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Giorno della Memoria: l’omaggio degli Uffizi al grande artista ebreo Rudolf Levy

Dal 24 gennaio al 30 aprile a Palazzo Pitti una mostra su uno dei più importanti artisti ebrei deportato ad Auschwitz. Le sue opere, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’arte degenerata dai nazisti

Rudolf Levy (Stettino 1875-Auschwitz 1944) è stato uno dei più importanti artisti ebrei, le sue opere, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’arte degenerata dai nazisti.

A lui è dedicata “Rudolf Levy (1975 – 1944) – L’opera e l’esilio”, la prima mostra monografica che le Gallerie degli Uffizi organizzano insieme al Museo e Centro di documentazione della deportazione e Resistenza di Prato in occasione del Giorno della Memoria, in programma dal 24 gennaio al 30 aprile 2023 presso la Galleria di Palazzo Pitti.

Ha dichiarato il direttore Eike Schmidt:“Firenze è stato il porto sicuro dove per anni Levy ha potuto dipingere in un’atmosfera internazionale e piena di stimoli. Ma le leggi razziali che hanno macchiato l’Europa giunsero anche qui, ponendo fine alla sua avventura artistica e alla sua vita. Di Levy gli Uffizi hanno acquistato nel 2020 uno splendido ritratto di ragazza (‘Fiamma’), eseguito proprio a Firenze ed ora, in occasione del Giorno della Memoria, assolvono al dovere morale di raccontare la tragica vicenda del pittore. Vicenda che, si è scoperto, si intreccia brevemente con quella della Senatrice Liliana Segre”.

La storia di Rudolf Levy: deportato da Firenze per Auschwitz

Levy ha trascorso in esilio nel capoluogo toscano gli ultimi anni della sua vita: arrivò in città nel dicembre 1940 e vi rimase fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato ad Auschwitz.

In un freddo dicembre fiorentino l’artista credeva di incontrare due collezionisti d’arte interessati ai suoi lavori. Erano invece due agenti della Gestapo sotto mentite spoglie che lo arrestarono e portarono al carcere delle Murate.

Iniziò così il viaggio senza ritorno verso Auschwitz del pittore tedesco Rudolf Levy un nome a lungo dimenticato, riscoperto di recente grazie alla messa a dimora di una pietra d’inciampo che ne riporta le generalità in piazza Santo Spirito, all’altezza del civico nove, davanti a Palazzo Guadagni dove visse e dove gli fu tesa quella trappola mortale.

Sarà poi spostato in un altro carcere, quello milanese di San Vittore. Da lì sarà deportato in lager su uno dei convogli della morte partiti dal binario 21 della stazione ferroviaria sede oggi del Memoriale della Shoah cittadino, lo stesso su cui partì anche Liliana Segre.

Ad interessarsi alla sua vicenda è stato per primo lo storico berlinese Klaus Voigt, uno dei massimi esperti di Shoah ed emigrazione ebraico-tedesca in Italia, da poco scomparso.

Rudolf Levy (1875-1944). L’opera e l’esilio: la mostra

Di Rudolf Levy ci restano circa trecento dipinti a olio, oltre sessanta sono nati durante il soggiorno a Firenze.

La mostra di Palazzo Pitti punta a far conoscere Levy al grande pubblico perché a causa della repressione nazista le sue opere andarono in larga parte trafugate o disperse.

La mostra si articola in tre sezioni ed espone 47 opere dell’artista. La prima espone opere giovanili dipinte fino alla prima Guerra Mondiale, dove è forte l’influenza di Henri Matisse.

I dipinti dal 1919 al 1933, periodo precedente all’esilio, costituiscono il secondo capitolo, mentre la terza parte rispecchia l’opera tarda nell’età dell’esilio.

Inoltre ci sono altri dipinti mai esposti finora in Italia, che si trovano oggi in collezioni private e pubbliche, soprattutto in Germania. E’ dedicato un approfondimento agli oggetti appartenuti all’artista, come fotografie e lettere. 

Tra le opere esposte “Fiamma”, il primo dipinto di Levy a entrare nella collezione del museo per volere del suo direttore Eike Schmidt.

Inoltre il 26 gennaio mattina l’auditorium Vasari degli Uffizi ospiterà a partire dalle 9.30, una mattinata di studi in ricordo di Rudolf Levy.

Oltre al direttore Eike Schmidt porterà un saluto la console onoraria di Germania a Firenze Renate Wendt.

Interverranno gli storici Marta Baiardi su “persecuzioni antiebraiche e deportazioni” a Firenze, Michele Sarfatti su “Klaus Voigt e la nuova storia dei profughi in Italia”, Patrizia Guarnieri su “intellettuali e artisti migranti” tra ’33 e ’43, Susanne Thesing su Rudolf Levy “dall’esperienza familiare agli incontri con gli amici”.

Rudolf Levy

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