Enogastronomia/

Agroalimentare, muove i primi passi in Toscana il progetto della “Gentil Pasta”

L’iniziativa di alcune aziende agricole, dopo un percorso formativo con Semi Rurali. Ora le prime uscite ufficiali in fiere e mercati

Sara Passerini nel campo di grano

È il sogno di tutti coloro che soffrono di intolleranze alimentari: concedersi un bel piatto di pasta senza rischiare effetti collaterali. Dietro il nome curioso “Gentil Pasta”, si nasconde un progetto per sfruttare peculiarità e benefici delle popolazioni evolutive di grano. Un’idea sviluppata da un gruppo di aziende agricole toscane, per la maggior parte guidate da imprenditrici.

Fanno parte del progetto l’azienda agricola Passerini di Torrita di Siena, l’azienda agricola biologica Floriddia di Peccioli, Sun agricoltura di Claudia Benedettelli a Piombino, l’azienda agricola Podere Montisi di Barbara Pastore a Calenzano. Sono tutte imprenditrici che hanno fatto insieme un percorso formativo con la rete Semi Rurali di Scandicci. Una realtà associativa impegnata nell’affermare il valore della biodiversità.

Una prima presentazione della “Gentil Pasta” c’è stata un paio di settimane fa a Firenze in occasione della Fierucola del Pane in piazza Santo Spirito. Ora il prossimo appuntamento è a Torrita di Siena con Torrita Biodiversità da venerdì 19 a domenica 21 settembre. Un’ulteriore occasione per proporsi al grande pubblico.

Popolazione evolutiva di grani duri dell’azienda agricola Passerini

“Siamo partiti dal campo, dal monitoraggio condotto sulle popolazioni evolutive ottenute con incroci di moltissime varietà di grani sia teneri che duri. All’inizio ci siamo concentrati sul tenero ma poi siamo andati avanti anche col grano duro. Da questi anni e percorsi insieme è venuta fuori l’idea di produrre la pasta – racconta Sara Passerini dell’azienda agricola omonima- Una proposta giunta da Floriddia che ha preso corpo e ora si sta affacciando ad eventi fiere e manifestazioni”.

Il pregio della “Gentil Pasta” è il fatto di essere “sana rispetto al prodotto industriale, realizzata con grani a basso contenuto di glutine, coltivata in regime biologico e con tecniche di agricoltura rigenerativa, macinata a pietra e realizzata con lenta essicazione e con procedimenti che non intaccato i valori del grano” sottolinea Passerini.

Pasta ottenuta da popolazione evolutiva di grani duri, prodotta dall’azienda agricola Passerini

Altro punto di forza sono i mulini e i pastifici a cui le aziende si appoggiano: alcuni si rivolgono al Mulino Val d’Orcia a Pienza, qualcuno al pastificio Fabbri a Strada in Chianti, mentre Floriddia invece fa tutto internamente. La “Gentil Pasta” è 100% Made in Tuscany.

Una pasta che va raccontata, per spiegare la differenza al consumatore che si mostra interessato. “La Gentil Pasta si chiama così perché esprime gentilezza a livello nutritivo, non aggredisce il nostro microbiota intestinale” conclude Passerini.

Così le aziende stanno organizzando una serie di iniziative per proporre la “Gentil Pasta” e le manifestazioni autunnali sono un banco di prova importante. L’occasione per parlare anche delle popolazioni evolutive, questo miscuglio di tanti grani diversi creati e portati in Italia dal genetista agrario di fama internazionale Salvatore Ceccarelli.

Le aziende che stanno portando avanti il progetto ora puntano a coinvolgere il maggior numero di produttori sul territorio, avviando se possibile collaborazioni importanti. In Toscana ci sono esempi illustri di popolazioni evolutive: basti pensare al progetto portato avanti dal professore Stefano Benedettelli.

Per Sara Passerini che ha deciso di riprendere in mano una dozzina di anni fa il podere di famiglia, dopo una laurea in scienze politiche e un’esperienza di cooperazione internazionale in Eritrea, il progetto della “Gentil Pasta” è anche l’occasione per riannodare i fili con il passato.

L’azienda agricola fu acquistata nell’Ottocento dal bisnonno Napoleone Pio Passerini, un agronomo che ha scritto pagine importanti della storia dell’agricoltura in Toscana. Ha compiuto studi sull’allevamento del baco da seta, si è occupato di lieviti per il vino, della selezione della chianina e del miglioramento genetico di alcune varietà di grano. “L’incontro con Semi Rurali ha fatto poi la differenza e mi ha aperto un mondo” conclude l’imprenditrice.

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