Diritti, libertà e lotta alla violenza di genere: temi tra loro correlati al centro della seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana. Il 25 novembre, Giornata internazionale per la lotta alla violenza sulle donne, l’assemblea regionale si riunisce per la Festa della Toscana, evento che ricorda l’abolozione della pena di morte avvenuta il 30 novembre 1786. Il tema di quest’anno è “Un ponte per la pace”
A presiedere la seduta la neo presidente del Consiglio regionale Stefania Saccardi: “Ogni volta che si rispettano i diritti e si rispetta l’altro si aumenta la libertà – ha spiegato – si aumentano anche i livelli di democrazia e credo che la Toscana su questo possa essere apripista e possa rappresentare un esempio per tante altre parti del mondo”.
Al centro dell’Aula è stata posta la bandiera della Regione con due scarpette rosse, adagiate su uno sgabello. La presidente ha spiegato di aver deciso di “racchiudere tutto in una seduta” poiché “i due elementi sono fortemente collegati perché in entrambi i casi si parla di rispetto dei diritti, di rispetto della vita, di rispetto della libertà, delle diversità, di educazione, di cultura in generale. Penso che la Toscana – ha aggiunto – abbia tutti i titoli perché è stata la prima terra che ha abolito la pena di morte, perché è stata la prima Regione che ha inventato il codice rosa nei percorsi per l’assistenza alle persone vittime di violenza, non solo le donne, ma i soggetti con fragilità e i minori. Credo che la Toscana sia il luogo giusto per poter parlare a testa alta di tutto questo”.
Istituita 25 anni fa, la Festa della Toscana viene celebrata ogni anno “per guardare meglio in avanti, per ricordarci che il cammino iniziato 260 anni fa non è compiuto e che spetta a noi continuarlo, che la Toscana continui ad essere per ciascuno di noi una comunità che non lascia indietro nessuno, una terra che crede nel valore dell’umanità e nella possibilità di un futuro più giusto, più libero e più umano, questa è la nostra Festa, dei diritti, della Toscana”.
Giani: “La nostra non è storia, ma è attualità”
“Oggi celebriamo una Toscana che ha costruito un’identità che nessun’altra delle Regioni italiane ha – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani – ovvero un’identità propria di un governo che arriva da 456 anni, il 27 agosto del 1569, in cui Cosimo I de’ Medici diventa Magnus Dux Etruriae e grazie al quale il nostro territorio diventa una regione che è uno stato”.
Con le riforme epocali e innovative del granduca Pietro Leopoldo la Toscana cambia: “Attraverso l’abolizione della pena di morte, ci regala qualcosa che non è solo storia ma è attualità”, “il frutto dell’identità della Toscana, l’unico degli stati preunitari che assomiglia ad una Regione di oggi. Non c’è nessuna altra delle 19 regioni che abbia avuto l’identità da stato moderno che abbiamo noi”.
Il 25° anniversario della Festa della Toscana
Ospite della seduta, il senatore e presidente dell’Istituto Viesseux Riccardo Nencini, in carica come presidente del consiglio regionale quando fu istituita la Festa della Toscana 25 anni fa.
“Già nel dicembre 2000, ha spiegato Nencini, pur in assenza di una legge specifica, la Toscana guardò all’opera di Pietro Leopoldo, e da allora il Consiglio regionale decise di scavare meglio quel periodo della storia della nostra regione, non particolarmente conosciuto. Come scrisse il grande poeta italiano Mario Luzi – ha ricordato Nencini – l’abolizione della pena di morte ad opera di Pietro Leopoldo fu un ‘atto fondante di questa terra e dello Stato cui apparteniamo’”.
Continuare a celebrare la Festa della Toscana, ha poi aggiunto Nencini, è “non solo e non tanto per ricordare un periodo significativo della nostra storia, ma soprattutto per avere la forza di tornare a difendere quei diritti che continuano ad avere un valore universale, e la nostra regione anche nel presente può vincere la battaglia della difesa della democrazia, della libertà e dell’inclusione, proprio ispirandosi a quell’atto simbolico di Pietro Leopoldo che fece distruggere le forche”.