Enogastronomia/

Dop economy, la Toscana vale oltre un miliardo con i prodotti a denominazione e specialità protetta

Dal XXIII Rapporto Ismea-Qualivita emerge che il cibo pesa per 187 miliardi e il vino per 1.139 miliardi. Siena al decimo posto tra le province a livello nazionale

BuyFood 2025 – foto Ilaria Costanzo

Vola la Dop Economy italiana: oggi vale quasi 21 miliardi di euro con una crescita del 25% dal 2020. Ci troviamo di fronte a una rete di 328 Consorzi e 184mila operatori per un’occupazione in crescita del +1,6%. E l’export dei prodotti a denominazione e specialità protetta per la prima volta vola sopra i 12 miliardi, con un record sia per cibo che per vino.

In Toscana, secondo i dati contenuti nel XXIII Rapporto Ismea-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, la Dop Economy regionale si è attestata a quota 1,326 miliardi di euro. Si tratta di 187 milioni per il cibo e 1.139 milioni per il vino, con una crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Valori che portano la Toscana al quinto posto nazionale.

Al primo posto troviamo il Veneto con 4,936 miliardi (573 per il cibo, 4363 il vino registrando il +2,2%) seguito dall’Emilia Romagna con 3,994 miliardi (3.535 milioni per il cibo, 459 per il vino pari al +3,0%) e dalla Lombardia con 2901 milioni (2407 per il cibo, 494 per il vino). Sopra la Toscana, al quarto posto il Piemonte con 1564 milioni (384 milioni per il cibo, 1180 per il vino con un -2,8%).

La Dop Economy in Toscana

Dall’analisi dell’impatto territoriale del cibo e del vino Dop Igp tra le prime 10 province per impatto economico Dop Igp Siena scende dal nono al decimo posto, con 616 milioni di euro (-0,1%), pari a 576 milioni per il vino e 40 per il cibo. Siena è invece quarta per quanto riguarda la classifica che analizza solo l’impatto del comparto vinicolo.

Sempre sul fronte vinicolo, tra i primi 15 prodotti italiani per valore della produzione dello sfuso, figurano il Chianti Classico Dop, con 84 milioni in crescita del 2,3% rispetto al 2023, il Chianti Dop a quota 84 milioni (+1,9%), e il Brunello di Montalcino con 74 milioni (-2,4%).

Le reazioni al XXIII rapporto

Per il presidente ISMEA Livio Proietti il sistema delle Indicazioni Geografiche continua a rappresentare un modello produttivo vincente, in grado di generare valore diffuso sul territorio, mantenere vitali le aree interne e garantire sviluppo e competitività al nostro agroalimentare”. I dati del XXIII Rapporto Ismea-Qualivitasono risultati di un lavoro di squadra capace di contrastare l’incertezza e l’instabilità geopolitica, grazie all’impegno dei Consorzi di tutela e delle migliaia di operatori che custodiscono un patrimonio unico, irriproducibile e non delocalizzabile”.

Per il presidente Fondazione Qualivita Cesare Mazzetti appare quanto mai attuale avviare una revisione nazionale della strategia di promozione della qualità, oggi basata su molti riconoscimenti, anche regionali, spesso sovrapposti tra loro. È un’opportunità importante per definire una linea d’azione coerente sui prodotti DOP e IGP, in sintonia con la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio Unesco”.

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