storia creativa di un artista poliedrico e prolifico che non smette di stupire

Simone Brillarelli nasce a Firenze nel 1982 vive e lavora a Milano. È un artista visivo poliedrico e prolifico, art director e animatore 2D. Ha studiato a Firenze: grafica all‘Istituto d’arte di Porta Romana, pittura all’Accademia di Belle Arti e animazione alla Nemo Academy.

La sua carriera inizia nel 2005 nel mondo della musica elettronica con il trio “A Smile for Timbuctu” formato da Simone Brillarelli, Jonathan Calugi e Clap! Clap!, con all’attivo diversi dischi e tour europei, un progetto a cavallo tra musica, graphic design e installazioni video.

Successivamente nel 2010 apre l’etichetta indipendente Fresh Yo! Label e produce i dischi di artisti del calibro di: Godblesscomputers, Millelemmi, Aquarama, Nularse, Funk Rimini, Go Dugong e molti altri, per cui ha curato anche la direzione visiva.

“L’etichetta è stata una diretta conseguenza della mia band,ci ha raccontato Simoneabbiamo fatto tantissimo concerti fuori dall’Italia a si è iniziata a costruire una sorte di community intorno a noi. Abbiamo legato molto con Suzywan che ha aperto Fresh Yo! come netlabel, facendo produzione digitale solo sul web. Ho sposato il suo progetto che poi è rimasto a me e ai miei soci Edoardo Fracassi e Niccolò Brighella. Volevamo creare una piattaforma che fosse lo specchio di quello che era la musica elettronica in Italia in quel momento. Con l’etichetta cercavamo di creare cultura tramite eventi come la Beatmakers Convention, in cui abbiamo organizzato jam-session e showcase di 30-40 persone, un’esperienza molto faticosa ma anche molto bella. Firenze però è una città molto complessa, ci sono stati dei picchi altissimi di creatività in cui lavoravamo insieme a molte altre realtà, poi il nulla. A un certo punto per me non c’era più niente”.

Simone Brillarelli

L’arte coloratissima di Simone Brillarelli

Dopo un periodo di riflessione, che ha coinciso con la pandemia, ha preso il sopravvento l’amore per l’arte e Simone Brillarelli si è trasferito a Milano dove si è concentrato sulla sua carriera come artista producendo disegni, pitture su tela, ceramiche, senza tralasciare videoclip, cover artwork e visual per esibizioni live.

Il covid, dirò una cosa impopolare, nonostante la tragedia mi ha fatto bene. Ha fatto sì che io potessi ricentrarmi e trovare un ‘balance’ dentro di me. Era totalmente assorbito dal lavoro, da una relazione precedente. Non mi rendevo conto di quanto male mi stavo facendo. Fermarmi mi ha fatto bene

“Il covid, dirò una cosa impopolare, – ci ha raccontato Simone Brillarelli – nonostante la tragedia mi ha fatto bene. Ha fatto sì che io potessi ricentrarmi e trovare un ‘balance’ dentro di me. Era totalmente assorbito dal lavoro, da una relazione precedente. Non mi rendevo conto di quanto male mi stavo facendo. Fermarmi mi ha fatto bene.”

“Sono fortunato, sono entrato a Milano con un biglietto d’ingresso ‘agevolato’ diciamo così.ha proseguito  – Mi sono impegnato molto, ho scritto a chiunque e ho trovato un’apertura verso le persone nuove differente da altre città come Roma o Firenze. Ci sono tante realtà che mi hanno risposto, mi hanno voluto conoscere e con cui ho iniziato a collaborare. Per me è stato bello”.

Nei suoi piatti d’autore abitano scimmie, cavalli, rane, tigri, pesciolini e fiori, tantissimi fiori colorati: è la vita nella sua espressione più primordiale che si manifesta come un’esplosione.

Nelle opere di Brillarelli c’è una vita liquida, alimentata forse anche dalla musica, dato il ritmo e la vivacità con cui l’artista stende le sue pennellate forti e decise.

Fino alla massima espressione della vita stessa in un piatto che esprime in una maniera tenerissima l’indicibile: “Fragile, contains love”.

Simone Brillarelli

“Ho iniziato a fare ceramica per puro caso, ero fuori una sera a vedere un concerto di Godblesscomputers e ho incontrato una ragazza che già conoscevo e che mi ha invitato a provare il suo forno. Lavoro su più livelli, previsualizzo le immagini dentro di me, le assorbo e poi lavoro sulla tela in modo molto istintivo e ritmico, senza pensare alla forma, ma solo alla composizione delle pennellate. C’è sicuramente un grande amore per la natura, ma non è una cosa voluta, scaturisce dalla mano. Il mio è stato un percorso complesso. Per tre anni ho dipinto solo ritratti, un lavoro totalmente differente da quello che faccio adesso, era un lavoro fatto con le persone, intervistandole sulla loro storia. Ho dipinto per molto tempo in bianco e nero. Il mio è anche un percorso di rinascita, sicuramente adesso mi sento molto meglio e tutto questo si riflette nel mio lavoro.”

Parallelamente Simone Brillarelli continua anche a realizzare video, a gennaio ci sarà la sua prima retrospettiva in Portogallo presso lo spazio di Canal 180 una televisione indipendente che si occupa di documentari, street style e musica.

Le opere di Simone Brillarelli sono esposte a Milano nella galleria Il Vicolo che ha recentemente ospitato la sua prima personale “Intimo e Manifesto”.

 

 

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